Chi può gioire di una guerra in Europa? Commercianti d’armi e quelli che hanno investito nel rialzo dei prezzi di gas e petrolio. Sono felici di veder bruciare tonnellate di cherosene per aerei da guerra e carri armati. Russi e ucraini questa volta? Ma sì, non ci sono pasti gratis, tutto va servito al fuoco e al sangue!
Dimenticando che questa non è una guerra tra russi e ucraini (in non piccola parte sono russi anch’essi), ma tra la Russia e la North Atlantic Treaty Organization, l’alleanza militare made in USA. L’Ucraina non è né una nazione “democratica”, il suo regime, le sue forze militari e paramilitari brulicano di neonazisti e antisemiti, né una nazione “indipendente”, poiché dal 2014 è una pedina degli Stati Uniti e delle altre potenze occidentali.
Personalmente, per ciò che valgono le mie chiacchiere da blogger ovviamente, sono perfettamente consapevole che è stato un errore, per quanto indotto dalle circostanze, quello di credere illusoriamente di poter minacciare le potenze imperialiste occidentali, di costringerle a cambiare politica e dunque a riconoscere gli interessi di sicurezza russi in Ucraina. La conoscenza non troppo superficiale di certi meccanismi della cosiddetta “alleanza difensiva” della NATO, mi porta a dire che il prossimo futuro confermerà questa mia diagnosi, a cominciare dai colloqui in corso a Gomel, dove la dirigenza ucraina non potrà decidere nulla senza l’avvallo di Washington.
Tuttavia, detto questo, e cioè rilevato che la responsabilità principale dell’attuale crisi e di tutte le sue conseguenze potenzialmente catastrofiche ricade sull’imperialismo americano e sui suoi alleati, tutto ciò che accade intorno a questo vero dramma assume connotati persino comici. A cominciare dalle espressioni di simpatia per il popolo ucraino, che sono relativamente economiche e facili, soprattutto perché non dimostrano alcuna comprensione degli eventi e della storia in questione. Vado su un esempio concreto, che mi è suggerito dall’atteggiamento, peraltro abituale, di questo signore.
Dov’era il signor Riccardo Chiaberge quando l’esercito americano scatenava devastanti “shock and awe” sulla capitale dell’Iraq, uccidendo migliaia di persone e infine distruggendo un’intera società? L’invasione dell’Iraq, basata solo su menzogne costruite a tavolino, ha provocato più di un milione di morti. Non ricordo di aver sentito questo signor levare la propria voce indignata in quel momento.
Nemmeno quando le forze americane hanno invaso e occupato l’Afghanistan per due decenni, provocando devastazioni sociali ed economiche e la morte di centinaia di migliaia di persone, e così quando l’esercito e l’intelligence americani abusano e torturano innumerevoli vittime nelle loro prigioni in tutto il mondo.
Chiaberge è stato un giornalista, ma dubito possa citare un suo articolo di critica e indignazione, anche all’acqua di rose, su questi fatti. Chiaberge è stato direttore dell’inserto culturale del Sole 24ore per alcuni lustri, ebbene dica quanti musicisti e artisti statunitensi sono stati boicottati per i crimini di guerra di Washington in Medio Oriente e in Asia centrale? Quanti eventi sportivi e organismi internazionali hanno chiuso le porte a squadre e concorrenti statunitensi?
Soprattutto, signor Chiaberge, invece di liquidare l’articolo della signora Spinelli con una battuta che solo lei e la sua cerchia d’illustri intellettuali può apprezzare, perché non le risponde ribattendo le tesi espresse punto per punto? Su, coraggio, siamo disposti a perdonarle anche qualche suo eventuale svarione grammaticale (do you remember?).