Scrivono le agenzie di stampa e i giornali on-line:
«Secondo la Tepco, la società privata che gestisce gli impianti nucleari in Giappone, lo iodio-131 è stato rilevato nei campioni di acqua pari a 126,7 volte il limite di concentrazione legale, mentre i livelli di cesio-134 si sono attestati a 24,8 volte e quelli di cesio-137 a 16,5 volte. In un campione d'acqua prelevato nei pressi dell'impianto sono state rilevate anche tracce di cobalto 58».
Ho scaricato dal sito della Tepco le tabelle delle analisi, ma francamente, per un comune mortale, è difficile capirci qualcosa visto che non ci sono dati di raffronto.
Invece il Corriere della Sera (ma anche gli altri giornali) la possibilità di farle leggere ad un esperto ce l’hanno, ma non lo fanno. Perciò, per quanto riguarda per esempio la radioattività rilevata sulla terraferma, scrivono queste boiate:
«secondo quanto affermato dal ministero della scienza e della tecnologia di Tokyo, […] i livelli non sono tali da rappresentare una minaccia per la salute umana. L'aumento della radioattività è dovuto alla pioggia dei due giorni scorsi, ha spiegato un funzionario. I nuovi, alti livelli di iodio e di cesio radioattivi sono stati rilevati in 47 prefetture tra cui quella di Tokyo, 240 km a sud della centrale».
Da qui si capiscono alcune cose: la prima è che questi pseudo giornalisti non vogliono lavorare; la seconda è che non ci vogliono raccontare un cazzo di cosa sta effettivamente succedendo; la terza è che potrebbero almeno prendersi la briga di verificare in pochi secondi che il Giappone ha in totale 47 prefetture e quindi la precisazione “tra cui Tokyo” mette in luce solo la totale sciatteria di chi, stipendiato, scrive queste cose sul maggior quotidiano italiano.
...di fatto il regno della libertà comincia soltanto la dove cessa il lavoro determinato dalla necessità e dalla finalità esterna;si trova quindi per sua natura oltre la sfera della produzione materiale vera e propria. Come il selvaggio deve lottare con la natura per soddisfare i suoi bisogni,per conservare e per riprodurre la sua vita, così deve fare anche l'uomo civile, e lo deve fare in tutte le forme della società e sotto tutti i possibili modi di produzione. A mano a mano che egli si sviluppa, il regno delle necessità naturali si espande, perchè si espandono i suoi bisogni, ma al tempo stesso si espandono le forze produttive che soddisfano questi bisogni.
RispondiEliminaLa libertà in questo campo può consistere soltanto in ciò, che l'uomo associato,cioè i produttori associati,regolano razionalmente questo loro ricambio organico con la natura,lo portano sotto il loro comune controllo,invece essere da esso dominati come una forza cieca;che essi eseguono il loro compito con il minore possibile impiego di energia,e nelle condizioni più adeguate alla loro natura umana e più degne di essa.
Ma questo rimane sempre un regno della necessità. Al di la di esso comincia lo sviluppo delle capacità umane, che è fine a se s tesso, il vero regno della libertà che tuttavia può fiorire soltanto sulle basi di quel regno della necessità.
K.Marx- il Capitale libro III
Luigi 6
P.S.
Forza e saluti per il suo prezioso contributo.
tenchiu
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