lunedì 7 marzo 2011

Nemesi



In un post del 18 febbraio scrivevo: l’unico potere che ormai tenga testa a Berlusconi è quello giudiziario, per la semplice ragione che gli altri due poteri sono stati assunti in proprio, acquistati con denaro, dallo stesso Berlusconi. L’accentramento diretto da parte di una sola persona di tutti i poteri dello Stato, distingue una qualunque democrazia dispotica da un regime apertamente fascista. È a questo che Berlusconi e i suoi alleati stanno puntando, seppure tra un rinvio a giudizio e l’altro.
Bisogna però anche dire come si è arrivati a questo punto, all’offensiva di questi giorni contro la magistratura, alla “riforma epocale” che mira a mettere fuori causa una magistratura che di una seria riforma ne avrebbe proprio bisogno, visto che si tratta di una casta d’intoccabili con non pochi privilegi e prerogative davvero esorbitanti.
Il fascismo degli anni Venti non fu colpa solo della monarchia, della confindustria e degli agrari, del protagonismo di masse poste in movimento dalla guerra. Fu anche il risultato delle divisioni della sinistra, dell’appoggio diretto e indiretto dei popolari, cioè della convergenza d’interessi tra Vaticano e fascisti.
Berlusconi e le sue “riforme epocali”, compresa quella elettorale, non sono lì per caso, ma soprattutto a causa della supponenza di alcune “intelligenze” della sinistra liberale e di quella massimalista, dell’inciucio esplicito o di fatto tra cattolici (Prodi, Casini e molti altri) e fascisti, Berlusconi, Bossi e Fini.
Quando un’opposizione si riduce, soprattutto, a raccogliere le firme nelle piazze, nei gazebo, per battere la reazione di destra e i disegni eversivi di Berlusconi, vuol dire che sul piano politico, della proposta e della lotta, dentro e fuori il Parlamento, è morta.

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