domenica 30 giugno 2013

«la legge più importante»


Nessuno crede che si possano risolvere le disuguaglianze sociali con le elemosine, tranne i ricchi e, per altrettante ovvie ragioni, i politici e i loro domestici. E solo gli sciocchi possono dar retta ancora alla gentaglia che ci parla del superamento della crisi con le misure ridicole di sostegno all’occupazione varate a Bruxelles e vantate dal circo Barnum.

Possono dormire sonni tranquilli i grandi borghesi di questo paese, poiché fino a quando si riusciranno a pagare stipendi pubblici e pensioni, sia pure in vario modo decurtati (tranne le pensioni superiori ai 90mila euro e gli stipendi dei boiardi di Stato!), al massimo assisteremo a qualche movimento di piazza (giammai in estate, ovviamente), ma a nessuna rivolta sociale che possa destare serie preoccupazioni.

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Questo sistema si trova di fronte a un vecchio problema strutturale, quello della disoccupazione. In passato la disoccupazione era un elemento assolutamente necessario al sistema, è lo è ancora ovviamente, ma esso ha assunto oggi caratteristiche e dimensioni nuove.

Non è casuale, sia detto tra parentesi, che in una situazione nella quale migliaia di aziende italiane sono costrette a chiudere e altre a delocalizzare le proprie produzioni, il TG3 di questa sera offra come seconda notizia l’incremento registrato nelle attività di agriturismo a conduzione femminile!

sabato 29 giugno 2013

Accalappiati



L’idea di considerare legittimo e normale (senza virgolette) l’unione e la convivenza di coppie dello stesso sesso, è nella nostra epoca un fatto assai recente. Dichiararsi a favore o contro questo tipo di unioni, ha poco senso. Piuttosto c’è da chiedersi per quale motivo si mostri ora questo fenomeno sociale e diventi così frequente.

Anche la questione, la diatriba, tra favorevoli e contrari al matrimonio di queste coppie, non ha senso se non in chiave moralistica e polemica. Piuttosto c’è da chiedersi per quale motivo il riconoscimento dell’istituto matrimoniale a queste coppie stia prendendo piede nelle legislazioni di paesi laddove più avanzato risulti lo sviluppo economico e sociale.

Chi afferma di essere contrario al riconoscimento dell’istituto matrimoniale alle coppie omosessuali e lesbiche, ma favorevole al riconoscimento legale di queste unioni, è, a mio modo di vedere, in palese contraddizione. Tra il matrimonio e le cosiddette unioni civili alla “tedesca” vi sono poche differenze e solo una certa ipocrisia o gradualismo politico impedisce di stabilire già ora – con escamotage pretestuosi – l’equipollenza giuridica della medesima forma di unione. Si tratta dunque di una distinzione che non tarderà a scomparire anche sotto il profilo normativo.

venerdì 28 giugno 2013

«I ricchi aiutino i poveri»


Nelson Mandela è ricoverato in gravi condizioni. La sua vicenda umana e politica è nota, nessuno può negare la caratura non comune di questo personaggio che ha contribuito a cambiare la storia recente del Sudafrica.

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Negli anni Ottanta andava maturando presso la classe dirigente sudafricana e quindi presso la borghesia bianca, la necessità di trovare una soluzione politica al problema razziale per mettere fine a uno scontro tra neri e bianchi che si andava facendo sempre più cruento e generalizzato. L’abrogazione delle anacronistiche leggi dell’apartheid è il risultato di tale soluzione politica.

Per giungere a una soluzione politica era necessario trovare un accordo con l'African National Congress, ossia con il movimento politico anti-razzista più rappresentativo dei neri, il quale già molto tempo prima aveva adottato la Freedom Charter del Partito dei Democratici, un’organizzazione politica di bianchi progressisti alleata del National Congress e di altri partiti non razzisti.


giovedì 27 giugno 2013

Il dubbio amletico


Ventisette anni or sono l’Italia segnava un sorpasso storico che la portava ad essere la quinta potenza economica mondiale. Oggi è da dubitare che possa annoverarsi tra le prime dieci. Allora si stava profilando l’apice produttivo con i cosiddetti distretti industriali, una miriade di piccole e medie imprese attive soprattutto nei settori produttivi più tradizionali, dove massimo è il valore aggiunto, cioè lo sfruttamento del lavoro.

E, difatti, la competitività fu ottenuta tagliando e poi abrogando la scala mobile, riducendo a colpi d’inflazione e di contratti al ribasso il valore della forza-lavoro (i famigerati tagli al “costo del lavoro”). La coesione sociale fu rafforzata allargando la spesa pubblica, facendo esplodere il debito pubblico, in larga misura per favorire un welfare parassitario e clientelare. Quindi favorendo una massiccia evasione fiscale da parte di quel mondo delle partite Iva a cui prestavano tanta attenzione sia Craxi e anche D’Alema, tanto per citare un defunto e un fantasma.

mercoledì 26 giugno 2013

Bendata un cazzo


Un processo durato anni, terminato con una condanna esemplare a carico di un vecchio porco che è andato a letto con una 17enne prostituta e perciò consenziente. La sentenza ha stabilito per l’imputato sette anni di carcere, ossia una pena maggiore di quella richiesta dal pubblico ministero (insospettabile di mitezza verso l’imputato), con l’automatismo di quelle accessorie. Un inedito giurisprudenziale. Chi stupra bambini nei collegi e negli oratori se la cava con la recita del rosario.

Ma allora difendi Berlusconi?  Manco per sogno e comunque pensatela come volete, cerco solo di ragionare con la mia testa. I capibastone del centrosinistra hanno avuto decine di occasioni per mettere fuori gioco politicamente Berlusconi, ma non l’hanno fatto. Un motivo ci dovrà pur essere.

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martedì 25 giugno 2013

Il fondo oscuro della Storia


Sono curiosi quelli che rivendicano interventi degli Stati nell’economia per uscire dalla crisi, come se gli Stati, ossia le Banche centrali, già non stampassero moneta a tutto spiano. Come se i debiti pubblici non fossero in costante crescita, sia in termini relativi – in rapporto al Pil – sia in termini assoluti. Il debito pubblico tedesco, tanto per dire della virtù fatta nazione, in termini assoluti è superiore a quello italiano. Senza contare il debito occulto.

Come se la Fed non stampasse dollari, la BoJ, a sua volta, un mare di yen, quindi la Bce non distribuisse bende e cerotti per le ferite delle banche europee. Se si fermasse questo flusso di denaro pubblico verso il sistema finanziario, perché di denaro pubblico si tratta, il sistema e tutta la baracca capitalistica cesserebbero di vivere in poche ore.

La morte dell'ex premier


Immagino che la notizia del giorno, cioè di ieri, sia stata quella del vertice informale a palazzo Chigi tra Letta e i leader sindacali Camusso, Bonanni e Angeletti per fare il punto sul così detto Pacchetto lavoro. Se ne riparlerà a luglio di “rilanciare l'occupazione giovanile e battere la recessione”. Proprio così: battere la crisi. Tra i temi che verranno affrontati – fanno sapere – le politiche dei redditi, l'abbassamento delle tasse sul lavoro, la lotta all'evasione e pensioni. Tutta roba nuova, inedita. Non si capisce poi perché tanta fretta.

In agenda, spiegano i sindacati, anche l'impegno dell'esecutivo a “giungere rapidamente alla definizione del tema esodati”. Anche in tal caso, perché tanta fretta? E se nel frattempo cadesse il governo? Non cambierebbe nulla lo stesso.

Una bolla speculativa gigantesca sovrasta il pianeta, il sistema finanziario globale è come un tossico nella fase terminale, con tremore chiede la sua dose quotidiana di liquidità. Un enorme giro di fiches false, ecco su cosa regge ancora il capitalismo. Ed è stato appunto su questo convincimento che la ministra per le pari opportunità ha tratto le conseguenze e ha pensato bene di rassegnare le proprie dimissioni.


venerdì 21 giugno 2013

Il giorno più lungo

Silvio Berlusconi si trova in un grosso guaio, forse il più serio della sua carriera politica, la quale è ben noto come coincida con tutto ciò che lo riguarda. La cassazione potrà decidere in vario modo, ma Berlusconi non può attendere la sentenza e correre il rischio. perciò a breve dovrà giocarsi il tutto per tutto. Conoscendo il tipo e gli interessi in gioco, c'è da aspettarsi qualcosa che inevitabilmente riguarderà il governo. E anche il suo partito. Potrà così verificare di quanti Pavolini e Graziani può ancora disporre, e di quanti badogliani vi sono tra le sue file.  Purtroppo difficilmente troverà sulla sua strada un colonnello Frigerio e anzi sarà più facile trovi ancora altri D'Alema e Violante pronti a dargli una mano. Vedremo. Ad ogni buon conto non aspettiamoci che possa cambiare granché anche dopo il tramonto di Berlusconi, così come nulla è mutato dopo la prima repubblica. Il sistema criminale italiano, sia esso legale o illegale, è quello che è.

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Oggi su Repubblica c'è un articolo di Paul Krugman, il Nobel invita il proprio governo di lasciar perdere le proiezioni sulla tenuta del sistema di qui al 2020 - 2030, bensì di agire urgentemente dal lato della disoccupazione. Questi economisti sono ancora convinti di vivere in un sistema capitalistico rimasto fermo alla seconda rivoluzione industriale. Richiamo a tal proposito un post recente nel quale cito un'essenziale analisi sugli effetti dello sviluppo capitalistico scritta da Marx solo 150 anni or sono.

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Il sistema finanziario chiede sempre più soldi alle banche centrali, come un tossico in crisi d'astinenza. Non è difficile prevedere a breve un altro grande botto. L'ennesimo, ma sempre più devastante. Credo che anche i non marxisti, coloro che hanno in tedio il solo sentire nominare la parola comunismo, se sono onesti intellettualmente, non possano non prendere in seria considerazione il fatto che questo sistema è fallito e sta facendo danni sempre più gravi e spesso irreparabili.  

mercoledì 19 giugno 2013

Oligarchie


Avete presente la situazione degli “esodati”, ossia persone poste in pensione in base a una legge dello Stato e poi per effetto di una successiva legge lasciati senza pensione e senza lavoro? Pare siano ancora oltre centomila in questa situazione.

Ricordate anche la norma che, a decorrere dal 1° agosto 2011 e fino al 31 dicembre 2014, assoggettava ad un contributo di perequazione i trattamenti pensionistici corrisposti da enti gestori di forme di previdenza obbligatorie, i cui importi complessivamente superino 90.000 euro lordi annui (5 per cento della parte eccedente l’importo fino a 150.000 euro, 10 per cento per la parte eccedente 150.000 euro e 15 per cento per la parte eccedente 200.000 euro)?

I limiti politici del capitalismo


Ha destato un certo scalpore un documento di 16 pagine redatto dagli economisti (la crema degli ideologi al servizio del capitale) del gigante finanziario americano JP Morgan, i quali senza troppe circonlocuzioni dicono quello che la borghesia ha sempre pensato, ossia che la crisi non è dovuta solo a

limiti intrinseci di natura prettamente economica: debito pubblico troppo alto, problemi legati ai mutui e alle banche, tassi di cambio reali non convergenti, e varie rigidità strutturali. Col tempo – dicono questi sinceri funzionari del capitale – è divenuto chiaro che esistono anche limiti di natura politica”.

E quali sarebbero questi limiti politici?

“I sistemi politici dei paesi del sud, e in particolare le loro costituzioni, adottate in seguito alla caduta del fascismo, presentano una serie di caratteristiche che appaiono inadatte a favorire la maggiore integrazione dell'area europea.”

martedì 18 giugno 2013

Quando a decidere della salvaguardia di Venezia sono i grandi interessi economici e gli azzeccagarbugli


Leggo oggi le vicende del Sito patrimonio dell'umanità dell'Unesco che si chiama Venezia. Nella città lagunare ha una sede l'Unesco che però non si occupa della città. Per tutto il resto ci pensa l'Autorità portuale di Venezia, quindi la SAVE, società che gestisce l'aeroporto veneziano e che è azionista della Venezia Terminal Passeggeri (dove s’imbarcano i passeggeri delle 655 meganavi che ogni anno transitano per il bacino di San Marco) a sua volta società controllata dalla predetta Autorità portuale di Venezia. Tutto si tiene.


Il parlamento è vostro, fottuti


Qualcosa si sta muovendo, dalla Turchia al Brasile, passando per le mai spente rivolte degli schiavi neri nelle miniere sudafricane, e tra qualche mese la protesta sociale potrebbe fare la sua comparsa dalle nostre parti. Le idee di rivolta sono ancora assai confuse e assente l’organizzazione. E fino a quando resteranno a questi livelli, la borghesia non ha nulla di serio da temere poiché questi movimenti si assopiranno spontaneamente.

Il motivo della protesta a Istanbul è la difesa degli alberi di un parco pubblico minacciati dalla solita speculazione immobiliare e commerciale. Nobile motivazione, ma evidentemente non ne hanno trovate di migliori. La sorte di decine di migliaia di lavoratori sfruttati nelle manifatture non deve essere sembrata spendibile mediaticamente.

lunedì 17 giugno 2013

Sarà del tutto indifferente


La chiusura della televisione di Stato greca e con essa dell’orchestra sinfonica nazionale, sembra una piccola cosa nel marasma generale che sta scuotendo la Grecia e altri paesi d’Europa, ma è invece la spia eloquente di come questo sistema economico sociale è fallito paradossalmente proprio nel momento in cui si mostra nel suo massimo trionfo planetario e raggiunge risultati inediti nello sviluppo delle forze produttive.

Si tratta di una contraddizione solo apparente (qui).

Presto, molto presto, anche in Italia si dovrà fare i conti con tagli molto simili a quelli greci e spagnoli e portoghesi. Anzitutto stipendi e pensioni, spesa sanitaria e via di seguito. La caduta a precipizio dell’economia porta con sé la riduzione del gettito fiscale. In simili circostanze nemmeno il sostegno statale alla disoccupazione di massa potrà protrarsi a lungo. Perciò è risibile la manfrina sull’aumento dell’Iva e la cancellazione dell’Imu. I problemi sono altri e ben più drammatici. Non so fino a che punto ci si renda conto della reale situazione e quanto invece, pur ritenendola grave, si sottovaluti la sua dimensione.

domenica 16 giugno 2013

Un gioco politico


La quadratura del cerchio. Oppure, “un gioco politico”. Così come lo chiama oggi Scalfari. Ed è sempre lo stesso gioco, comunque denominato: togliere ai più poveri per consentire ai più ricchi e anzitutto ai ricchissimi di esserlo di più. Sia in modo relativo (rispetto ai poveri sempre più poveracci), sia in modo assoluto (lucrando sulle merci che si svalutano, in primis il lavoro).

Scrive Scalfari: Ad ottobre l'Imu sarà interamente abolita e sostituita con un'imposta immobiliare comprensiva dell'imposta sui rifiuti ed altre minori, su basi nettamente progressive. 

Progressività che, in generale, riguarda chi è costretto a dichiarare tutto. Progressività, per esempio, che non riguarda il capitale finanziario. Eccetera. Progressività che, per quanto riguarda lo specifico dell'imposta sui rifiuti ed altre minori, avrà un impatto e un peso molto diversi tra un'agita famiglia che vive in villa con parco, e invece una famiglia di quattro persone che sopravvive in un appartamento con mutuo e il cui reddito, nella migliore delle ipotesi, consiste in due salari di circa mille euro ciascuno o poco superiori.

venerdì 14 giugno 2013

Puntiamo sicuri sulla valorizzazione turistica dell'Italia




Tivoli, centro storico. Segnaletica per Villa D'Este e Duomo.
Per quella del Duomo è stata utilizzato un precedente segnale che indicava "Roma 26".


La rigidità di Bagnai e il morbido cinismo americano


Scrive Alberto Bagnai:

La crisi europea trae origine dalle rigidità proprie alla moneta unica. L’euro ha falsato il mercato (portando all’accumulo di ingenti crediti/debiti esteri), e ingessato le economie (impedendo alle più deboli di reagire con una fisiologica svalutazione allo choc determinato dalla crisi americana). Il ripristino di un rapporto di cambio meno artificiale fra Nord e Sud è quindi uno snodo necessario, anche se certo non sufficiente, nel percorso di soluzione della crisi.

Le rigidità proprie della moneta unica sono un fatto politico, non economico. La crisi europea – che non è solo continentale – trae origine da un processo d’internazionalizzazione economico finanziario che coincide con l’introduzione della moneta unica europea.

giovedì 13 giugno 2013

Beppe Grillo s’è accorto che ...


Beppe Grillo s’è accorto che il cambiamento da lui auspicato non può venire nel e dal parlamento. Non è riuscito nemmeno nel risultato minimo prefissato, quello di aprire il parlamento come una scatoletta di tonno, cioè renderlo un po' trasparente. Viceversa sono i partiti e i media che hanno messo sottovetro il suo Movimento, mostrandolo per ciò che esso è effettivamente.

In tal modo Grillo ha mostrato non solo di non conoscere la storia, ma soprattutto di non saper leggere il presente se non superficialmente. Non solo ha fatto il gioco dei suoi avversari politici, ma soprattutto ha messo in libertà milioni di voti di protesta che aspettano solo un ducetto più pragmatico e un partito più concreto e organizzato. E dio solo sa quante speranze siano riposte in un deus ex machina che risolva la situazione sollevandoci da ogni responsabilità in proprio.

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mercoledì 12 giugno 2013

Venticello Marino



Lunedì a mezzodì, alla Caffarella, una signora mi diceva: Alemanno aveva cominciato a fare un po’ di maquillage preelettorale, poi, quando ha capito che non avrebbe vinto, ha mollato tutto. Quindi ha soggiunto: qui a Roma il fondo s’era toccato prima che arrivasse quel picchiatore fascista, ma con lui s’ è andati oltre ogni immaginazione.

Credo che Marino abbia capacità e volontà per cambiare effettivamente qualcosa. E tuttavia la situazione sotto molti aspetti resterà sostanzialmente la stessa di sempre. La stessa signora che abita alla Caffarella mi diceva: noi romani siamo come quelli che si presentano a una cerimonia in ghingheri ma con le ciabatte ai piedi.

Unica cosa positiva: le persone che incontro a Roma sono gentili e civili, più di molti veneti.

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giovedì 6 giugno 2013

Sulle seghe denominate in lire o fiorini


Scrivo due cose assai sintetiche a uso soprattutto dei più giovani, di quelli cioè che non hanno sperimentato di persona il lato A e quello B della grande inflazione degli anni a cavallo del 1980, ossia, come si diceva allora, della stagflazione (intreccio tra recessione + inflazione). La stagflazione è un assurdo economico solo apparente: la recessione dovrebbe provocare una caduta del prezzo delle merci, e quindi una deflazione, come in parte verifichiamo noi oggi. Ma non sempre ciò avviene nell’epoca in cui domina il capitale monopolistico multinazionale, in cui cioè il capitale ha un’elevata integrazione su scala internazionale. E quello di aumentare surrettiziamente l’inflazione (vedi il Giappone) è una tentazione forte. Non è direttamente di questo che voglio dire, ma è bene tenere a mente questo esempio storico quale sana propedeutica.

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mercoledì 5 giugno 2013

L'analfabetismo in epoca moderna e i suoi influssi nel dibattito economico sull'euro


Fino a epoca recente la scrittura di qualsiasi genere, sia a carattere storico, religioso, politico, filosofico, giuridico, scientifico, la prosa e la poesia, erano prerogativa di una ristretta minoranza, prevalentemente proveniente dalla classe ricca e privilegiata, o da individui e gruppi che a essa facevano riferimento.

Anche nel mondo antico, dapprima quello egizio e poi quello greco-romano, non vi fu mai un sistema scolastico che perseguisse l’istruzione di massa. Non si compì mai del tutto un passaggio dall’oralità alla scrittura. Si registra un largo uso della scrittura nel commercio e negli affari, si hanno le prime attestazioni di un commercio librario, e tuttavia i poveracci potevano – quando erano in grado di farlo – sconfiggere il tempo quasi solo con il graffito, l’epitaffio e la dedica incisi da qualche parte.

martedì 4 giugno 2013

Ed esso viene spezzato


Che cosa serve perché una notizia abbia il rilievo che merita? Centodiciannove morti e decine di feriti in un incendio meritano la prima pagina? Se si tratta di schiavi chiusi a chiave nel posto di lavoro, evidentemente no. E poi, si sa, i cinesi sono così tanti. E un ragazzino di 14 anni, Liu Fuzong, che muore a causa del troppo lavoro? Dicono che secondo dati ufficiali i morti per eccessivo carico di lavoro in Cina siano 600. Un dato sottostimato, indubbiamente. Su questo sito si può avere un piccolo campionario di ciò che succede in Cina ai lavoratori salariati. È con tali condizioni di vita e di lavoro che, secondo Eugenio Scalfari e altri della stessa porcilaia, gli operai italiani dovrebbero competere.

lunedì 3 giugno 2013

Ai ritardatari


Che cosa sono le “larghe intese”? Semplice: il governo può fare solo quello che non è sgradito al cavalier Silvio Berlusconi. Chi nega che si tratti proprio di questo e solo di questo, è un disonesto. Dunque, si tratta del governo dei disonesti, precisamente degli imbroglioni, poiché la verità è che si fa e si farà solo ciò che è gradito al vero capo del governo, ossia al cavalier Silvio Berlusconi. Una dimostrazione lampante di questa situazione di fatto è data dalla riforma della legge elettorale: non si farà. Piuttosto si metterà mano alla Costituzione, alla seconda parte poiché la prima non esiste più nei fatti.

domenica 2 giugno 2013

Le favole come le racconta Scalfari


Questa mattina, mentre facevo colazione con pesche aliene, ascoltavo la lettura del vangelo. Non so dire da dove la trasmettessero la santa messa perché guardavo le Alpi tristi avvolte da nuvolaglia grigia e immobile. A me piacciono le favole, quella di stamane raccontava di un uomo che per magia sfama migliaia di persone al suo seguito partendo da due pesci e qualche panino.

Con la medesima curiosità con la quale mi pongo all’ascolto di questo genere di letteratura fantastica, mi accosto anche agli editoriali di Eugenio Scalfari. In quello odierno egli scrive che la narrazione serve a guardare il passato e a raccontarlo con gli occhi di oggi ricavandone un’esperienza da utilizzare per agire sul presente e costruire il futuro”.

Nelle vesti di filosofo ci dona sempre delle inedite perle di sapienza e saggezza, come quando mio nonno mi diceva che l’esperienza non serve solo ad allacciarsi le scarpe. Dice Scalfari che “Narrare il passato è dunque un elemento indispensabile per dare un senso alla vita. Chi rinuncia a raccontare vive schiacciato sul presente e il senso, cioè il significato e la nobiltà della propria esistenza, fugge via”.

Ed è perciò che Scalfari ogni domenica non manca di raccontarci le sue favole sul mondo, dandosi troppa cura di ciò che egli stesso crede degli uomini e però non dandosene nessuna per ciò che di essi ignora. Perciò gli viene tanto facile essere sincero con le proprie illusioni fino al punto di ritenere che il presente sia paragonabile al passato secondo le idee che egli si è fatto di se stesso e della nostra epoca (*).

Laterali


Parliamoci chiaro, di loro non frega realmente niente a nessuno. Né che siano degli schiavi, né del fatto che siano trattati peggio di altri schiavi. Del resto sono quasi tutti così detti extracomunitari, e perciò se non gli va, ritornino da dove sono venuti.

Protestano contro le condizioni nelle quali sono sfruttati dai loro padroni, per essere stati licenziati in cinquanta avvalendosi di un diritto costituzionalmente garantito, lo sciopero, quindi per non aver accettato ancora una volta di piegare la testa. Succede nella civilissima Emilia.

Non si tratta solo di chiedere il rispetto dei diritti dei lavoratori e di quello di sciopero, c’è da chiedersi anzitutto che cosa sono i diritti umani e se essi siano rispettati in questo paese così come altrove. Non avere un lavoro, ho averne uno precario e per un salario da fame, non avere diritto di lottare contro le condizioni di lavoro imposte dai padroni, ha a che fare con il rispetto dei diritti umani, della persona?

sabato 1 giugno 2013

Anche i ricchi piangono, di gioia

(con aggiornamento in coda + ulteriore aggiornamento)

Che i partiti debbano farsi finanziare con i soldi di tutti è cosa quantomeno discutibile. Allora che si fa? S’introduce il 2 per mille a favore dei partiti, una sorta di 8 per mille con analoghe modalità truffa. Per chi nella dichiarazione dei redditi non dovesse mettere la crocetta di opzione, o per i partiti o per lo Stato, il suo 2 per mille andrà, suddiviso in proporzione alle quote di rappresentanza, ugualmente ai partiti. Il solito paese di Bertoldo, dove l’albero in cui impiccarsi lo scelgono sempre i soliti noti.

Ed è lo stesso paese dove vive un gioielliere che dichiara 17.300 euro d’imponibile per l’anno 2011 (media nazionale). Ma gli è capitato di dichiarare anche meno. Il suo commesso del negozio, ha dichiarato invece 20.020 euro.

Ed è qui che entra in gioco il governo Napolitano, Berlusconi, Letta – come del resto i governi precedenti – avendo di mira il sostegno alla "crescita".