martedì 31 dicembre 2013

Un nuovo genio s'aggira per Firenze, attenzione agli anziani


Marx ha scritto che ogni epoca si pone solo i problemi che può risolvere, e questo è vero; oggi siamo giunti precisamente al punto in cui non è più possibile risolverne nessuno senza risolverli tutti.
(Diciottobrumaio, 12 gennaio 2010).

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In Francia il commercio tra il 1715 e il 1771 aumentò di otto volte, la popolazione crebbe di sei milioni sui precedenti diciannove, e tuttavia la produzione alimentare, nonostante l’agricoltura costituisse i ¾ dell’economia, rimase stagnante. Le attività statali che avrebbero potuto mantenere un adeguato livello di entrate fiscali erano diventate concessioni di privati. L’Assemblea dei Nobili nel 1787 aveva respinto la proposta di far pagare le tasse a se stessa e al clero. L’industria tessile era crollata, non reggeva la concorrenza inglese e dei Paesi Bassi, la disoccupazione dilagava. La Cgia di Mestre segnalava, già allora, un forte aumento di furti, prostituzione e gioco d’azzardo [senza fonte].

Nel luglio 1788 estese grandinate avevano distrutti i raccolti (i peggiori degli ultimi quarant’anni), e ciò impose agli agricoltori di consumare direttamente oltre l’80 per cento della scarsa produzione, condannando il proletariato urbano alla fame. L’ultimo giorno dell’anno fu festa solo nei palazzi dell’aristocrazia e nei bordelli.

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lunedì 30 dicembre 2013

E ciò spiega anche tanti altri perché


La chiesa cattolica apostolica romana conserva un certo peso ormai solo in paesi come l’Italia, per il resto, da più di trent’anni, galleggia solo grazie a gigantesche operazioni mediatiche. Il Papa è diventato una delle tante star del grande e composito spettacolo, perciò l’anacronistico Ratzinger è stato messo da parte per far posto ad un attore professionista.

I cattolici nel mondo rappresentano una minoranza, nominalmente uno su sette, poco più di un miliardo, ma in questa statistica gonfiata c’è dentro di tutto, anche gli atei che da bimbi sono stati battezzati, oppure gente che non possiede la più pallida idea dei fondamenti della dottrina cattolica e però nel portafoglio conserva l’immaginetta apotropaica di un qualche idolo del pantheon più comico della storia.

E vengo al dunque, ossia all’affermazione scalfariana secondo cui il peccato sarebbe stato abolito da papa Bergoglio. Più che di un’eresia grossolana, quella di Scalfari è un’occasione perduta. È vero, invece, che il senso del peccato s’è estinto perché ad esso non crediamo più, e questa per le gerarchie ecclesiastiche costituisce, obtorto collo, una presa d’atto.

domenica 29 dicembre 2013

La "crescita" c'è


Tra i principali paesi turistici del mondo, Macao in classifica viene prima dell’Italia per introiti, rispettivamente sono al quinto e sesto posto. Com’è possibile che quest’enclave cinese dal 2011 al 2012 abbia incrementato di oltre il 13 per cento le proprie entrate turistiche portandosi a 43,7 miliardi di dollari mentre l’Italia, all’opposto, è passata dal 43 per cento al 41,2 con una flessione del 3,8 per cento in un solo anno? Quello di Macao è un turismo un po’ speciale, riguarda soprattutto il gioco d’azzardo, la città è come Las Vegas per gli Usa (Cina, Hong Kong e Macao registrano introiti turistici che eguagliano quelli degli Usa, più del doppio di Spagna e Francia, tre volte quelli dell’Italia che è poco sopra la Germania).

Attira più turisti la roulette che non Pompei, forse è il caso di farci un pensierino ...

Anche in Italia il gioco d’azzardo va forte, sebbene non attiri turisti ma prevalentemente poveracci e disperati nostrani, laddove il gioco d’azzardo, nel silenzio spesso complice dei media e grazie a una legislazione molto permissiva – con risvolti fiscali criminali visto che lo Stato biscazziere lucra sul gioco circa 8 miliardi l’anno – è diventato una vera piaga sociale.

Ma il gioco d’azzardo non era vietato?


sabato 28 dicembre 2013

Buon anno, America


Il congresso degli Stati Uniti il 19 scorso ha votato 633 miliardi di dollari a favore della spesa militare per il prossimo anno. Però non ha trovato 25 mld di dollari, meno dell’1 per cento della spesa federale complessiva, per sostenere il sussidio di disoccupazione per cinque milioni di persone che hanno perso il lavoro. In questo modo altri cinque milioni di disperati e le loro famiglie piomberanno nella miseria il prossimo anno, 1,3 milioni già da oggi.

Il Wall Street Journal della vigilia di natale, in un articolo dal titolo Big Rally Pumps Up Wall Street Bonuses, ci racconta che il Dow Jones Industrial Average nel 2013 è in crescita del 24 per cento, il compenso annuo per i dirigenti delle banche d'investimento è previsto con un aumento del 6 per cento e per gli operatori di borsa un 12 per cento in più rispetto allo scorso anno. La Morgan Stanley, per citare un esempio, quest’anno porterà il suo fatturato a 32,6 mld di dollari, con un incremento del 22 per cento.

Da ricordare che dal primo novembre, il governo federale ha iniziato ad attuare il taglio di 11 miliardi dollari in tre anni per il programma di assistenza alimentare (SNAP), comunemente noto come buoni pasto (ne ho parlato numerose volte nel blog, per esempio qui e anche qua). I tagli di bilancio riguardano anche centinaia di miliardi di dollari relativi a diversi dipartimenti governativi e programmi sociali, e vanno a colpire le condizioni di vita di decine di milioni di persone.


Il senso della democrazia sta nelle decisioni di politica economica, in cifre come queste.

venerdì 27 dicembre 2013

Requiem aeternam


Quando la salute di un paziente, contro le attese, peggiora visibilmente, bisognerebbe porsi domande sulla diagnosi e sulla terapia. E se il medico persiste con i suoi salassi nonostante il paziente sia morente, bisogna doverosamente metterlo in condizioni di non nuocere. Separare un simile archiatra dalla sua vittima, spesso risolve la situazione.

A fronte di una crisi tra le più gravi e persistenti della storia del capitalismo e dalla quale non si vede sbocco, non c’è un solo responsabile politico o economico che alla domanda se la diagnosi sulle cause della crisi sia corretta, postuli, almeno sotto il profilo teorico, un qualche dubbio sulle sue effettive cause, spostando i propri occhietti strabici sul modo di produzione capitalistico e le sue contraddizioni.

E invece questi irresponsabili persistono in una terapia, il modello ultraliberista, che si dimostra fallimentare ogni giorno di più. Essi si difendono nel dire che la colpa è del paziente che non segue pedissequamente la cura, dimostrandosi viepiù refrattario a dosi sempre più massicce di tagli alla spesa sociale e liberalizzazioni, dunque di opporre resistenza, l’ingrato ribaldo, al continuo salasso al quale è sottoposto.

Il dubbio, in questi signori, è assente, non solo perché individualmente sono dei saccenti cialtroni, ma perché in cuor loro (posto che ne siano provvisti) sanno bene di essere i primi responsabili dell’attuale disastro, e sono altresì ben coscienti che chiamare in causa il modo di produzione capitalistico sulle responsabilità dirette della crisi significherebbe pronunciare una sentenza di condanna a morte per il sistema, segnatamente per la classe sociale alla quale essi stessi appartengono.

giovedì 26 dicembre 2013

Aspettando i Magi


In clima natalizio cerco in internet delle immagini in alta definizione del Corteo dei Magi (Viaggio dei re Magi a Betlemme) di Benozzo Gozzoli, affrescato nella cappella di Palazzo Medici, sito in via Cavour, all’epoca via Larga. Purtroppo non possiedo una monografia del Gozzoli (non ancora), e nella Storia dell’arte del Gombrich è riprodotta una sola parete del ciclo di affreschi. Cercando, dicevo, m’imbatto in questa sommaria descrizione degli affreschi di tale Serena Nocentini (tra l’altro, direttrice dell’ufficio diocesano dell’arte sacra di Arezzo), nel sito ufficiale del “Museo Benozzo Gozzoli”.

E, trattandosi del sito ufficiale, è doveroso partire con una palese cazzata: “Già nel 1442 Papa Martino V aveva concesso ai Medici il permesso di costruire una cappella privata”. Ora, Martino V mi dice poco, ma salta agli occhi che la data non può corrispondere a realtà, in quanto papa Eugenio IV, un pontefice centrale nella storia della prima metà del Quattrocento, regnò a lungo, praticamente per tutti gli anni Trenta e buona parte dei Quaranta (m. 1447). Un papa veneziano, l’Eugenio IV, della famiglia Condulmer, la cui madre era una Correr. Un po’ come dire Colonna od Orsini a Roma, Visconti o Borromeo a Milano, Cutolo a Ottaviano di Napoli, ecc..

mercoledì 25 dicembre 2013

Buon appetito


Buon Natale. Il pranzo di questo giorno di festa è in genere davvero speciale. Si consumerà molta carne, pollo e maiale in particolare, e anche molto pesce. La produzione industriale di questi alimenti è molto simile: allevamento intensivo e massiccio impiego della chimica.

Si pensi al salmone, fresco o affumicato, il quale è stato definito l’alimento più tossico del mondo. Sarà vero? Non che con i gamberi si scherzi, nutriti ad ormoni nelle oltre mille piscicolture brasiliane, per esempio. La definizione tranchant è stata data in un programma su France 2 che ha riguardato il settore dell’acquacoltura norvegese del salmone, un settore definito come un mondo segreto, opaco, laddove l’impiego di pesticidi è massiccio, l’inquinamento dei fiordi con le feci di milioni di grossi pesci ristretti in spazi limitati, la presenza di PBC, diossine e altre sostanze tossiche.

martedì 24 dicembre 2013

I NUOVISSIMI


« una nuova generazione messa alla prova è in grado di affrontare e risolvere problemi che erano lasciati lì da decennî, ventennî, trentennî. »

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Enrico Letta, classe 1966, si laurea nel 1994 in scienze politiche.

Per raggiungere Europa ci vuole l'elica di Crick


Natale con la Rai. Il link dell’ufficio stampa della Rai è una miniera di quelle informazioni a cui alludevo nel post di ieri. A proposito della presentazione di una recente puntata di Report, il comunicato inizia così:

« ... Per fare un tavolo ci vuole un albero, ... per fare un fiore ci vuole un seme”, così cantava Sergio Endrigo, riprendendo una filastrocca di Gianni Rodari. Era il 1973. Un anno dopo due ricercatori americani, Watson e Crick, presentavano al mondo l’elica del Dna. Così, se Endrigo quella filastrocca la cantasse oggi, dovrebbe dire che per fare un seme ci vuole un brevetto. Un viaggio inchiesta nell’intreccio che lega industria chimica e semi coperti da copyright».

A scrivere queste cinque cazzate in cinque righe pare sia Piero Riccardi, “autore e produttore televisivo dal 1977”, pluripremiato per reportage, documentari, film per la tv, inchieste giornalistiche per diversi programmi Rai, tra cui Mixer, Report, Speciali Tg1, Rai Educational.

Ecco, per fare un tavolo ci vuole il legno (come diceva giustamente Rodari), ma per istruire a dovere il popolo ci vuole certa televisione.

lunedì 23 dicembre 2013

La "scienza" dei calli


Perché diamo credito a molte sciocchezze e ci comportiamo di conseguenza? Per quale motivo diamo, per esempio, credito a certi rimedi psudo-curativi e a cose di questo genere? Sono molti i  motivi, e c’entra molto l’ignoranza, ma non sempre s’è vero che migliaia di medici prescrivono prodotti omeopatici, e altre migliaia di medici, di veterinari e numerose università di tutto il mondo sono impegnati in quelli che chiamano progetti di ricerca. C’entrano senz'altro enormi interessi, come nel caso della Borion e di Jacques Benveniste, le cui balzane teorie – non più sulla cosiddetta “memoria” dell’acqua ma sulla trasmissione delle proprietà biologiche delle sostanze mediante trasmissioni radio !! – finirono, a quanto sostiene Wikipedia, ad interessare il Dipartimento della difesa statunitense per eventuali applicazioni militari.

domenica 22 dicembre 2013

Il Cetto Laqualunque della provvidenza


In un post dell’ormai lontano 12 luglio 2010, scrivevo di come “la borghesia stia attualmente riflettendo, di fronte alla crisi e al palese fallimento del sistema,  sui modi e i mezzi per smantellare i diritti democratici e di istituire nuove forme di governo autoritario” (chiaro che per diritti democratici intendo quelli borghesi, regolati sui rapporti di proprietà capitalistici).

Le acute contraddizioni innescate dalla fase della cosiddetta globalizzazione scatenano delle forti tensioni sociali ed è dunque necessario, da parte dei sistemi ideologici ufficiali, spostare il discorso pubblico dalle cause reali della crisi economica a quelle più generiche di natura politica, diffondendo la percezione della necessità e dell’urgenza di rigenerare il sistema politico-istituzionale allo scopo di gestire la situazione di emergenza, laddove quasi più nessuno ritiene ormai che partiti e parlamenti siano in grado di affrontare il livello di sfide straordinarie che ci stanno di fronte.

Per quanto ci riguarda direttamente, ciò che si chiede da molte parti, dagli editoriali del Corriere della sera ai vari movimenti di protesta sociale, è in sostanza l’azzeramento dell’attuale classe politica e il commissariamento del paese, il quale verrebbe affidato a un non ancora ben individuato deus ex machina che, ricevuta carta bianca, metterebbe a posto le cose.

sabato 21 dicembre 2013

Se questa è la sinistra ...


« […] era chiaro che il denaro e il potere stavano finendo nelle mani di gente al cui confronto il capo di un villaggio sovietico sarebbe parso una miniera di buonsenso e di cultura».
(Francis Scott Fitzgerald, Good Luck & Goodbye).

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A vederli, quelli di Casa Pound, ti accorgi che sostanzialmente sono gli stessi fascisti di quarant’anni fa. Culturalmente sono sottoterra, hanno la stessa concezione della realtà economica capitalistica che aveva il poeta da cui trae nome la loro organizzazione, un mentecatto che dai microfoni dell’Eiar faceva discorsi deliranti contro le potenze demo plutocratiche e i perfidi ebrei nel momento stesso in cui l’Europa intera era sotto il dominio feroce dalla svastica.

E la sinistra? Non esiste, s’è detto già in tempi lontani e con molta ragione. Del resto se è quella rappresentata, nella migliore delle ipotesi, da soggetti come Alessandro Gilioli, stiamo freschi. Scrive nel suo blog: “insegnano Malthus, Keynes e Stiglitz  che quando la ricchezza si concentra in poche mani, il denaro si allontana dai consumi produttivi”. Il livello è questo, gli autori di riferimento anche, e non c’è da aspettarsi nulla di meglio.

Quante volte ho scritto in questo blog sulle reali cause della crisi? L’autore di riferimento è uno e uno solo, non potrebbe essere altrimenti, e tuttavia si tira in ballo Malthus, Keynes e Stiglitz per ripetere ovvie banalità !!

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giovedì 19 dicembre 2013

Sostiene Boldrini


L’altro giorno, scrivendo un post sui funerali di Nelson Mandela, ho citato incidentalmente la presidente della camera, signora Laura Boldrini. Non ho fatto riferimento e commentato in alcun modo il fatto che si sia valsa per l’occasione di un volo di Stato per raggiungere il Sud Africa, né tantomeno che si sia fatta accompagnare dal proprio compagno (polemica meschina) e da numeroso seguito (polemica giustificata). Se la presidente aveva titolo per recarsi con un volo di Stato in Sudafrica, non vedo alcun motivo per sollevare polveroni.

Ha fatto dunque bene la presidente Boldrini ad indirizzare questa lettera al direttore di Repubblica per precisare e chiarire la sua posizione, in un’epoca in “cui l’urlo è merce assai più diffusa del ragionamento” (e che la mercificazione dei rapporti pervada tutto ben lo sappiamo). Dove mi ha convinto molto meno la lettera della presidente è laddove ella assume come assolutamente legittima “la mia scelta di rappresentare la Camera dei deputati alla commemorazione di Nelson Mandela”. Dunque si tratta di una scelta personale, legittima forse, ma in questo caso legittimo non suona sinonimo di opportuno, tantomeno di dovuto, visto che l’invito alle esequie era rivolto ai capi di Stato e di governo.

mercoledì 18 dicembre 2013

Illusioni online



Non inattesa e però corale è stata la levata di scudi contro la cosiddetta web-tax, e sarebbe il caso di chiedersi perché. L’emendamento, poi ritirato, era un tentativo di tassare le multinazionali che con strategie di contabilità fiscale complesse sfruttano le scappatoie fiscali e le differenze nelle aliquote d’imposta tra i paesi d’Europa. In tal modo – tra l’altro – esse possono praticare prezzi di mercato più favorevoli fino a quando hanno raggiunto il monopolio in un determinato settore di attività, cosa peraltro già abbondantemente avvenuta.

Si può criticare quanto si vuole l’emendamento, ma sostenere, come hanno fatto certi, che si tratta di un’iniziativa “ridicola” perché avrebbe avuto ricadute negative per le piccole aziende e le start-up se queste fossero state costrette, per vendere i propri servizi in Italia, ad aprire una partita Iva, questo sì che è veramente ridicolo. Poi ci lamentiamo che le imprese italiane operanti in questi settori non sono concorrenziali, non sono innovative e licenziano invece di assumere.

Non c’era da farsi illusioni su quell’emendamento, così come non c’è da farsene su una futura legislazione europea che metta in qualche modo in paro le cose. Non c’è insomma da aspettarsi alcunché da parte della classe politica italiana e internazionale imbevuta di teorie cervellotiche e sottomessa agli interessi di classe che promuove. Se qualche tiepida legge verrà fatta passare in futuro, sarà per concessione e allo scopo di mettere qualche toppa a giganteschi buchi di bilancio statale.

Pd: il partito-Stato reggicoda delle multinazionali


Scrive Repubblica a proposito della legge finanziaria che ora chiamano di stabilità:

L'esame del provvedimento si è concluso a notte fonda. Tra le novità principali la riformulazione della web tax, contestata da Matteo Renzi: uno dei fiori all'occhiello del Pd, sponsorizzato in prima persona dal presidente della Commissione, Francesco Boccia, è stato riformulato per non penalizzare troppo [??!!] i giganti e tutte le imprese che operano su internet. Dopo il nuovo attacco del neosegretario Pd, dalla nuova versione della cosiddetta google tax è scomparso l'obbligo di aprire partita Iva per tutti i soggetti che effettuano il servizio di commercio elettronico diretto o indiretto.

… un emendamento che evita di pagare gli oneri di urbanizzazione per la costruzione di una centrale elettrica (una norma che potrebbe riguardare Enel, Sorgenia, A2a). …. E' stato ritirato l'emendamento del Pd sulla Tobin tax, la tassa sulle transazioni finanziarie. La proposta di modifica, presentata da Luigi Bobba, puntava ad allargare la platea della tassa a tutti i titoli (esclusi quelli non speculativi come i titoli di Stato).


Cade la maschera dello Stato formalmente indipendente dal capitale, il ruolo del Pd quale partiti-Stato è negli atti concreti di governo, nel rapporto di dipendenza sostanziale dal movimento del capitale, quello stesso movimento che nel disegno imperialista ha stabilito che l’Italia deve restare colonia, terra di conquista delle multinazionali più forti e cimitero di piccole e medie imprese spazzate via dalla concorrenza più agguerrita del mondo.

martedì 17 dicembre 2013

Le tasse e chi non le paga


Robert Kennedy, allora segretario alla giustizia nell’amministrazione del fratello, al ritorno da un viaggio in Asia, raccontò, nel corso dell’annuale banchetto dell’Associated Press, un episodio della sua visita in Indonesia, poi riportato anche dal New York Times il 24 aprile 1962.

Dopo un suo discorso, nel corso di un’affollata riunione di studenti, uno di questi definì gli Stati Uniti d’America un sistema di capitalismo monopolistico. Kennedy affermò di aver risposto così: «Bene, vediamo dunque di chiarirci le idee. Come rappresentante degli Stati Uniti ti prego di spigarmi che cosa vuoi dire con l’espressione capitalismo monopolistico. Che cos’è che giustifica questa tua definizione, che cosa intendi per capitalismo monopolistico?».


lunedì 16 dicembre 2013

Il Papa furbo


L'attuale pontefice di santa romana chiesa afferma: «L’ideologia marxista è sbagliata». Anche i suoi predecessori la pensavano e dicevano uguale, ed è in particolare a uno di essi che Bergoglio avrebbe potuto riferirsi esplicitamente o almeno alludere, ossia a Leone XIII e alla sua famosa enciclica Rerum novarum. Invece, più furbo di ciò che alcuni ritengono, egli svicola, poiché sa bene che quell'enciclica e tutto ciò che gli è andato dietro sono cazzate che potevano andar bene nella propaganda di una società prevalentemente agraria. Oggi è anacronistico dire che "Iddio ha dato la terra a uso e godimento di tutto il genere umano e perciò non si oppone al diritto della proprietà privata". E poi Bergoglio ha bisogno d'includere, non di dividere. Sa bene quanti "marxisti" adoranti vi sono in circolazione. 

Parentesi: allo stesso modo dei papi di Roma la pensano anche milioni di persone, probabilmente la maggior parte delle persone di ogni classe sociale e livello d'istruzione, senza essere cattolici e soprattutto senza aver letto una riga, dico una, di quelli che sono i fondamenti di tale ideologia, vale a dire i fondamenti scientifici di quella dottrina politica.

domenica 15 dicembre 2013

Tir


Ieri sera mi trovavo in un negozio e con la titolare, con la quale sono in confidenza, stavamo accennando della manifestazione con distribuzione di volantini che stava avvenendo a poche centinaia di metri da noi. Era presente un signore che credevo il cognato, invece era un semplice amico. Costui, con molto garbo e pacatezza, è intervenuto nel discorso che stavamo facendo con delle osservazioni molto più generali, sulla globalizzazione e dintorni. Persona certamente informata, ripeteva pedissequamente i soliti argomenti scalfariani, compresa la cosiddetta teoria dei vasi comunicanti. Inutile replicare quando le convinzioni si sono sedimentate tanto in profondità. Questo riferimento è solo per dire dell’influenza esercitata dal giornalismo ammantato di pragmatismo e che invece serve ben concreti interessi.

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Cani da tenere al guinzaglio


Se la signora Boldrini ha un diamante al dito (o da qualsiasi altra parte) è un De Beers. Viene dalle stesse miniere nelle quali sono sfruttati come schiavi i fratelli neri di Nelson Mandela. Chissà se nel suo viaggetto in occasione delle esequie del Mandela ha potuto dare un’occhiata a Johannesburg. Si sarà allora certamente accorta che l’apartheid effettivamente non esiste più, e i neri finalmente possono ora passeggiare per il centro (downtown), che però non è più quello di una volta, il cuore finanziario e commerciale della città. Il razzismo è stato sostituito dal classismo. Anzi, sono due facce della stessa moneta. Una volta viene croce e un’altra viene testa. E tu, qualunque faccia mostri la moneta, resti sempre un negro. Con una differenza. Mentre prima eri un negro solo per i bianchi, ora sei un negro anche per la ristretta fascia sociale di neri arricchiti. Quanto ai bianchi essi continuano a condurre una vita di tipo coloniale: vivono in case bellissime e a buon mercato per gli standard internazionali, hanno la possibilità di assumere lavoratori locali (meglio se dello Zimbabwe, c’è una gerarchia di preferenza anche per gli schiavi neri) per i servizi in casa e fanno vita sociale tra di loro, abituati alle strette misure di sicurezza, come il filo spinato e le guardie a proteggere le case, e alle cautele necessarie quando si circola, se non si vuole essere rapinati.

sabato 14 dicembre 2013

Lo spartito


L’editoriale di Marco Revelli che segue mi è stato segnalato dall’amico Luca, non l’avevo ancora letto quando l'altro ieri ho scritto il mio post sullo stesso argomento. Noto come Revelli usi l’espressione che ho usato anch’io per definire queste manifestazioni dei nuovi poveri: jacquerie. Ciò che impressiona leggere – impressiona sempre, anche quando già conosci quei dati – è il numero delle attività che stanno chiudendo, il numero dei nuovi marginali, d’interi ceti professionali proletarizzati, anzi, ridotti a Lumpenproletariat, tanto per usare un altro termine. È solo questione di tempo e di numeri. Come vado scrivendo qui ormai da quattro anni, fino a quando la massa delle pensioni e degli stipendi pubblici verranno sostanzialmente garantiti, il sistema reggerà. Poi, inevitabilmente, sarà sangue. L'Italia non è la Grecia. Sarà una conseguenza logica delle cose, e LORO lo sanno. Perciò hanno attivato la gabbietta, e attraverso i media mettono in cattiva luce questo genere di proteste sociali e cercano anche di nasconderle. Sono molto più diffuse di quanto ci raccontino televisione e giornali.

venerdì 13 dicembre 2013

L'ultimo nastro



Ve lo ricordate Craxi? Vent’anni fa, chi l’avrebbe detto che …. . E D’Alema, ve lo ricordate, quello dei bombardamenti sulla Serbia? Non nebbia, ho detto Serbia! Però di Berlusconi, eh, solo qualche anno fa, quello sì che ve lo ricordate! Vagamente? E se non vi ricordate di Berlusconi come facite a ricordate Letta Enrico, chillo che disse (scusate, mi viene ancora il singhiozzo dal ridere, troppo forte) che il finanziamento pubblico ai partiti era stato abrogato, e fu pure creduto da alcuni, dai giornalisti della Rai per esempio. Certo, per contratto. Non vi viene, eh? Fa niente, era un morente già quando giurò davanti a Napolitano. Come chi? Il presidente Napolitano, nemmeno chisto ve ricurdate? Allora è Alzheimer, caro Krapp.

A quanti interessa?


Che cosa dice il primo articolo comma secondo della costituzione? Sicuri che poi in realtà è proprio così come recita la costituzione? Secondo l’ambasciatore germanico a Roma le cose, per quanto riguarda la nostra sovranità, stanno diversamente non solo nella sostanza ma anche nella forma. Afferma in questa intervista:

«Il trasferimento di sovranità nazionale in senso classico c'è già stato. Non nasce oggi. Oggi stiamo parlando di un modo di attuare quanto è già deciso ed è un'attuazione in parte su base volontaria».

Questo sì che è parlar chiaro: la sovranità nazionale, quella che secondo la costituzione dovrebbe appartenere al popolo, non esiste più. È stata trasferita altrove, fuori dai confini nazionali. E, difatti, sottolinea l’ambasciatore, «nella sostanza si tratta solo di applicare quel trasferimento di sovranità che è già implicito negli accordi accettati in passato».

Chiede l’intervistatore: «Un'idea tedesca è quella degli "accordi contrattuali" dell'Europa con i singoli Paesi sulle riforme. Non teme che qualcuno possa sentirsi commissariato, messo sotto tutela?».

Risposta puntuale dell’ambasciatore tedesco:

«Mi pare sia un'idea che la stessa Cancelliera ha avuto per prima. E capisco queste esitazioni. Ma gli accordi contrattuali non sono che una nuova dimensione della politica europea».

giovedì 12 dicembre 2013

12 dicembre 1969 - 12 dicembre 2013: cambiano le forme ma la strategia è la stessa


La sinistra si è suicidata da così molto tempo che ormai non ci si ricorda nemmeno più se essa sia effettivamente esistita o si tratti di una leggenda. Sicuramente non possono rammentarla gli attuali ventenni e trentenni, per quanto pure i quarantenni ne abbiano sostanzialmente solo sentito parlare. Insomma, il ricordo della sinistra – qualunque cosa essa possa essere stata – è roba da vecchi o quasi, oppure esiste in epifanie che quanto a notorietà ed impatto sociale sono da considerarsi semiclandestine.

Perciò la jacquerie di questi giorni, quella cosiddetta dei “forconi”, va guardata con attenzione poiché essa è sintomo certo del malessere sociale generale, e tuttavia va anche intesa nei suoi connaturati limiti, essendo un fenomeno spontaneistico e senza indirizzo politico che non sia quello della rabbia e della protesta. È comunque l’unica agitazione sociale in essere e sarebbe sbagliato non prenderne in considerazione le motivazioni e le dinamiche, se però, appunto come dicevo, esistesse una sinistra sociale, ancorché estinta in ogni sua rappresentanza politica, capace d’un qualche sussulto attivo.

mercoledì 11 dicembre 2013

Domandine retoriche e considerazioni postprandiali


Non so quanti abbiano fatto caso alle ultime dichiarazioni del prof. Romano Prodi in merito alle privatizzazioni (qui). Dice, in particolare: “Privatizzazioni vuol dire certamente che lo Stato recupera dei soldi, ma bisogna preparare una strategia per il futuro. Se si fanno in fretta non si raggiunge nessuno degli obiettivi”.

Non è vero che le privatizzazioni sono state fatte in fretta a causa di particolari urgenze; è vero piuttosto che sono state fatte male e allo scopo precipuo di smantellare un certo tipo di assetto statale e del welfare per favorire una manica di ladri con la complicità delle grandi banche d’affari anglofone, le quali poi, in non pochi casi, ebbero a gratificare i manovratori con incarichi milionari o ascese politiche.

Tanto è vero che le privatizzazioni sono cominciate negli anni Ottanta, ben prima del famoso Britannia, e non solo in Italia. E v’è da dire che esse hanno ovviamente avuto un peso ben maggiore nei paesi, per l’appunto come il nostro, dove più marcata era stata la scelta per l’economia mista e dov’era infuriata per decenni la lotta, senza esclusione di colpi, tra fazioni della borghesia, ossia tra capitale pubblico e privato.

martedì 10 dicembre 2013

Un'ora segnata dal destino batte nel cielo della nostra patria


Insisto. Chissà cosa succederebbe laddove in Spagna, Francia, Inghilterra o Germania il parlamento fosse dichiarato illegittimo sotto il profilo costituzionale. È quanto è successo in Italia dove la legge elettorale con la quale è stato eletto è stata dichiarata illegale. Si tratta di un fatto enorme dal punto di vista delle regole democratiche e, però, chi le tira in ballo da mane a sera questa volta preferisce glissare parlando di elezioni nel 2015 (la “stabilità” innanzitutto), dopo aver approvato, dando tempo a un parlamento illegittimo di approvare, se mai lo farà, una nuova legge elettorale. A titolo esemplificativo, si provi a dare attuazione a una qualsiasi deliberazione in un’assemblea condominiale dichiarata illegittima dal più modesto organo giurisdizionale.

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lunedì 9 dicembre 2013

A scelta


Siamo noti per essere un popolo di santi e di artisti della truffa (i due titoli sono solo apparentemente inconciliabili), di grandi e piccoli inquinatori, di molestatori abituali della quiete altrui, di scafati allenatori di calcio e ovviamente di smaliziati giuristi (si discute – e non solo al bar – se il pedone investito sulle strisce avesse o no la precedenza).

E dunque si stanno affacciando da ogni dove le interpretazioni giuridiche in merito al significato e alla portata da attribuire all’ormai famosa sentenza. La corte costituzionale s’è espressa chiaramente in merito ai quesiti posti: la legge elettorale vigente è, in più punti, illegittima, termine sinonimo d’illegale.

domenica 8 dicembre 2013

Poveracci


Non so come altro definire delle persone che si ostinano, dopo oltre sessant’anni di prese per il culo (dunque: da generazioni), a credere di poter contare qualcosa, d’indirizzare in qualche modo la politica e le sue scelte (ma quali?). Proprio in questi giorni ho avuto altre innumerevoli conferme della confusione dei ruoli tra servitori e servi, tra miserie quotidiane e rivendicazioni di una superiore funzione di questo e quell’altro, della politica e delle istituzioni borghesi. I nostri comportamenti finiscono così per obbedire “naturalmente” alle costanti del dominio economico, innanzitutto al linguaggio della merce che è poi quello dei padroni, quello dello scambio, del lavoro e del profitto, dell’appropriazione e delle astrazioni monetarie che la casta sacerdotale di questo sistema dice di decifrare per farsi intendere dalle creature umane, salvo i segreti sigillati e rinchiusi nelle più impenetrabili e immateriali casseforti.

giovedì 5 dicembre 2013

Fuorilegge


Le sentenze vanno rispettate, dicono i legulei. Tanto più alla lettera se pronunciate dalla corte costituzionale, la quale non si esprime su questioni di lieve conto. E ci dice in concreto che i parlamenti eletti e in carica negli ultimi otto anni erano e sono illegittimi(*), ossia fuorilegge. E la sola cosa che gli interessati, ossia i fuorilegge e i media (tutti) che gli tengono bordone, non trovano di meglio da dire è che aspettano di leggere le motivazioni, tra qualche settimana, nell’anno nuovo. Con tutto comodo, tanto sanno che non cambierà proprio nulla.

Dopo decenni di controrivoluzione sociale e nel pieno dispiegamento della dittatura del capitale multinazionale e finanziario, fa un certo effetto sentire un organo supremo dello Stato dichiarare illegittimo il parlamento. Se si è arrivati a questo punto, è segno che i parlamenti non contano davvero più un cazzo, che i parlamentari sono ridotti a meri ratificatori di decisioni prese altrove. Un fatto che è diventato un pericoloso (per loro, ovviamente) luogo comune.

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mercoledì 4 dicembre 2013

Un popolo di vigliacchi



La vicenda dell’imu che da dieci mesi tiene banco, così come moltissime altre di simili, dimostra la strategia di questo governo e della classe politica: mantenere il paese in uno stato permanete di eccitazione, di ansia, di paura. Si tratta di personaggi infimi e squallidi che non saprebbero gestire nemmeno un piccolo negozio di ferramenta. Sanno solo svalutare salari e pensioni, svendere il patrimonio pubblico o mandarlo a ramengo, aumentare le tasse. È il gioco delle tre carte. Sono senza scrupoli e incapaci di un solo gesto di dignità, che poi sarebbe quello di togliersi dai coglioni. Al resto pensa l’aristocrazia finanziaria che un boccone dopo l’altro si sta mangiando tutto, compresa la Banca d’Italia. Allo Stato resta solo il ruolo di garantire i loro titoli di proprietà e di trasformare ciò che resta dell’assetto industriale in funzione dell’esportazione. Un popolo di vigliacchi non muove un dito.

lunedì 2 dicembre 2013

Per scherzo, ma non troppo


Prendo a mo’ d’esempio un personaggio politico, tra i molti che hanno una robusta opinione di sé e che sanno fischiare tutti i motivetti della demagogia plebea, ossia il signor Renzi Matteo, e ciò che egli propone – quale segretario designato del partito democratico e aspirante demiurgo della derelitta Italia – per la rinascita di un paese che se si dovesse definire come riflesso della sua classe politica bisognerebbe chiamarlo il paese di Procuste.

Prima una breve premessa.

Jenny


Oggi ricorre l’anniversario della morte di Johanna Bertha Julie von Westphallen, nota più semplicemente con il nome di Jenny e per essere stata la moglie di Karl Marx, il “filosofo del comunismo” (così è definito in wikipedia!). Ebbero sette figli, sei vivi. Jenny morì dopo una lunga malattia e, nonostante questo, nei suoi ultimi giorni si dava ancora cura di far uscire su un giornale francese, allo scopo di “spaventare i clericali francesi”, la dichiarazione di un vescovo irlandese che si dichiarava contro la proprietà fondiaria (non quella della chiesa, ma quella privata ovviamente). Scrisse, dal 1875 al 1877, alcuni articoli per la Frankfurter Zeitung (con uno pseudonimo maschile), di argomento teatrale (in questo sito), e anche dei taccuini biografici, non tradotti in italiano.


Sulla mia scrivania c’è sempre il ritratto di questa donna molto coraggiosa e controcorrente, perciò ogni giorno non le faccio mancare il mio saluto. Senza di lei Marx non avrebbe potuto essere ciò che è stato.

domenica 1 dicembre 2013

L'errore di Marx



Lo sciocchezzaio trasmesso in queste ore a riguardo dei signori delle “primarie” è solo uno dei sintomi della piena disgregazione economica, morale e intellettuale di un paese che non può permettersi troppo spesso, senza gravissime conseguenze, le stesse stupidaggini. E che tuttavia …..

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Su altri versanti c’è da segnalare l’ormai consueto tentativo, che ben alimenta la situazione di disgregazione anzidetta, di screditare Marx, le cui convinzioni sarebbero basate “su alcuni presupposti risultati errati in radice, pur se sarebbe stupido [e ci mancherebbe] buttare a mare la sua opera (scientifica e non meramente ideologica) che ha ancor oggi alcuni punti di forza”, anche se tuttavia egli è “superato per una serie d’ipotesi riguardanti la dinamica del modo di produzione capitalistico”, che è come dire che Marx non ha ben compreso la chiave del fenomeno storico-sociale capitalistico poiché riteneva che esso fosse l’espressione ultima della società divisa in classi irriducibilmente antagonistiche.

Dunque, giusta l’analisi delle leggi e contraddizioni che fanno capo al modo di produzione capitalistico, errata la prospettiva storico-sociale che vede proprio le contraddizioni in sviluppo del capitalismo creare le premesse per il suo superamento. E ciò sarebbe confermato dal fatto che finora il capitalismo tiene botta.  L'accusa precisa è questa:

«la dinamica capitalistica non condusse, secondo quanto supposto da Marx, ad una proprietà puramente assenteista (non più in possesso delle capacità direttive della produzione), da una parte, e al lavoratore collettivo (od operaio combinato, “dall’ingegnere all’ultimo manovale”), al polo opposto e antagonista del “quasi signore”, quale si credeva fosse divenuto il capitalista».

Mi pongo alcune domande (retoriche).