venerdì 11 marzo 2011

Concerto per violini scordati

Mi sono rivisto un pezzetto di Sottozero, la trasmissione condotta dall’ex giornalista di Servire il popolo, organo ufficiale dell’Unione comunisti italiani, dove ieri sera Tremonti e Scalfari hanno dato il meglio di sé, quali sommi rappresentanti, ognuno nel suo regno, dell’Italia odierna. È lo stesso Tremonti che in un’intervista al Corriere della Sera sosteneva che la Fed nel 1929 non esisteva! Ed è lo stesso Scalfari di sempre, quello che dice che la crisi degli anni Trenta finì nel 1940 (nel 1941 gli Usa avevano ancora 10 milioni di disoccupati ufficiali). Afferma il vecchio saggio di Civitavecchia: “la crisi del 1929 diventò poi da una crisi  di borsa una crisi di sottoconsumo e di inflazione vertiginosa in Europa due anni dopo perché la crisi diventò mondiale e in particolare europea nel 1931”. Scalfari confonde (il suo forte è la mistica) la crisi degli anni Trenta con l’iperinflazione tedesca degli anni Venti. Negli anni Trenta di tutto si trattò tranne che d’inflazione. Anzi, fu il decennio della deflazione per antonomasia. E quanto alla “crisi di sottoconsumo” meglio lasciar perdere.

Un guazzabuglio di sottigliezze metafisiche spacciate per analisi, per lettura implacabile dello sviluppo reale, laddove la cosa più concreta, ma anche più comica, è apparsa essere uno scarabocchio su un foglio di carta. Abbiamo così scoperto che la speculazione specula e il capitale sfrutta le “opportunità”. La causa di tutti i mali sarebbe stata il moto accelerato impresso alla globalizzazione deciso “a Marrakech”, nel 1994. Per gli autori del misfatto s’invoca una nuova Norimberga. Con queste analisi i partigiani della menzogna indiscutibile s’ingegnano di convincerci che, fosse dipeso da loro, tutto sarebbe filato liscio come l’olio. Come se fosse possibile stabilire delle regole, dei confini al “mercato” o alla speculazione finanziaria. Come se all’impossibilità di produrre profitti sufficienti in casa propria il capitale si facesse scrupoli di ordine patriottico.
In un paese dove regna la malavita, la corruzione, l’evasione fiscale, la pirateria tariffaria, lo spreco sistematico, il saccheggio criminale, una burocrazia pletorica e crudele, ordini professionali medievali, una volta formato un certo personale di servizio, non si distrugge più e recita per decenni il ruolo che ha imparato.

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