Scriveva
nel 2014 l’Istat in riferimento alla povertà in Italia:
Nel 2013, il 12,6% delle famiglie è in condizione di povertà relativa
(per un totale di 3 milioni 230 mila) e il 7,9% lo è in termini assoluti (2
milioni 28 mila). Le persone in povertà relativa sono il 16,6% della
popolazione (10 milioni 48 mila persone), quelle in povertà assoluta il 9,9%
(6 milioni 20 mila).
Scriveva
il mese scorso:
Nel 2014, 1 milione e 470 mila famiglie (5,7% di quelle residenti) è in
condizione di povertà assoluta, per
un totale di 4 milioni 102 mila persone
(6,8% della popolazione
residente).
Precisando:
Dopo due anni di aumento,
l'incidenza della povertà assoluta si
mantiene sostanzialmente stabile; considerando l'errore campionario, il
calo rispetto al 2013 del numero di famiglie e di individui in condizioni di
povertà assoluta (pari al 6,3% e al 7,3%
rispettivamente), non è statisticamente significativo (ovvero non può essere
considerato diverso da zero).
Eppure
c’è una differenza tra il 2013 e il 2014 di 1.918.000 poveri assoluti in meno.
Nessun mistero, hanno cambiato semplicemente il “metro” per
misurare la povertà:
Le stime diffuse in
questo Report provengono dall'Indagine sulle
spese delle famiglie che ha sostituito la precedente Indagine sui consumi. Le modifiche sostanziali introdotte hanno reso necessario ricostruire
le serie storiche dei principali indicatori a partire dal 1997; i confronti
temporali possono essere effettuati esclusivamente con i dati in serie storica
allegati e non con quelli precedentemente pubblicati.
Per
quanto riguarda la povertà relativa, si ha il seguente miracolo statistico
Nel 2013, il 12,6% delle
famiglie è in condizione di povertà
relativa (per un totale di 3 milioni 230 mila) e le persone in povertà
relativa sono il 16,6% della popolazione (10
milioni 48 mila persone).
Come quella assoluta, la povertà relativa risulta stabile e
coinvolge, nel 2014, il 10,3% delle famiglie e il 12,9% delle persone
residenti, per un totale di 2 milioni 654 mila famiglie e 7 milioni 815 mila persone.
La
povertà relativa da un anno
all’altro decresce di 2.233.000 unità.
Ed
ecco che con un colpo di statistica magica spariscono due milioni di poveri
assoluti da un anno all’altro e oltre due milioni di poveri relativi.
Naturalmente ci sarà chi troverà tutto ciò assolutamente ineccepibile, e dirà che
il nuovo metodo di stima statistica basato sulla spesa sia decisamente
preferibile a quello precedente basato sui consumi.