Ieri sera, con non lieve pena, ho seguito lo scambio di opinioni televisivo (Ballarò) sulla vicenda nucleare giapponese e, più in generale, sul nostro futuro nucleare in Italia. Presente, tra gli altri, il ministro della giustizia, cioè l’avvocato del sig. Berlusconi, il quale solo dio sa quanto sia serio e competente in questa come in altre materie.
Le questioni di merito scientifico non si sono affrontate se non per accenni, mancando per il lato giapponese e ancor più per quello italiano notizie certe su ciò che sta accadendo in Giappone e su ciò che è in programma in Italia per quanto riguarda la costruzione di centrali nucleari. Potrà sembrare paradossale, ma l’unico intervento di un qualche interesse è stato, dal mio punto di vista ovviamente, quello dell’economista Paolo Leon.
Tuttavia né l’economista o il ministro, e nemmeno il medico e i giornalisti, hanno sollevato il tema del risparmio energetico, cioè l’opzione più saliente che sta a monte di tale questione, essendo la riduzione dello spreco la miglior fonte di approvvigionamento energetico.
Si è accennato invece, di passaggio, all’impiego dell’energia solare. Ma né i tecnici e tantomeno i politici presenti si sono premuniti di dati e previsioni su quanto verremmo a risparmiare se le abitazione, le scuole, gli ospedali e le case di cura, gli alberghi e le fabbriche, in Italia, fossero dotati di pannelli solari e fotovoltaici, ovvero di tutte le recenti tecnologie atte a produrre energie “pulite”. Tutto ciò non è casuale. Non dubito che se tali dati fossero stati raffrontati con i costi complessivi delle centrali nucleari, sarebbe stato chiaro che con il risparmio ottenuto dallo sfruttamento dell’energia solare e altre analoghe misure semplici e non draconiane dal lato dei consumi, la necessità di costruire le centrali nucleari sarebbe stata valutata ancor più incongrua anche dal lato della spesa e del risultato economico, oltre che da quello del rischio.
Eh sì, perché qualsiasi questione per godere di lasciapassare deve essere munita di nulla osta di compatibilità economica, cioè rappresentarsi su una scala di valori dove la vita umana, la natura, il paesaggio, e tutti gli altri beni altrimenti indisponibili, sono ridotti al rango di equivalenti economici. E così il saldo dal lato della profittabilità deve essere attivo e pazienza se dal lato della nostra vita di ogni giorno non è così, come dimostrano le vicende giapponesi. La chiamano sfiga e addossano la responsabilità al fato, alla imprevedibilità della forze di natura, nascondendoci il fatto che oggi d’imprevedibile c’è solo il livello che può raggiungere l’idiozia e la falsità di quest’ordine di cose.
Una buona notizia, peraltro prevista: la borsa di Tokyo è in recupero.
t leggo da un po' (con profitto devo dire) e ti volevo segnalare questo link sulle prospettive di crescita del solare
RispondiEliminahttp://www.scientificamerican.com/blog/post.cfm?id=smaller-cheaper-faster-does-moores-2011-03-15
dove si prospetta una Legge di Moore valida anche per i pannelli solari
interessante, lo leggero con calma
RispondiEliminaGRAZIE