Al di là delle ragioni di opportunità e pertinenza, ci si poteva attendere da un Papa un discorso storiograficamente obiettivo in occasione dell'anniversario della nostra unità nazionale? In tal caso si sarebbe trattato di riferire delle reiterate malefatte dei suoi predecessori che con ogni mezzo e ostinatamente hanno impedito e contrastato ciò che infine ha avuto compimento nel 1870. Allora, visto che per ragioni di buon vicinato non poteva starsene zitto, il Papa avrebbe potuto attenersi almeno a delle dichiarazioni generiche e tuttavia oneste? Può un simile uomo, che fonda la propria autorità e potere sulla pretesa di essere l'unico rappresentate ufficiale di dio su questo pianeta, il pontefice massimo dell'unica vera religione, dire delle cose oneste su qualsiasi argomento? Evidentemente no. Eppure quest'uomo vestito da satrapo orientale gode di una finzione giuridica che gli permette di essre riconosciuto come capo di Stato, sovranno assoluto di un'entità statuale fatta solo di carta intestata e protocolli.
Ed è però sulla base di tale finzione giuridica che la Chiesa cattolica esercita soprattutto in Italia delle prerogative di stampo medievale. Come quella di imporre un proprio insegnante, di nomina vaticana, nelle scuole italiane, e in ogni aula scolastica il proprio simbolo religioso. Ma la vergogna di questo Stato italiano che si definisce laico non finisce qui, perché ora i giudici di un'alta corte hanno stabilito che lo stesso simbolo religioso deve essere mantenuto anche nelle aule di giustizia.
Questi fatti li si può giustificare come si vuole ma denunciano una tirannia di fatto esercitata sulla società italiana da parte della Chiesa cattolica in ogni ambito, dal diritto di famiglia al cosiddetto biotestamento, impedendo di fatto delle libere scelte e sabotando con ogni mezzo (e ne dispone di potentissimi) ogni progresso civile. L'Italia non sarà mai un paese effettivamente libero fino a quando non riuscirà a liberarsi concretamente da queste ingerenze, fino a quando la Chiesa cattolica rappresenterà uno Stato nello Stato, il dominio totalitario sulle coscienze.
bel post, complimenti.
RispondiEliminagrazie matteo
RispondiEliminaPrendendo spunto dal secondo paragrafo: che ne pensi del recente esito della questione crocifisso?
RispondiEliminaCiao, R.
avevo giusto in mente di scrivere qualcosa. credo che lo farò domani
RispondiEliminaper il momento rinvio a:
http://diciottobrumaio.blogspot.com/2010/02/uaar.html
ciao