giovedì 31 marzo 2011

Se non bastasse il Nobel daremo anche l'Oscar



Senza la guerra Mussolini sarebbe rimasto in piedi fino alla fine, così come il fascismo è durato nel costume, nei codici e nell’amministrazione dello Stato. Lo stesso vale per Berlusconi che in qualche modo resterà in sella e poi, dopo di lui,  gli interessi che contano veramente metteranno d'accordo anche le idee politiche apparentemente più inconciliabili. Del resto uno che si permette di dire quello che ha affermato Berlusconi ieri a Lampedusa, non può che durare. Perché lo meritiamo tutto, e anche di più. L’unico modo che avevano i lampedusani per accoglierlo degnamente sarebbe stato quello di restarsene dentro casa, negozi chiusi e nemmeno un gatto per strada. Il solo modo ormai per mettere in crisi Berlusconi nelle sue comparsate “dal balcone”, è d’ignorarlo. Distintamente.

La “sinistra” non l’ha preso sul serio e lui non ha preso sul serio quella che è solo una caricatura della sinistra, la quale però lo riconosce come un grande esperto di comunicazione quando in realtà si tratta solo di uno scaltro venditore di cianfrusaglie, un reclamista vanitoso che ha fatto propri i riti pagliacceschi della teatralità ducesca. Nessuno avrebbe potuto accordare il minimo credito a un uomo improvvisatosi statista e che non ha nessuna disposizione per la democrazia e la responsabilità, abituato a deformare la realtà attribuendosi meriti non suoi e sempre pronto alla smentita ancor prima di aver terminato una frase. Tranne questa sinistra, che nonostante la durezza e insolenza di Berlusconi, nondimeno continua a trescare con lui e i suoi servi in Parlamento e a fingere polemiche televisive che non portano a nulla. Anzi, insiste nel chiedere riconoscimento al governo, di poter collaborare con proprie proposte riguardo ai “problemi del paese”, di portare proprie soluzioni per l’immigrazione.

Come venditore di fumo Berlusconi li surclassa: il Nobel per Lampedusa. E scroscia l’applauso.

2 commenti:

  1. Io temo - anzi, ho il terrore - che, come scrive Francesco Merlo su Repubblica, ci sia molta meridionalità e molta sicilianità, di quelle deteriori, nell'indecoroso spettacolo di una popolazione isolana che applaude chi la sta platealmente prendendo per il culo.

    E quel zelante cialtrone di sindaco che zittisce il dissenso e toglie i cartelli di protesta per non disturbare il comiziante andrebbe spedito in Tunisia al posto di un immigrato.

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  2. non ho letto l'articolo di Merlo, ma può starci anche questo; è vero anche che B. è ben accolto un po' dappertutto

    il 16 dic. del 1944 mussolini veniva accolto trionfalmente a milano, ovviamente solo da una parte dei milanesi

    queste cose hanno molte spiegazioni possibili, ne ho fatto cenno in diversi post, tra i quali questo:
    http://diciottobrumaio.blogspot.com/2011/02/sintesi-organica.html

    per quanto riguarda il carattere dei siciliani, e segnatamente della classe dirigente, nella IV parte de Il Gattopardo mi pare ci sia abbastanza

    ciao

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