mercoledì 31 marzo 2021

C'era in America e c'è ancora


 

Se i coloni americani combatterono per la libertà, liberandosi dal giogo inglese, perché non affrancarono i loro schiavi neri? Non avevano gli stessi “diritti naturali” dei bianchi? Non fu questa la principale contraddizione della guerra d’indipendenza americana e l’inestinguibile difetto del loro sistema sociale?

Non bastava oltretutto liberarli dalle catene, poiché nel Nord non vi erano solo schiavi, ma anche neri liberi. Liberi fino a che punto? Non certo nei diritti più elementari, quelli stabiliti dalla Costituzione: “Tutti gli uomini sono creati uguali, il loro creatore ha donato loro determinati diritti inalienabili, tra cui quello della vita, alla libertà e alla ricerca della felicità”.

martedì 30 marzo 2021

La lettera di Paul McCartney

 


La lettera in questione, così come riprodotta nelle foto in tutti i siti che hanno ripreso la notizia, forse è stata tagliata, nel riprodurla, proprio dal lato della data. Ad ogni modo si sostiene con convinzione che la data della lettera sia quella del 1989. Il sito che la mette invendita, riproduce anche la busta con la quale sarebbe stata spedita la lettera dell’ingrato e pidocchioso “miliardario Paul McCartney”.


La data del timbro postale è: 5 sep. 1962. L’indirizzo del mittente, come si evince chiaramente dalla lettera e dal retro della busta, è Soho Sq. London, 1, sede della MPL, fondata nel 1969 ed editrice musicale di Paul, ma solo dal 1970. Alla busta manca gran parte del francobollo. La cosa è davvero curiosa e non odora di buono.


 




Il voto paga solo chi viene eletto

 

Dovevano aprire il Parlamento come una scatoletta di tonno. Latouche li assolve per inesperienza, ossia per non aver commesso il fatto. Non avevano mai visto aprire una scatoletta di tonno, non sapevano che si apre dall’esterno. Se sei all’interno, vuol dire che sei un tonno, nuoti seguendo la corrente e il branco di cui inevitabilmente fai parte.

Potevano seguire due strade: tentare di aprire le scatolette di tonno dell’esterno, ma per farlo ci vuole strategia e coraggio. Soprattutto non avere conflitto d’interessi con la propria posizione sociale. E Dio sa quale conflitto d’interessi ha Beppe Grillo a cominciare dai suoi conti correnti.

Il quale ora punta a fare un po’ di mattanza tra i suoi “inesperti”, invocando come irrinunciabile la misura dei due mandati.

L’altra strada era un accordo programmatico con Bersani, ossia fissare alcuni punti e procedere con quelli. Ma ciò significava suicidare l’amor proprio, che era tanto, e venir meno alla parola data, che era una sola e irrevocabile: mai con il Pd. Poi, a difesa delle posizioni acquisite nella scatoletta di tonno, gli “inesperti” si sono uniti more uxorio con il Pd a maggioranza renziana.

Il loro “elevato” ha fatto da paraninfo.

Ad ogni modo, non c’è punto di programma che si possa realizzare senza pestare i piedi a qualcuno, fosse pure un collettivo di sfrattati, il personale Alitalia, le lobby dei commercialisti, dei concessionari di stato o dei barbieri. Insomma non è il caso nemmeno di provarci in un paese in cui non si può decidere nemmeno chi deve avere la precedenza al vaccino prima di giornalisti, avvocati e magistrati.


lunedì 29 marzo 2021

L'on-line rende liberi

 


Lavoro, scuola, salute, acquisti, intrattenimento, rapporti sociali, tutto o quasi avviene sempre più “on-line”. Abbiamo più tempo e possiamo muoverci liberamente, nell’ambito dei nostri cubicoli domiciliari.

Non più le attese nei negozi, la ricerca spasmodica di un parcheggio, i figli da portare a scuola, il tempo tiranno che corre via, ora bastano pochi clic e la vita ci sorride.

Per non dire delle lunghe estenuanti code davanti ai negozi nell’epoca sovietica, documentate puntualmente dalle nostre libere televisioni. Che quello fosse il “comunismo” e il suo fallimento storico è un assioma indiscutibile per la maggioranza rumorosa.

Ci ha pensato la forza della realtà a mettere a posto le cose, ci penserà poi la storia a dire che cos’era quella roba là e spartire i torti e le ragioni, ma quando non interesserà più nulla a nessuno.

Intanto accontentiamoci del Latouche-baudrillardiano, che si racconta a La Stampa (martedì). Ci vuole liberare nientemeno dalle “intossicazioni del consumismo e dalle nuove tecnologie”, condanna il potere che si fa potere e assolve il fallimento grillista “per inesperienza”, e poi altri fabliaux.

Pertanto, teniamoci stretta la nostra democrazia, di cui almeno si può dir male liberamente quasi di tutto e di ognuno. On-line, naturalmente.

*

Ho atteso invano, ma nessun giornalone e nessuna liberissima tv ha rammentato che ieri cadeva il 150° anniversario della Comune di Parigi, proclamata sul piazzale dell’Hôtel de Ville il 28 marzo 1871. Hanno perso l’occasione per celebrare quella formidabile epopea in cui la bandiera rossa faceva sognare, quando il desiderio di una società più giusta e più umana veniva brandito dall’alto delle barricate.

Dopo aver fucilato sul posto 20.000 comunardi e averne deportati ed esiliati altrettanti, la borghesia chiamerà al potere un nuovo uomo forte, un vecchietto che un tempo serviva Luigi Filippo ed era stato amico di Talleyrand: Adolphe Thiers.

In realtà i nostri illustri giornalisti hanno perso l’occasione per gettare altro fango, ossia quel materiale di cui hanno la massima disponibilità e lo elargiscono, agli altri, con ampia liberalità.

*


Traditori!


domenica 28 marzo 2021

... e millenni sono passati

 

Un imperatore romano, se avesse voluto, con un motu proprio, avrebbe potuto abolire la schiavitù? Se Caligola, a quanto si dice, conferì il laticlavio al proprio cavallo, avrebbe potuto benissimo abolire la schiavitù per decreto. Il provvedimento non avrebbe avuto alcun effetto pratico se non quello di far ridere, ancora, tutto l’Impero.

Ormai anche i sassi sanno che i rapporti sociali sono il risultato della condizione economica della società in un dato tempo.

sabato 27 marzo 2021

Il braccino corto

 

Ai capitalisti e affini non importa nulla delle nostre vite. Interessa la continuità e l’estensione di quelle che chiamano “catene del valore”, ossia le catene alle quali sono costretti i loro schiavi. Al di fuori del rapporto di scambio e di sfruttamento, ogni costo diventa per loro improduttivo, irrazionale e, dunque, assolutamente privo d’interesse.

Chi sostiene che si possa ridurre la legge del profitto entro confini positivi, piegarla a ragioni morali ed etiche, è lideologo che  vuole annullare i suoi sensi di colpa a fronte di una condizione reale e garantirsi emolumenti e gratitudine da parte dei suoi padroni.

Perché mai il singolo capitalista che è tutto dedito alla ricerca scientifica del massimo plusvalore estraibile della forza-lavoro acquistata e dalla sua massima realizzazione sul mercato, dovrebbe sprecare tempo e denaro per risolvere i problemi che affliggono quei gruppi sociali – come i vecchi, i bambini, i portatori di handicap, i marginali di ogni genere – incapaci di valorizzare in una sia pur minima misura il suo capitale?

Questi gruppi sociali, che consumano senza produrre e senza contribuire in alcun modo all’organizzazione e alla conservazione del valore, potrebbero senza alcun inconveniente, per ciascun singolo capitalista, essere tranquillamente soppressi. Il ragionamento può essere spinto fino al suo estremo limite (l’eugenetica non fu solo teorizzazione e pratica nazista), restando vero anche in rapporto a tutti i capitalisti nel loro insieme.

Tutto questo, normalmente, non avviene, almeno in forma esplicita e diretta. Ciò non si spiega con un sussulto umanitario dei capitalisti e di chi detiene il potere politico, ma con il fatto che se da un lato lo Stato deve affermare le condizioni di valorizzazione dei singoli capitali, dall’altro esso è costretto a tener conto degli interessi contrastanti di tutte le altre classi sociali, strati e ceti, che più sono forti e più vi si oppongono e lo impediscono (*).

Se è vero che il capitale è interessato alla propria riproduzione e alla reintegrabilità della forza-lavoro e non si preoccupa della riproduzione degli individui concreti, tuttavia è vero anche l’opposto, ossia classi e gruppi sociali possono innescare movimenti con sembianze politiche, di opinione, religiose, in grado di forzare l’orientamento dello Stato e d’imporre alcuni dei loro interessi particolari in forma generale di legge.

I costi che lo Stato sopporta per i servizi sociali, per l’assistenza, così come quelli per mantenere i suoi smisurati apparati repressivi e di controllo, non sono produttivi, e però costituiscono una necessità storica alla quale il capitale non può sfuggire, e però nemmeno vi soggiace senza contrastarli in forme occulte o, quando la situazione lo permette, anche aperte.

Nella nostra epoca, in parallelo, alcuni settori economici, non certo marginali, hanno interesse a promuovere la spesa sanitaria e assistenziale, privata e pubblica, e non sono tenuti ad avere interesse se tale spesa apporta un effettivo o solo fittizio contributo in termini di salute, benessere e qualità della vita, quindi se i prodotti che vendono rappresentano un surplus di spreco.

L’inutilità lucrativa incoraggia a produrre ciò che si può vendere e risponde alla razionalità del capitale, così come il marketing di altri settori dell’industria promuove il consumo di prodotti, magari avvolti in confezioni di prestigio, che hanno o possono avere un forte impatto sugli stili di vita e i comportamenti individuali che danneggiano la salute.

Tout se tient, diceva Aristotele (1906-‘75).

In buona sostanza siamo alle solite contraddizioni, alla tendenza a tagliare i bilanci pubblici per sanità e assistenza, onde contenere il debito statale (ma aumentando la spesa militare, p.e.), mantenendo però alti livelli di spreco sanitario che, non solo in Italia, vale circa il 20 per cento della spesa sanitaria pubblica (2017), e non poco di quella privata.

Il “braccino corto” degli Stati europei nella faccenda dei vaccini rappresenta solo un esempio di cortocircuito tra interesse privato e interesse universale, un esempio del livello d’idiozia di una burocrazia i cui ordini emanano più dal “riconoscimento dell’importanza delle catene del valore” che dalle necessità della popolazione.

Ci troviamo all’incrocio di diverse tendenze e interessi che generano conflitto e quel malessere diffuso dal dover sopravvivere anziché vivere. Nonostante sia avvertita universalmente l’esigenza di far prevalere il vivente sul totalitarismo del denaro e della burocrazia, ci manteniamo nella più spaurita delle servitù volontarie accettando e adeguandoci di buon grado gli imperativi mercantili che ci sono imposti.

(*) Per i più dialettici: la contraddittorietà del modo di produzione borghese si rovescia nella sua necessaria organizzazione politica, lo Stato, e lo determina restandone, a sua volta, determinata nel movimento.


venerdì 26 marzo 2021

Il dito in culo

 


Esportato significa venduto
(quei 77mil non fanno parte della quota COVAX)


Fine dell'estate significa fine settembre.

Se va bene.


Merkel



Più che una mano tesa è un dito in culo.
Ma ha ragione, è la UE che ancora una volta
dichiara, ancora ieri, di riconoscere "l'importanza
delle catene del valore":

giovedì 25 marzo 2021

Un aumento sostanziale del finanziamento comune

 

«Di chi fidarsi?», si chiede Arnaldo Benini, neurochirurgo e neurologo all’Università di Zurigo in un articolo sul Domenicale del 21 scorso. «I passi falsi non si fanno solo in medicina. La fisica teorica persiste nel negare l’esistenza del tempo ... ». Di chi fidarsi, appunto, «del fisico che analizza la realtà solo con equazioni» ?

Eh, quando le scrivo io ‘ste cosette ... . Prosegue Benini: «Negli ultimi decenni i lavori scientifici falsi, per errori comprensibili, ma anche, e di frequente, per negligenza e frodi di “junk science” sono stati fino l’80% di quelli inviati alle riviste specializzate, che li hanno rifiutati».

Solo due osservazioni: non solo negli “ultimi decenni”, ma da molto più tempo, quanta scienza spazzatura è sfuggita alle maglie della verifica ed è stata pubblicata e avvalorata con riconoscimenti prestigiosi? E dunque quanta nuova teologia “che analizza la realtà solo con equazioni” è stata accolta per buona e costituisce le fondamenta teoriche della “scienza” corrente con ricadute sulla vita di tutti?

Il fattore tempo. Milioni di anni fa, nel momento della caduta di un grande asteroide, una manciata di secondi ha deciso la sorte di questo pianeta e quella evolutiva delle specie animali, compresa quella che ha condotto fino a noi. Poco prima o poco dopo, l’esito dell’impatto sarebbe stato diverso.

Pochi attimi o poche ore decidono per la vita o la morte; pochi giorni o mesi per la vittoria o la sconfitta, il trionfo o la catastrofe. Considerazioni banali, ma che riguardano una realtà che tendiamo a mettere in sottordine.

L’importanza e condizione decisiva del fattore tempo nelle nostre vite siamo chiamati individualmente e collettivamente ad apprezzare come forse mai era accaduto alle nostre generazioni.

La pandemia ha seriamente accelerato il processo di degrado dello Stato e della società, della vita in comune, mostrando che il potere mantiene solo il nome e la protervia di potere. Balbettante e impotente di fronte alla catastrofe economica, sociale e umana che ci attanaglia.

L’unica cosa riuscita benissimo è stata la manipolazione della paura, laddove gli esperti che esponevano ipotesi più allarmanti degli altri, prendevano in ostaggio le autorità pubbliche facendo leva sulla paura dei cittadini.

Una deriva autoritaria punteggiata d’inefficienze e palesi assurdità, poiché si potrebbe anche dimostrare in modo persuasivo che c’è il 100% di mortalità nelle persone decedute! Fin da subito si è puntato sulla gestione della paura e non su una gestione dei rischi effettivi.

Un esempio, per ultimo, è dato dalla campagna vaccinale, laddove si sono favoriti cani e porci trascurando il target più esposto alle conseguenze gravi dell’infezione, con conseguenti nuovi positivi gravi, ricoveri e più morti.

Il fattore tempo è impossibile da dominare, ma si può gestire al meglio. Agendo per tempo e con decisa volontà. Notiamo riscontro in tal senso? Certamente!

I ministri degli esteri della NATO si sono incontrati per due giorni di colloqui a Bruxelles, che si sono conclusi ieri. Hanno discusso di un’iniziativa NATO 2030 per prepararsi alla guerra con Russia e Cina, ossia destinare “un aumento sostanziale del finanziamento comune per sostenere l’Alleanza”. Altro che vaccini, cure e sostegni col contagocce.


lunedì 22 marzo 2021

Virus li colga

 

Non dovremmo fare consapevolmente ciò che altrimenti siamo costretti a fare sospinti dalle forze della natura? Questa mi sembra essere la domanda fondamentale che dovremmo porci ogni giorno. E che tanto più dovrebbero porsi i sedicenti rappresentanti del popolo sovrano.

*

Il presidente del consiglio, a messa in Vaticano, pensa a un piano per scuotere nientemeno che l’Europa, e un generale in mimetica è stato chiamato a sovrintendere alle vaccinazioni e promettere future meraviglie, quindi solito baccano giornalistico su nuovi impianti europei per i vaccini.

È finita l’epoca delle deprimenti previsioni, è finalmente giunto il momento delle radiose speranze, come quando, dai balconi e terrazzi, avevamo giurato a noi stessi e soprattutto agli altri di mantenere il buon umore qualunque fosse la trama di questo spettacolo. Come quando a Natale si era parlato di una svolta storica nella lotta contro il Covid e il primo vaccino era finalmente arrivato e approvato.

Bisogna mettere un freno al crescente risentimento della popolazione che minaccia conseguenze sulla gestione del rimbambimento di massa e perciò di trasformarsi in una crisi politica di questa costituzionale autocrazia elettorale.

Basta con la sfilata dei brutti ricordi, largo agli eminenti rappresentanti ben nutriti e vibranti che ci rassicurano mentre restiamo in paziente attesa del nostro turno “entro l’estate”, quindi del “certificato”, in modo da poterci sedere finalmente in una pizzeria esibendo che non siamo più una “minaccia”.

Intanto ieri ci sono stati altri 300 morti. Va così o anche peggio tutti i giorni. Le prenotazioni vaccinali, non solo in Lombardia, sono come un groviera. Si sono vaccinati gli under 50 lasciando morire i settantenni e gli over 80. Migliaia di morti che potevano essere evitati? Non tutti, ma quanti di loro se vaccinati per tempo potrebbero essere ancora tra noi?

Viene quasi il sospetto che questo stato di cose sia premeditato, ma è solo il cattivo pensiero di un attimo. Domina invece labituale sciatteria e scontato privilegio per caste e pezzi di merda.

Ad ogni modo, siamo ancora dell’avviso che queste morti non siano in gran parte degli omicidi? Che il disastro economico in cui siamo immersi e che peggio ancora incombe, e la privazione delle nostre libertà più elementari e tutto il resto, siano sempre e comunque imputabili al “virus”, alle sue subdole “varianti” e alle eretiche “discoteche”?

Sono queste semplici domande che dovremmo porci e alle quali rispondere onestamente, se non vogliamo essere degli ipocriti. Perché non siamo tali, vero?

P.S.: bisogna anche dire che ci sono troppi stronzi (come altro definirli?) che non si presentano alla vaccinazione e non disdicono. Virus li colga.


Non ci sono più i traditori e puttanieri di una volta

 

Questa è la storiellina di un traditore e puttaniere. Non fu un traditore e puttaniere qualsiasi, ma il più infame e lercio dei traditori e puttanieri della sua epoca, e anche prete e vescovo, deputato e ministro, gran ciambellano e presidente di un governo, di nuovo ministro e altre cose ancora. Visse tra il XVIII secolo e quello successivo, il suo nome completo era Charles-Maurice de Talleyrand-Périgord.

*
Quando a scuola ci raccontavano del Congresso di Vienna (novembre 1814–giugno 1815), sembrava si evocasse un consesso affollato di facce eminenti e aristocratiche, così come ci suggeriva sul libro di testo l’immancabile riproduzione del quadro di Jean- Baptiste Isabey (nel sito studenti.it, la didascalia posta sotto al dipinto recita: “Fonte: Ansa”. Al ridicolo la scuola ci abitua fin da piccoli).

Un simile Congresso di Vienna non è mai esistito.

domenica 21 marzo 2021

Vaccinazioni fa rima con manipolazioni


Solo dopo l'articolo in prima pagina. Vergogna.

Siamo alle prese con vere e proprie manipolazioni dei dati sulle vaccinazioni. Ne rilevo solo una: Sergio Fabbrini, sul Sole 24 ore, oggi scrive che alla data del 18 marzo l’Italia aveva “vaccinato percentualmente il 12,18 per cento della popolazione”.

Alla data del 19 marzo, il giornale per il quale scrive Fabbrini dava questi numeri: 5.122.701 prime dosi, 2.362.129 seconde dosi, per le rispettive percentuali: 8,59 e 3,96.


Sergio Fubini ha sommato le due percentuali !!!

Ad oggi, le inoculazioni totali sono 7.708.889, di cui 5.265.495 prime dosi, 2.443.394 seconde dosi, per le rispettive percentuali: 8,83 e 4,10 della popolazione.

Il numero totale delle persone, ad oggi, che ha avuto almeno la prima inoculazione corrisponde a meno del 9 per cento. Pertanto, dopo 12 settimane, sul totale della popolazione, il 91 per cento non è stato vaccinato.

Il sito del governo dà 7.708.889 inoculazioni totali ad oggi, ma non indica percentuali “scomode”.

sabato 20 marzo 2021

Responsabilità per migliaia di morti


Non più 700 mila, non più dopo pasqua, come annunciato in precedenza, ma dalla terza settimana di aprile. 
Io faccio il tifo perché ciò avvenga, ma non so se basta ... .


I governi tedesco e italiano hanno ventilato l’ipotesi di agire per proprio conto per approvvigionarsi dei vaccini anti-Covid necessari e dunque in spregio al coordinamento europeo che, dopo 12 settimane di campagna vaccinale, si è rivelato fallimentare.

È fatta passare così la tesi che la responsabilità dei ritardi nella consegna dei vaccini sia imputabile esclusivamente ai gruppi farmaceutici che li producono, ovvero al mancato rispetto dei famosi contratti (chi li ha visti?).

Non è esattamente così, poiché si ravvisa palesemente una responsabilità oggettiva sia dei proconsoli della borghesia europei e sia dei pretoriani nazionali per quanto riguarda questa criminale faccenda.

Responsabilità oggettiva perché si tratta di ritardi evitabili, in quanto si doveva provvedere per tempo ad una diversa organizzazione produttiva dei farmaci, in modo da non trovarsi alla mercé delle case farmaceutiche, delle loro limitate potenzialità produttive e succubi dei loro esclusivi interessi.

Conseguentemente una omissione criminale perché ogni giorno muoiono migliaia di persone nella sola Europa anche a causa di tali evitabili ritardi nella produzione e distribuzione dei vaccini anti-Covid.

Per com’è stata impostata e lasciata andare tutta la faccenda, i vaccini non potevano rivelarsi che una merce uguale a tutte le altre, ossia soggetta alle stesse leggi che riguardano il modus operandi del sistema capitalistico.

Pertanto si evince anche una responsabilità morale in capo ai suddetti proconsoli e pretoriani per ciò che è avvenuto, perché succubi di un’ideologia mercatistica che produce continuamente enormi danni.

Responsabilità morale per le migliaia di morti aggiuntivi causati dai ritardi nella produzione e distribuzione dei vaccini anti-Covid che va condivisa tra tutti coloro che sostengono le stesse posizioni ideologiche in tema di economia di mercato.

Responsabilità ancor maggiore e sotto ogni profilo per quei teppisti che intossicano l’opinione pubblica sostenendo la bontà di questo sistema economico, favorendo con ciò gli interessi di una ristrettissima minoranza di grandi orchi dell’economia a danno della stragrande maggioranza della popolazione mondiale.

venerdì 19 marzo 2021

Non solo in senso metaforico

 

Quando nel mondo non ci saranno più certi giornalisti, diventerà un posto fantastico.

In attesa di bere alla vita che torna alla normalità, stiamo perdendo la speranza di poter celebrare questa formidabile epopea che ci sta tenendo al guinzaglio. Come gli schiavi ci stiamo abituando a obbedire per non correre rischi di alcun genere. Se continueremo con questa infame abitudine non ci sarà più la possibilità di essere decentemente liberi, ossia di vivere una condizione che era un tempo e ora non è più.

*

Ieri sera, Notre Dame de La Sept, aveva ospite un filosofo visibilmente stanco e invecchiato. Come solito Notre Dame pone domande che suggeriscono ai suoi ospiti le risposte attese. Quando riscontra resistenza, solleva l’impiallacciato deretano, dilata gli occhietti volpini, incalza, si sovrappone, sibila velate minacce.

La cosa non funziona con l’ospite di ieri sera e non è la prima volta. Notre Dame intrattiene un rapporto ambivalente (una seccatura necessaria) con il segaligno filosofo, sa che non è farina per ostie, e ieri sera traspariva la sua mal dissimulata insofferenza per non poterlo addomesticare e frustare (non solo in senso metaforico, si creda).

L’ospite milanese, oriundo veneziano, palesa insofferenza e anzi fastidio per la vacuità delle usurate domande e per i temi imposti da Notre Dame, che non è sola nel sottovalutare lo sconvolgimento dello scenario politico, istituzionale, sociale ed economico, che avanza lento e inesorabile.

Notre Dame de La Sept sta pensando di scrivere un libro su questa sua avventura virale, in un nascondiglio silenzioso, fatto di agi, privilegi e deferenze. Della sorte dei comuni mortali, di là della simulata preoccupazione, le importa un fico secco.

È tutto un teatrino, lo sappiamo, ma ad ogni modo vale anche un sassolino lanciato dal suo ospite per smuovere un po’ le acque della palude stagnante. Bisogna accontentarsi in un tempo di ridicoli emerodromi che vorrebbero far passare banali notiziuole per avvenimenti unici.


Et in Arcadia ego

 

La Medicines Health Regulatory Authority, che aveva condotto, senza interrompere la campagna vaccinale, la sua indagine esaminando i dati su un piccolo numero di eventi di coaguli di sangue in oltre 11 milioni di persone vaccinate nel Regno Unito, aveva riferito di aver raggiunto le stesse conclusioni rese pubbliche ieri dall’EMA riguardo al vaccino di AstraZeneca.

Nella UE si tratta di 18 casi di trombosi venosa cerebrale, vale a dire coaguli di sangue che si formano in una vena responsabile del drenaggio del sangue dal cervello, di cui alcuni letali. L’incidenza della TSC (trombosi del seno cavernoso) negli adulti è di circa una decina casi per milione l’anno, percentuale doppia nelle donne tra i 31 e i 50 anni rispetto ai maschi. La maggior parte dei casi coincidenti con la somministrazione del vaccino si è verificata in persone sotto i 55 anni, la maggioranza erano donne.

Gli ormoni sessuali alterano i livelli delle proteine procoagulanti, la funzione piastrinica e la funzione endoteliale giustificando le differenze di genere nelle malattie da trombosi. Le donne che usano i cerotti transdermici o gli anelli vaginali per la contraccezione hanno rispettivamente un rischio aumentato di 7,9 e 6,5 volte di tromboembolismo venoso confermata rispetto alle donne della stessa età che non li utilizzano.

In Italia la trombosi venosa cerebrale rappresenta lo 0,5-1% di tutti gli eventi vascolari cerebrali con un’incidenza annuale di 3-4 casi per milione/anno negli adulti e di 7 casi per milione nei neonati.

Nessuno può ancora escludere definitivamente un legame tra questi rari coaguli di sangue e il vaccino. In Europa circa 3.500 persone muoiono ogni giorno in correlazione al Covid- 19. I rischi di morte e ospedalizzazione superano i possibili rischi connessi alla somministrazione del vaccino.

L’EMA ha consigliato di includere nel foglio informativo il possibile rischio del prodotto. L’OMS ha dichiarato che oggi rilascerà i risultati della sua indagine indipendente. Italia, Francia e Germania riprenderanno la campagna di vaccinazione da oggi. La Svezia attenderà ancora qualche giorno per decidere.

I dati pubblicati il 15 marzo dal Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie hanno mostrato che poco più di 15 milioni di dosi di vaccini erano attualmente inutilizzate. I 27 paesi dell’UE (meno Malta) più Islanda, Liechtenstein e Norvegia hanno ricevuto 62,2 milioni di dosi di vaccino ma ne hanno somministrate solo 46,8 milioni.

Le autorità sanitarie ungheresi hanno concesso una licenza al vaccino Sputnik V russo per l’uso di emergenza, la Repubblica Ceca e la Slovacchia hanno seguito l’esempio dell’Ungheria, che è l'unico paese dell’UE che utilizza anche il vaccino BBIBP-CorV cinese. Ha ordinato cinque milioni di dosi, che al momento rappresentano il 21,3% delle vaccinazioni somministrate.

In Francia, dove il vaccino AstraZeneca ha superato Pfizer, un sondaggio condotto da Elabe ha rilevato che la fiducia francese nel vaccino AstraZeneca è del 20%. Non pochi operatori sanitari tedeschi rifiutano apertamente il vaccino AstraZeneca. Bisogna ricordare che i no-vax in Germania sono sempre stati numerosi. In Francia e in Germania l’omeopatia, per esempio, ha goduto per decenni di ampio consenso, tanto da essere mutuabile (in Germania lo è ancora, cui aderiscono circa 1.400 medici a livello nazionale!).

giovedì 18 marzo 2021

Il virus molto intelligente o troppo stupido

 

Tutti i processi naturali dipendono dal movimento della materia, ed è attraverso di esso che la materia prende forma. Questa è l’unica certezza assoluta che abbiamo.

La conoscenza delle diverse forme di movimento della materia, che la scienza può rappresentare mediante leggi, ci permette di riflettere la natura nella nostra coscienza.

La necessità dei processi naturali, nel loro complesso, avviene a partire dalla casualità degli infiniti movimenti dei singoli elementi materiali. La casualità originaria si rovescia dialetticamente in necessità.

Per esempio, l’evoluzione biologica non è soggetta solo a schemi di necessità, altrimenti sarebbe predeterminata e affidata a un continuo atto di creazione sovrannaturale; né possiamo considerare un’evoluzione affidata soltanto a eventi casuali, altrimenti sarebbe solo il caos.

Appena il caso, relativo ai singoli elementi materiali, si manifesta, esso produce complessi casuali che comportano la necessità, che si fissa e diventa la base di un successivo sviluppo, dando luogo a un processo globale senza sosta: dal big bang in poi.

Va però considerato un modo differente di operare della natura rispetto a quello degli esseri umani: se la natura, intesa come il complesso dei processi prodotti dalla lenta evoluzione della materia, opera in maniera incosciente e cieca, l’uomo, che rappresenta il più alto prodotto di questa evoluzione, è un essere cosciente che produce guidato da scopi (l’esempio dell’ape e dell’architetto), per raggiungere i quali si affida alla connessione di causa ed effetto.

Partendo da questa coscienza diretta e immediata, la riflessione ha posto l’uomo e la natura sullo stesso piano, quello immediatamente comprensibile, sostituendo la causa al caso, trasformando la necessità relativa dipendente dal caso in una necessità assoluta indipendente e sussistente in sé.

Ogni risultato dei processi naturali è stato considerato come effetto di una causa necessaria, anche se non in prima istanza. La necessità così diviene assoluta perché essa è nell’effetto e nella causa. E ciò che non rientra nella necessaria connessione di causa ed effetto è soltanto qualcosa di superfluo: il caso diviene in questo modo un puro accidente di nessuna importanza.

La scienza teorica moderna non si è ancora liberata del tutto da questa determinazione, a tal punto da poter equiparare gli oggetti prodotti dalla natura agli oggetti della produzione umana, così da applicare ai primi quella connessione diretta di causa ed effetto, verificata empiricamente sui secondi, dando luogo a tutta una serie di contraddizioni.

Se questa è per non pochi aspetti la situazione della scienza teorica, non deve destare meraviglia che nasca nel senso comune (ma non solo!) lo stereotipo sul virus molto intelligente o troppo stupido (ed è arduo assai far comprendere che non esiste il farmaco assoluto senza rischi). Eccetera.


mercoledì 17 marzo 2021

La créme c’est moi

 

Le opinioni che vado esprimendo in questo blog hanno, ovviamente, lo stesso valore delle opinioni di qualsiasi altro comune mortale. Tra l’altro non ho titoli speciali da esibire o rivendicare in materia di politica, economia, sociologia, filosofia, psicologia, storia, medicina e altre discipline. Tuttavia mi riconosco due qualità: l’onestà intellettuale e la coerenza. Che non vuol dire l’ostinato puntiglio nel sostenere tesi che nel mutare delle circostanze possono diventare obsolete o dimostrarsi sbagliate. E però non significa neanche, per contro, giocare più parti in commedia, dicendo o anche solo credendo: la créme c’est moi. Bisogna essere consapevoli, per quanto ritenessimo di incarnare uno spirito sottile, che portiamo a spasso ognuno il nostro mezzo chilo di merda.

*

Al tempo di artisti come André Le Nôtre e d’ingegni della tecnica come Rennequin Sualem, ideatore della machine de Marly, con la quale innalzò l’acqua della Senna per oltre 160 metri in modo da alimentare i giochi d’acqua e le fontane della reggia di Versailles, Luigi XIV non sopportava di vedersi superato nello sfarzo e nel lusso dal suo ministro delle finanze, Nicolas Fouquet, ammirato anche per i suoi fastosi banchetti curati da un giovane talento della gastronomia, François Vatel, rinomato per il suo perfezionismo maniacale nel soddisfare ogni capriccio dei nobili, cioè di chi era nato dalla parte giusta.

martedì 16 marzo 2021

Effetti collaterali della mozzarella

 


Questa sera, a cena, stavo mangiando della mozzarella, quando mi è venuto in mente che Federico Fellini morì a causa di un frammento di mozzarella che gli ostruì la trachea causandogli danni irreparabili al cervello per la conseguente ipossia.

Ho dato una rapida occhiata in rete, rilevando nella prima videata queste notizie:

Nel giugno scorso, un ragazzino di 12 anni morì per soffocamento per avere ingerito a pranzo un boccone troppo voluminoso di mozzarella.

Nel 2018 muore soffocato con la mozzarella, a Casoria, un uomo di 36 anni.

Stesso anno, ma a Livorno, muore una donna di 46 anni per soffocamento per avere ingerito un boccone di mozzarella. “Un episodio purtroppo non così raro, come si può credere”, scriveva la Nazione.

Per precauzione ho smesso di mangiare la mozzarella e ho interrotto la cena. 


Il ruolo dei media nel creare e diffondere il panico

 


Venerdì scorso, l’International Society on Thrombosis and Haemostasis (ISTH) ha rilasciato una dichiarazione in cui esorta tutti gli adulti idonei a continuare a ricevere le vaccinazioni anti-Covid, nonostante le recenti decisioni di varie agenzie sanitarie nazionali che sospendono precauzionalmente l‘uso del vaccino AstraZeneca sulla base di alcune segnalazioni di coaguli di sangue (si tratta di alcuni casi di trombosi venosa cerebrale, che si dice essere rara, ma anche no, dipende come solito dalle interpretazioni).

Bisogna ricordare che c’era un grande scetticismo sui nuovi vaccini a mRNA e c’erano segnalazioni di forti effetti collaterali isolati del vaccino Biontech negli Stati Uniti. Tutto questo è cambiato completamente. Il ruolo dei media nel creare e diffondere il panico, influenzando le decisioni delle autorità politiche e sanitarie, in tutto ciò è evidente.

*

Alcuni effetti indesiderati del banale acido acetilsalicilico (aspirina).

Effetti sul sangue:

prolungamento del tempo di sanguinamento, anemia da sanguinamento gastrointestinale, riduzione delle piastrine (trombocitopenia) in casi estremamente rari.
A seguito di emorragia può manifestarsi anemia acuta e cronica post- emorragica/sideropenica (da carenza di ferro) (dovuta, per esempio, a microemorragie occulte) con le relative alterazioni dei parametri di laboratorio ed i relativi segni e sintomi clinici come astenia (stanchezza), pallore e ipoperfusione (ridotta irrorazione sanguigna dei tessuti).

Effetti sul sistema nervoso:
mal di testa, capogiro.
Raramente può manifestarsi:
sindrome di Reye (*), una malattia acuta a carico del cervello e del fegato, potenzialmente fatale, che colpisce quasi esclusivamente i bambini.

Da raramente a molto raramente può manifestarsi:
emorragia cerebrale, specialmente in pazienti con ipertensione (pressione del sangue alta) non controllata e/o in terapia con anticoagulanti (medicinali usati per rallentare o inibire il processo di coagulazione del sangue), che, in casi isolati, può essere potenzialmente letale.








lunedì 15 marzo 2021

La società e chi la comanda


 

Ieri leggevo sul Sole 24Ore che i colossi farmaceutici e le aziende che hanno le mani in pasta con la faccenda dei vaccini anti-Covid, hanno già registrato una rivalutazione, nel circuito ufficiale della speculazione finanziaria, di oltre 160 miliardi. Secondo elaborazioni specializzate, i vaccini e le cure anti-Covid garantiranno oltre 71 miliardi di dollari di utili netti per le case farmaceutiche produttrici, vale a dire il raddoppio dell’utile netto aggregato rispetto al 2020 (36 miliardi di dollari) e una crescita di quasi il 40% del giro d’affari complessivo che dovrebbe attestarsi a 257,9 miliardi di dollari.

Furoreggia la leggenda secondo cui è grazie agli investimenti di queste società farmaceutiche che si sono ottenuti dei vaccini anti-Covid in circa 10 mesi, cioè in un tempo record. Sembra che senza l’iniziativa e gli investimenti dell’industria privata non si possano raggiungere obiettivi di questo tipo. Nulla di più fuorviante.

Per fare un esempio, la rete di telecomunicazioni, internet, con la quale stiamo interagendo in questo momento, non è solo frutto dell’industria privata.

In un post del 22 febbraio, scrivevo a proposito delle missioni su Marte:

I risultati scientifici e tecnologici della missione non possono essere rivendicati da una sola entità, nazionale o comunità scientifica, poiché essi sono invece l’espressione dell’accumulo delle acquisizioni scientifiche e tecniche cui è giunta l’umanità in un lungo e travagliato processo storico. Segnatamente il frutto della cooperazione internazionale che permette alla Nasa di operare con risultati straordinari nel regno delle possibilità.

Lo stesso discorso vale per il risultato raggiunto con i vaccini antiCovid, anch’essi non piovuti dal cielo o sortiti per magia di un pool di ricercatori. A fronte dei rapidi risultati ottenuti per la loro messa a punto, nel renderli disponibili alla popolazione ha fatto seguito l’assenza di un’effettiva collaborazione verso un obiettivo internazionale comune, di modo che i vaccini, nel pieno di una pandemia, sono trattati alla stregua di una qualsiasi altra merce, prodotti e distribuiti secondo criteri mercatistici.

Inoltre, non bisogna dimenticare qual è l’input del “mercato”: esso adotta nei confronti del mondo la saggezza pratica del promotore immobiliare che guadagna di più lasciando andare in rovina uno stabile il cui suolo ha un prezzo sul mercato, mentre gli affitti dei locatari viventi e turbolenti risulterebbero inferiori al valore speculativo dell’edificio, realizzabile in qualsiasi momento.

È tutto interesse dell’oligarchia mercantile e finanziaria dimostrare che nel “pubblico” niente funziona e tutto è corruzione, che le cose vanno molto meglio quando a comandare sono i consigli di amministrazione delle società private, in un delirio di potenza totalitaria. I commenti sul social è tutto ciò che resta agli esponenti politici diventati i servi obbedienti dalla stessa oligarchia che governa i social. L’interesse immediato, fosse pure solo quello della propria rielezione, li ha spogliati delle illusioni necessarie (è rimasta solo l’effervescenza “ecologica”) di cui nutrivano la credulità popolare e che davano loro l’impressione di esercitare un potere e persino un certo fascino.

Ognuno di noi nega di essere un burattino manipolato dalla comunicazione e dal marketing, ma continuiamo ad essere la parodia degli esseri umani vivendo una emancipazione fittizia. Nemmeno la pandemia e le sue conseguenze ci ha aperto realmente gli occhi su questa situazione, avvolgendo la nostra amarezza e i sensi di colpa indotti con il comfort consumistico (chi se lo può permettere).

È il modo di produzione che fa la società e la comanda.


domenica 14 marzo 2021

Teorie e realtà (attuale)

 

6 marzo: 700 mila da pasqua


ieri: 500 mila al giorno


oggi: 300 mila al giorno



Da sabato 6 a sabato 13 marzo:
media giornaliera prima dose: 119.943;
media giornaliera seconda dose: 41.754;
totale media: 161.697.
Complessivamente 3,27 della popolazione ha completato vaccinazione
in 77 giorni di campagna vaccinale.


Sarà prima, ma sempre troppo tardi per chi crepa,
per chi perde lavoro e reddito,
per tutti (o quasi).


Die Welt.
Ieri, i soliti quattro gatti.

Frankfurter Allgemeine Zeitung


sabato 13 marzo 2021

Vero che è una guerra, quella dei vaccini

 

Fanno esplodere le "bombe", poi dicono "tranquilli".

Domenica scorsa, sulla scorta di un articolo de Il Sole 24 Ore, piazzato in una pagina interna, senza grande rilievo e dal tono filo-atlantista, scrivevo un post (che non ha ricevuto nemmeno un commento) sulla notizia del blocco che gli Stati Uniti operano verso l’esportazione dei vaccini. A questa notizia giornalistica è seguito il silenzio o quasi.

Più vaccini significa meno morti; meno vaccini, altre migliaia di morti in più. Oltre agli effetti economici e sociali, che si riverbereranno per molto tempo e che sperimentiamo tutti, ma in diversa misura.

I circuiti borsistici non sembrano nemmeno accorgersi di ciò che sta accadendo da un anno e più, perché a differenza dei “sostegni” alle imprese e alle persone, che giungono scarsi e con molti ritardi, possono contare su migliaia di miliardi che le banche centrali pompano in quello stesso circuito ad alimentare il lucro di pochi.

E ciò vale anche per altre reti parassitarie, sia chiaro.

Vero che è una guerra, ma l’Europa l’ha persa. L’umanesimo astratto delle nostre democrazie è stato messo alla prova, ricusato dagli interessi prevalenti. La grande alleanza atlantica si mostra per quello che essa è effettivamente. Niente si presta al gioco delle alleanze meglio dei rapporti di potenza. Inoltre e una volta di più l’asciutta performance del “libero mercato” mostra quale sia la netta differenza tra metterlo e prenderlo in quel posto.

Pongo infine, retoricamente, una domanda: che cosa sarebbe successo, quale baccano avrebbero scatenato i media europei e italiani, se a bloccare l’esportazione di centinaia di milioni di dosi (di ciò si tratta) di un vaccino tanto importante per la campagna vaccinale europea in corso, fosse stato un paese, cito a caso, come la Russia, oppure la Cina?