sabato 31 agosto 2013

Salvo complicazioni


Scrive Mark Mazzetti sul New York Times che di fronte al vacillante appoggio delle capitali straniere alla decisione di Obama di attaccare la Siria, lo stesso presidente Usa ha preso ieri la decisioni di “punire” Assad perché “è in gioco la credibilità americana”. Si uccide con un attacco missilistico dalle conseguenze imprevedibili e che potrebbe portare perfino a un conflitto generalizzato perché “è in gioco la credibilità americana”, dunque come si comporta un gang perché gli si è “mancati di rispetto”.

Sono questi banditi i padroni del mondo che fanno e disfano regimi e nazioni a tutela esclusiva dei loro interessi. È questa gentaglia che nel corso di decenni ha messo al bando il nazionalismo arabo favorendo l’islamismo, l’ala più fanatica e radicale, il pericolo, dopo gli Usa, che l’umanità deve temere di più. Sarebbe di sicuro interesse sapere (e lo sappiamo) perché gli Usa, così come in passato per altre situazioni, sostengano le bande di ribelli in Siria in una guerra civile che è costata finora 100mila morti.

venerdì 30 agosto 2013

La seconda grande rivoluzione


Nonostante i toni trionfalistici di questi giorni, nostrani ed esteri, è probabile e non solo possibile che nelle prossime settimane, al massimo nei prossimi mesi, ad onta di quanto ci racconta la propaganda sulla “ripresa” e la “fine della crisi” (Saccomanni & C.), assisteremo a un nuovo terremoto finanziario, con crollo delle borse e il consueto corollario di panico. Dico solo un dato: i famigerati “derivati” in circolazione sono pari a nove volte il Pil mondiale. Sarà pure vero che parte dei derivati è a “copertura”, ma altri dati dicono che la massa speculativa di questi strumenti finanziari è comunque gigantesca. A ciò s’aggiunge la “sofferenza” dei paesi cosiddetti emergenti.

giovedì 29 agosto 2013

Non è casuale


Quasi un miliardo di persone soffre la fame (quella vera), la denutrizione uccide diversi milioni di bambini nel mondo, e più di 30 milioni di persone muoiono d’inedia o di malattie a causa di carenze di micronutrienti. Paradossalmente altre centinaia di milioni di persone muoiono a causa d’iperalimentazione e malnutrizione, ossia perché mangiano troppo e male, e altre centinaia di milioni ricorrono per gli stessi motivi a cure mediche, con un aggravio per la spesa sanitaria enorme.

Secondo l’Organizzazione mondiale della sanità, ogni cinque secondi una persona nel mondo viene colpita da cecità, e la stessa sorte tocca a un bambino ogni minuto. Si stima un’incidenza della cecità pari a circa 200 casi ogni 100.000 abitanti nelle nazioni con standard di assistenza medica elevati, e una incidenza dieci volte maggiore in quelle con una mediocre assistenza medica. Alcune delle patologie responsabili della cecità, quali il tracoma e l’oncocercosi, sono presenti quasi esclusivamente nelle aree depresse del mondo.

Tutto questo, considerato nell’insieme, non è opera del caso e nemmeno di chissà quale necessità legata a leggi oggettive. Gli uomini non sono una colonia di topi, essi pur soggetti alle leggi della natura, nella conoscenza di queste leggi e nella possibilità legata a questa conoscenza, possono farle agire secondo un piano per un fine determinato.

mercoledì 28 agosto 2013

«La realtà fisica di Internet è ben distante dalla narrazione mitologica»


Ieri sera volevo collegarmi con il sito del New York Times, ma non c’è stato verso. Molto strano. Allora ho fatto un brutto pensiero e ho cliccato il sito del Washington Post, trovandolo attivo. Ho pensato che non era in atto un attacco informatico come invece avevo temuto dando retta al mio pessimismo (leggi: realismo). E, invece, questa mattina leggo che il sito web del New York Times, il più cliccato media del mondo, era stato oscurato da un attacco esterno di hacker, e così anche l'Huffington Post e USA Today. Naturalmente sono stati accusati hacker pro-Assad !! Com’è prevedibile il mondo in mano a burattinai così poco brillanti.

Quando nel post dell’altro giorno scrivevo che il prossimo conflitto globale non sarà semplicemente combattuto sul piano della contesa terrestre e aero-navale classica, con propaggini extraterrestri (satelliti, ecc.), ma sarà centrale la contesa sul piano delle nuove tecnologie, con un ruolo rilevante della nuova intelligence, di controllo sulle comunicazioni e sullo stato psichico, emotivo, culturale e informativo delle popolazioni in misura inedita rispetto al passato, mi riferivo proprio a questo.

Ma ciò che è accaduto ieri sera sono sciocchezzuole, bagatelle.

martedì 27 agosto 2013

Le cose che cambiano e quelle che restano uguali


Quando le strade verso il consueto svolgimento della vita sono bloccate, la gente diventa radicale, ma raramente saggia. Almeno fino a quando le circostanze non impongono una strada diversa, facendola apparire come una scelta.

* * *

È curioso assistere ogni giorno a discussioni appassionate e litigi cruenti sull’euro e la UE. Dopo l’eventuale ritorno al coin locale, il dibattito troverà modo di concentrarsi sulla superiorità della luganega nostrana, senza trascurare un imperativo categorico quale il ritorno alle tradizioni culinarie del buon tempo antico, alle rustiche produzioni orticole a chilometri zero e al bucato a mano.

lunedì 26 agosto 2013

La vera spina nel fianco


L'amministrazione Obama non ha alcuna intenzione di indagare su ciò che è avvenuto presso Ghouta. Ha anche detto di non volere un’inchiesta delle Nazioni Unite o la raccolta di elementi di prova prima di procedere con i suoi piani di guerra. Ma chi ha imbastito una menzogna palese come quella dell’eccidio di Ghouta? Gli stessi che hanno imbastito la menzogna delle armi chimiche di Saddam. Il copione è lo stesso, scritto dalle stesse canaglie angloamericane.

Quale bisogno ha Bashar al-Assad di usare gas sarin contro la popolazione inerme a pochi chilometri da Damasco? Zamalka e Ein Tarma, dove si sarebbe verificata la strage, sono poco distanti dalle zone residenziali principali della capitale, abitate per lo più da siriani filogovernativi, e  dove c’è l'aeroporto militare di Mezzeh. È sufficiente guardare Google maps per rendersi conto che si tratta di quartieri metropolitani posti a un paio di chilometri dal centro di Damasco! E sufficiente vedere le immagini dei soccorritori, in maniche corte, per rendersi conto che non di gas nervino si può trattare.

domenica 25 agosto 2013

Della guerra prossima futura


Se conosci il nemico e te stesso,
non devi temere il risultato di cento battaglie.
Se conosci te stesso ma non il nemico,
per ogni vittoria ottenuta potrai subire anche una sconfitta.
Se non conosci né il nemico né te stesso,
soccomberai in ogni battaglia.
SunTzu, L’arte della guerra, Guida editore, p. 83.


Andando con la memoria – storica – ai lustri immediatamente precedenti l’estate del 1914, si possono rilevare con facilità i prodromi di ciò che sarebbe stata poi la grande carneficina. Anche i coevi, non solo i più avvertiti, non mancarono di percepire in lontananza il fragore che annunciava il grande temporale, per esempio nel Pacifico e a Port Arthur, o anche più vicino, nei Balcani e lungo le coste del Mediterraneo, per non dire della guerra ispano-americana (1898) e di quella anglo-boera. La guerra è nella natura dell’imperialismo moderno, non meno di quello antico. Le controversie che impegnarono le cancellerie per spartirsi il mondo, in attesa di mettere le mani sulla carcassa ottomana, punteggiano numerosissime la storia degli anni a cavallo tra i due secoli.

Salto di binario


Non si tiene quasi mai abbastanza conto, se non come omaggio retorico alla "complessità", che le diverse discipline scientifiche trattano il proprio specifico in modo assolutamente dipendente da una visione generale del mondo. Si ritiene, anzi, sia presso gli stessi specialisti e ancor più ovviamente presso il senso comune, che l’oggetto e i metodi della ricerca scientifica si pongano su un livello superiore di neutralità in rapporto all’ideologia e al conseguente orientamento sociale. È questo, purtroppo, un tema molto sottovalutato in sede critica, laddove invece si tende a privilegiare un approccio critico e “costruttivo” sui “contenuti”, come se il pensiero umano riflettesse unicamente la realtà dell’oggetto che si vuole conoscere e non, al tempo stesso, la realtà sociale del soggetto conoscente.

La neutralità di qualunque disciplina, di qualsiasi approccio alle problematiche scientifiche o sociali, semplicemente non esiste. La coscienza individuale può divenire coscienza soltanto realizzandosi nelle forme ideologiche dell'ambiente che gli sono date (sarà, al riguardo, interessante per qualche lettore rileggere un post del lontano novembre 2011 per rendersi conto di come sia facile prevedere le mosse degli agenti del sistema). Chi tende a far passare, per contro, l’idea di neutralità, lo voglia o no, è un ideologo di cui il sistema – inteso come insieme d’interessi e di conseguenti orientamenti – si serve per stabilire anzitutto la propria superiorità, indispensabilità e immutabilità.

Tanto, come premessa generale.

sabato 24 agosto 2013

Temporanea inagibilità mentale


La prima volta che si è dibattuto di “temporanea (sic!) infermità mentale” in un’aula di tribunale, è stato nel processo a carico di Dan Sickles, uno yenkee  nato a New York nel 1819, un tizio che nonostante l’accusa di aver ucciso un procuratore distrettuale, visse poi molto a lungo, fino alla vigilia della prima guerra mondiale, e senza una gamba, lasciata sul campo di battaglia di Gettysburg.

Sickles era un uomo non molto alto, dalla vita sottile, dagli occhi cerchiati e dai folti mustacchi. Era un lady-killer, diciamo pure un noto puttaniere, ma soprattutto divenne famoso per essere un gentleman-killer. La vicenda che appassionò e divertì l’intera nazione è presto detta. Il procuratore del distretto di Colombia, Philip Barton Key II, figlio a sua volta dell’ex procuratore distrettuale Francis Scott Key – quello che scrisse l’inno degli Stati Uniti –, era un bel tomo, ardito al punto da far la corte nientemeno che alla moglie di un tipo focosetto come il deputato Dan Sickles.

venerdì 23 agosto 2013

Quel proustiano del conte Max


In vino veritas, dicevano gli antichi. Noi moderni la verità la imbottigliamo e la mettiamo in cantina per anni; poi, se e quando ci fa comodo, stappiamo. Capita così di trovarsi nel bicchiere, per restare in metafora, verità come questa: In Italia la libertà di stampa non esiste. Tutti i giornali appartengono a gruppi del potere economico che li usano non per vendere, ma per attaccare o difendersi. Non per dare le notizie, ma per nasconderle”.

A mescere questo genuino vinello è stato un celebre vignaiolo, Massimo D’Alema. La dichiarazione è riportata in un articolo, scritto male, di Pino Corrias per il Fatto quotidiano (credit: Dagospia). Devo dire che mi ha divertito leggere l’articolo, laddove si dice che D’Alema le sue verità è andato a stapparle alla festa del Pd di Taizzano, frazione di Narni, provincia di Terni, una quindicina di chilometri da Otricoli, un piccolo centro ai confini tra Umbria e Lazio.

A Otricoli D’Alema possiede una tenuta agricola, anzi, per la precisione la possiedono i suoi due figli. Vi ha piantato delle vigne e ora produce vino. Per questo motivo la società La Madeleine (un nome proustiano davvero appropriato in Umbria) ha ricevuto anche un contributo di 57.500 euro dalla UE, tramite la Regione Umbria. Per un fondo agricolo del valore di meno di 250mila euro non è male. Come entità il terzo tra i contributi erogati. Almeno questo è quanto sosteneva Libero, e D'Alema minacciava querele.

Povero Bradley Mannin


Chapeau! Gli specialisti stanno facendo un egregio lavoro di rammendo. E i media come solito si prestano volentieri a fare da sponda. La vicenda Wikileaks, del povero Bradley Manning, così come quella di Edward Snowden, ci fanno toccare con mano che cosa siano in realtà gli Stati Uniti. La loro reputazione presso l’opinione pubblica internazionale ha subito dei duri colpi, e ha spogliato il governo degli Stati Uniti di ogni autorità morale, politica e giuridica di agire come un “tribunale dei diritti umani”.

Cosa c’è di meglio per demolire una persona, un militare accusato di spionaggio, il giorno dopo la sentenza che lo vede condannato per aver rivelato i crimini americani, che inventarsi la storiella che costui vuole cambiare sesso per diventare una donna?! Qual è l’impatto di una simile “notizia” sull’opinione pubblica? E tutti lì, a bere come degli assetati sulle menzogne inventate ad arte. Il povero Bradley Manning, dopo tre anni e mezzo d’isolamento in carcere e con la prospettiva di dover trascorrere molti altri anni di reclusione, va compreso se ha accettato di recitare la parte scritta per lui.

Una tirannia che utilizza il terrorismo – da essa alimentato e inventato – come arma di politica interna e internazionale. L’attentato alla maratona di Boston è eloquente al riguardo: l’impiego di attori professionisti, decine di comparse, sicuramente flaconi di sangue finto (basta guardare queste foto per rendersene conto) e la più che probabile invenzione della famiglia cecena Tsarneav. Nessuno è morto e nessuno è rimasto ferito, ma l’opinione pubblica mondiale crede a ciò che vede, e le immagini dell’attentato sono molto crude ed eloquenti. Se non si guardano attentamente.

Il padre dei due “attentatori” pare non sia altro che è un personaggio immaginario, interpretato da un attore di nome Mark Rothwell, che vive a Portland, Oregon. Anche la madre sarebbe un personaggio immaginario, un’attrice di nome Kayla Lian, che vive anch’essa a Portland e che lavora con Mark Rothwell nel Portland Actors Assemble. Singolare questo articolo del Boston Globe, non vi pare? Ovviamente non dice tutto.


Tanto per farsi un’idea in che cazzo di mondo viviamo, questo sito ci offre certamente qualche curiosità al riguardo.

mercoledì 21 agosto 2013

Robot


Scrive compito Maurizio Ricci, oggi su Repubblica, che un’azienda in Alabama, grazie ai robot, dal 2010 produce 300mila freni in più senza dover assumere alcun operaio. Quello che questi giornalisti, consci delle proprie competenze e pieni di senso critico, non dicono, è che i robot, comunque si voglia mettere la faccenda, non producono alcun valore. E vai a spiegare l’abc dell’economia politica a questi qui. Quell’industria di freni, fino a quando le concorrenti non si metteranno tecnologicamente alla pari, strapperà, nella spartizione del plusvalore complessivo, una quota di superprofitti. Quando anche le concorrenti saranno alla pari, per tutte si ripresenterà, aggravato, il problema della caduta del saggio di profitto. Possiamo spiegare il perché ciò accada a professionisti consci delle proprie competenze e piena di genuino senso critico?

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martedì 20 agosto 2013

Buone vacanze, America


Sapete cos’è e dov’è Martha’s Vineyard? Il nome può far venire in mente immagini agresti, in realtà si tratta di un’isola per ricchi del Massachusetts, a ovest di un’altra isola per ricchi, Chappaquiddick, resa celebre per un fatto tragico – mai ben chiarito – che vi avvenne il 18 luglio 1969 e che aveva a che fare con il senatore Edward M. Kennedy, fratello del presidente e quindi uno dei rampolli di Joe Kennedy e di Rose Elizabeth Fitzgerald, lei discendente dei conti Desmond e duchi di Limerik, i quali facevano discendere la stirpe dai Gherardini di Montagliari, la famiglia toscana di cui la celebre Monna Lisa.

Da questo curioso intreccio di politica, arte, denaro, dramma e sensualità, si potrebbe imbastire un romanzetto. Cedo a titolo gratuito l’improbabile copyright dell’idea all’eventuale volenteroso che volesse prendersi briga di ciò.

Fino a qualche anno fa le due isole erano collegate tra loro da un istmo di tre chilometri di sabbia che in seguito a una mareggiata è scomparso. Anche questo un segno del clima che cambia. Martha’s Vineyard è nota anche perché il 16 luglio 1999 vi trovarono la morte in un incidente aereo John Fitzgerald Kennedy jr e sua moglie. Anche questo un segno d’inesorabile destino.


Ci vorrà del tempo ma forse un giorno ...



Ci vorrà del tempo ma forse un giorno capiremo che la “colpa” della crisi non è dell’euro ma dell’uso politico che è fatto della moneta. Ci vorrà del tempo ma forse un giorno capiremo perché Berlino, Monaco e Francoforte non sono Roma, Napoli e Milano, ossia perché la Germania è una grande potenza economica e un paese molto più stabile economicamente e politicamente del nostro. Ci vorrà del tempo ma forse un giorno capiremo che acquistare petrolio e materie prime in lire (svalutate) non conviene. Ci vorrà del tempo ma forse un giorno ci faremo una ragione del fatto che le Fiat non si piazzano in Germania nemmeno come gadget ai wurstel. Ci vorrà del tempo ma forse un giorno capiremo che un turista tedesco armato di marchi acquisterebbe le nostre merci – anzitutto il lavoro – a metà del loro valore. Ma allo stesso modo si possono acquistare anche le azioni e gli immobili. Ci vorrà del tempo ma forse un giorno prenderemo atto che nei tre decenni precedenti l’entrata nell’euro, l’Italia aveva mediamente almeno il 5% d’inflazione annua (quando andava di gran lusso), e che l’inflazione è la tassa più iniqua che possa gravare su salari e pensioni (lo sapevano bene i nostri nonni). Ci vorrà del tempo ma forse un giorno scopriremo che pagare un debito espresso in una moneta svalutata non conviene. Ci vorrà del tempo ma forse un giorno scopriremo che così come si può mandare al diavolo una moneta comune, allo stesso modo si possono reintrodurre i dazi doganali. Ci vorrà del tempo ma un giorno prenderemo atto di queste e molte altre cose, e gli “esperti” troveranno nuovi capri espiatori da sostituire all’euro. E così, in perfetto stile nazionale, potranno continuare a dare dell’idiota agli “altri”.

lunedì 19 agosto 2013

Se vi pare poco



Con il denaro si controllano i media e con questi s’influenza pesantemente tutto il resto, politica compresa ovviamente. È questo il senso della democrazia borghese, e non solo in Italia. In questo modo sono stati convinti gli schiavi che questo è, in definitiva, non solo il miglior sistema sociale possibile, ma anche quello definitivo. Se vi pare poco.

Per la realizzazione di tale stato di cose non c’è stato bisogno di nessun piano preordinato, infine è seguita la necessità storica. Sarà così anche per il futuro, saranno le stesse leggi dello sviluppo storico a determinare la nostra sorte? E quali? Noi non siamo come gli altri animali soggetti alle mere leggi biologiche e di evoluzione, noi possiamo altresì dare un indirizzo alla nostra storia. Dipende da noi quale.

domenica 18 agosto 2013

Il grido


Disoccupazione, sottoccupazione e cassa integrazione restano a livelli molto alti, le fabbriche chiudono o trasferiscono le produzioni altrove, anche il turismo è in sofferenza, in alcune zone è proprio in crisi. Il resto è conseguenza.

La borghesia mostra di essere preoccupata di questa situazione ma non è più di tanto in allarme. Finché lo Stato riuscirà a garantire gli stipendi pubblici, le pensioni e la cassa integrazione, non c’è da perdere il sonno. Del resto gli operai e i lavoratori dei servizi sono dispersi, i sindacati divisi e comunque occupati in altro, non c’è più un partito di sinistra, sia pure allineato agli interessi della borghesia. Per il resto si creano illusioni chiamandole fatti.

Tuttavia la situazione interna e internazionale muove verso altri scenari: il nostro 1914 è ancora lontano o forse è già domani? Segnali di conflitto si rilevano nelle dispute commerciali, nel nuovo freddo che attraversa i rapporti Usa-Russia, e in altre situazioni che da un momento all’altro potrebbero degenerare in un’escalation.

Quanto ai ricchi, quelli veri, possono godersi i record di borsa degli ultimi mesi. E finché gli Stati succhieranno il sangue al popolo sovrano possono star certi che anche le obbligazioni verranno onorate alla scadenza. Invece nessuna forza potrà fermare lo sviluppo delle contraddizioni a fondamento del sistema. Serve sempre meno lavoro vivo per valorizzare il capitale, e sempre più lavoro nelle condizioni peggiori. E anche in tal caso il resto è conseguenza.

* * *

Vi è qualcosa d’inquietante in un’epoca dominata dal pettegolezzo e nella quale non si sa nulla d’importante. Gli imperi di oggi non si tengono più con la spada ma con il ricatto. Almeno così credevamo. L’Egitto ci dice che non è più così.


* * *

Come ci si può sbagliare su parecchie cose. Si può sentire un grido per diverse sere provenire dall’altra sponda del Nilo, un grido lungo e ossessionante che pare avere un’origine antica. Mentre ti offrono una sigaretta che rifiuti e bevi un tè alla menta, pensi che forse quel grido ripetuto è un inno al sole che tramonta. Poi, avutane l’occasione, chiedi alla gente del posto di che cosa si tratti e ti senti rispondere che sono le grida di un uomo che chiede di salire sul traghetto.


sabato 17 agosto 2013

Lincoln


Il senso comune, ossia il mito che lo circonda, vuole Abramo Lincoln favorevole all’abolizione della schiavitù. Come ho fatto notare incidentalmente altre volte in questo blog, Lincoln non fu un abolizionista assoluto e, anzi, egli fu fondamentalmente un razzista. Ciò che per esempio si legge su Wikipedia, ossia che la sua personale posizione sulla questione della schiavitù sarebbe assai controversa, e che tuttavia la frequenza e la chiarezza con cui sostenne anche prima della sua elezione come presidente la posizione a riguardo della liberazione dalla schiavitù, è un falso deliberato.

venerdì 16 agosto 2013

L'aeroplanino


Quanto sta avvenendo in Egitto dimostra ancora una volta che senza un’organizzazione politica di classe – e relativo programma ­– non si va da nessuna parte, si resta in un vicolo cieco.

* * *

Per quale particolare pregio sarà ricordata la presidenza Obama? Per le molte promesse mancate, sicuramente. Del resto la politica estera americana nelle sue linee fondamentali è già tracciata dagli interessi di potenza e delle corporation, le stesse che finanziano le campagne elettorali.

I presidenti degli Usa sono solo degli uomini di paglia. Da loro non c’è da aspettarsi alcun cambiamento effettivo su nulla, poiché nessun politico americano può permettersi di essere radicale. Bisognerebbe sapere chi sono gli uomini chiave delle convenzioni, i loro legami, per sapere effettivamente perché un tizio viene scelto quale candidato alla presidenza. E quasi sempre si tratta di un rampollo dell’aristocrazia venale americana, quella che non crede in nulla eccetto i dollari. Per oltre un secolo, dopo che la colonia ottenne l’indipendenza, in molti stati la politica fu soprattutto un affare di poche famiglie. Bisognava nascere Livingstone, Clinton, o Schuyler. Oppure imparentarsi con queste famiglie a mezzo matrimonio come fece Alexander Hamilton, o lavorare per esse. La cosiddetta meritocrazia in una società classista è un’assoluta eccezione, e dato l’alto costo della politica e di creare un’immagine solo i ricchissimi o coloro che si alleano con essi possono sperare di conseguire risultati di rilievo.

giovedì 15 agosto 2013

Capra e cavoli


È ben curiosa la vicenda umana e politica di Giorgio Napolitano, il presidente della Repubblica detto re–Giorgio (c’è pure sangue piemontese nelle sue vene). È chiamato a mostrarsi straordinariamente consapevole non solo di se stesso, ma di noi; vi è addirittura segno, più nelle interpretazioni giornalistiche che nelle sue effettive dichiarazioni, che da lui dipenda soprattutto il futuro di una persona. Credo sia proprio di questo che Berlusconi medita in questi giorni, ossia di come sia infine curiosa la vita se il suo destino è legato – almeno così vuol dare ad intendere e magari lusingarsi un po’ – alle decisioni di un vecchio ex comunista.

E tuttavia Berlusconi non riesce – si è ben visto nell’ultima adunata con i suoi clienti – a interpretare con convinzione la parte dell’eroe tragico poiché è nel suo carattere e stile naturale venirgli meglio quella del tragico pagliaccio. Ma noi sappiamo che le leggende sono necessarie, tanto ai media quanto alle plebi, specie in un’epoca di deflazione, e le divinità brillano finche trovano occhi di testimoni che le vedono. E televisioni evangeliche che le mostrano e raccontano.

mercoledì 14 agosto 2013

Agibilità canaglia


Si leggono cose che non si sa più come commentare, anzi non si sa più al loro riguardo cosa pensare. La democrazia è sempre stata un gioco per ricchi e potenti e del resto non potrebbe essere diversamente in una società classista. Tuttavia, prendendo per buono questo gioco, mi chiedo se c’era proprio bisogno che un presidente della repubblica diramasse un comunicato ufficiale nel quale ricordare a un senatore ed ex presidente del consiglio che le sentenze vanno rispettate?

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Ieri osservavo la differenza tra i bambini nostrani e quelli teutonici. Non è solo fisiognomica e di creanza (in tal caso c’entra lo spread?), ma c’è dell’altro. I bambini italiani, alla mia sinistra, hanno scavato una buca profonda e, poi, per uno dei loro infiniti motivi, si sono messi a litigare. Anche i bambini tedeschi, quelli dell’ombrellone alla mia destra, hanno scavato nella sabbia, ma non delle semplici buche, ma una vera e propria trincea.

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L’imperatore Giustiniano fece dell’omosessualità un reato penale con la motivazione che la sodomia era la causa principale dei terremoti!

Qualcuno mi sa dire?

NON SO COME MA IL PROBLEMA ORA SEMBRA RISOLTO. GRAZIE AI LETTORI CHE HANNO OFFERTO CORTESEMENTE I LORO SUGGERIMENTI.

DA QUESTA MATTINA, QUANDO APRO LA PAGINA DEL BLOG, compare una schermata di Chrome che dice:

In questa pagina web sono stati inseriti contenuti di vulvia.ilcannocchiale.it, un noto sito distributore di malware. Se visiti ora questa pagina, il tuo Mac potrebbe essere infettato con malware.

QUESTO AVVIENE SOLO CON CHROME. GOOGLE NON MI HA COMUNICATO NULLA AL RIGUARDO.

Qualcuno mi sa dire, per cortesia, cosa succede e cosa dovrei fare per eliminare l'inconveniente? Grazie.

martedì 13 agosto 2013

Stranezze


Joe Pesci, interpretando Frankie Monaldi nel film C’era una volta in America, se ne esce con questa frase: “La vita è strana, strana come la merda”. Non certamente un esempio di finezza, ma rende bene il concetto. Del resto lo stesso Pesci, chiamato in un primo momento da Leone per interpretare il ruolo di Max Bercovicz, amico di Noodles e co-protagonista della storia, poi si dovette accontentare di recitare la parte di Monaldi, un ruolo molto importante nella sceneggiatura originale, ma limitato nella versione definitiva del film.

Anche la vicenda di un altro personaggio della storia americana, quella autentica, fu ben strana. Nato in una capanna di tronchi a Hodgenville (Kentucky) il 12 febbraio 1809, dunque un acquario, divenne un avvocato delle ferrovie, poi intraprese con determinazione la carriera politica. Un tipo astemio, alto di statura e magrissimo, che non amava il cibo, affetto da una stitichezza molto severa che raramente gli permetteva una seduta al cesso più di una volta a settimana nonostante bevesse litri di un lassativo chiamato Blu Mass. Era tuttavia un uomo di buona tempra e grande forza, non solo fisica.

lunedì 12 agosto 2013

Bambini, fantasie sessuali, leader politici


Ci sono prove a bizzeffe e non solo indizi a conferma che la nostra è un’epoca esausta. Questo fatto si può avvertire non solo guardando le opere “d’arte” contemporanea, o considerando lo stato in cui versa il dibattito “politico”, ma anche guardando i bambini mentre giocano.

Nonostante quanto dicono gli operatori turistici, anche quest’anno le famiglie nelle località turistiche sono arrivate numerose. I bambini in spiaggia come solito sono troppo vivaci per risultare graditi, e i loro genitori sono poco consapevoli del proprio ruolo per frenarne gli eccessi.

* * *

Non mi pare si avverta nell’atmosfera quell’indefinibile qualcosa che preannuncia una catastrofe.

* * *

Le fantasie sessuali sono antiche quanto la civiltà e probabilmente anche di più. Gli uomini più sono rozzi e più vanno al sodo subito, raramente hanno bisogno di stimolazioni suppletive, e avendo la materia viva a portata di mano evitano anche la masturbazione.

Un tempo la letteratura pornografica interessava soprattutto le classi alte, se non altro per questioni di alfabetizzazione. Poi l’editoria di massa pensò di vendere il prodotto a platee sempre più vaste. È così che la pornografia da piccola industria è diventata, seguendo le leggi del profitto, una delle attività economiche più fiorenti.

Pochi amanti sono disposti ad ammettere che per creare o conservare l’eccitazione nell’atto sessuale, possono aver bisogno di un’immagine mentale come supplemento erotico al corpo del compagno.

Prevalentemente, per quanto riguarda il sesso, siamo vittime dei pregiudizi, della necessità, delle consuetudini, e per fortuna un po’ meno – oggi – delle leggi (almeno apparentemente).


Per quanto riguarda i leader politici, profondamente immorali negli atti pubblici, essi sono per una più rigida moralità nella vita privata. Tranne uno, come ben si sa.

domenica 11 agosto 2013

Vecchie ciarle spacciate per nuove verità


Scrive Scalfari:

Il 25 luglio del '43 restituì al Re i poteri che il fascismo gli aveva confiscato. 

Confiscato? La crisi attraversata nel dopoguerra dallo Stato italiano fu molto profonda e denunciava l’incapacità dalle classi dirigenti di soddisfare i bisogni delle masse proletarie e le aspirazioni della nuova piccola borghesia urbana. Il fascismo fu il movimento politico che meglio di altri si prestò e riuscì a coinvolgere la piccola borghesia, trasformandola da elemento di squilibrio sociale a strumento idoneo alla difesa dell’ordine sociale minacciato dall’azione del movimento proletario. A ciò si aggregò, all’inizio, la reazione degli agrari contro il movimento sindacale dei lavoratori agricoli diretti dalle organizzazioni socialiste.

Perciò non si trattò da parte del fascismo di confisca dei poteri della monarchia, ma dell’utilizzo strumentale del fascismo da parte della monarchia e delle classi dirigenti italiane. Scalfari sa bene che è così perché nel Ventennio – al contrario di moltissimi di noi – lui c’era, vestiva la camicia nera e portava orgoglioso i pantaloni a sbuffo alto (*).

sabato 10 agosto 2013

Facciamo voti


Ripensando a quanto è accaduto in questi ultimi mesi sulla scena politica italiana non si può non rintracciare una logica (non propriamente un piano), che è in definitiva quella di sempre: perpetuare il sistema, sopravvivere sperando nella buona stella, convinti che le cose si sistemeranno in qualche modo da sole.

Se si guardano le cose da un punto di vista parziale, ossia dalla prospettiva del cabotaggio politico e del messaggio mediatico, esse sembrano avere un significato reale. Se invece tali avvenimenti sono considerati da un punto di vista del movimento storico essenziale e generale, si può cogliere la loro vacuità.

Le cose notevoli sembrano accadere improvvisamente, ma esse sono già qui.

* * *

venerdì 9 agosto 2013

Giudici


L’attacco al giudice Esposito, da parte dei soliti banditi, è iniziato ben prima dell’improvvida, ingenua, e innocua conversazione telefonica con il giornalista “amico” (esistono “amici” in quegli ambienti?). Il presidente del consiglio superiore della magistratura – dato il rilievo della faccenda – due parole di monito avrebbe potuto levarle. Se n’è guardato bene. Si tratta della stessa persona che un tempo fu responsabile della Commissione culturale del Partito comunista italiano, ed in tale veste ebbe a scrivere – quando ancora Belpietro e Sallusti frequentavano la scuola – dello “shopping di Solgenitsyn per le vie di Zurigo o sulle cospicue somme da lui accumulate, grazie ai diritti d’autore, nelle banche svizzere”.

E quando si hanno simili maestri imparare l’arte diventa più facile.

* * *

Un non credente che dichiara di essere “interessato e affascinato dalla predicazione di Gesù di Nazareth, figlio di Maria e di Giuseppe, ebreo della stirpe di David”, è uno che dà per scontate troppe cose per spacciarsi quale non credente.

Ma sentite questa domanda che il “non credente” vorrebbe porre al papa: “se una persona non ha fede né la cerca, ma commette quello che per la Chiesa è un peccato, sarà perdonato dal Dio cristiano?”.

Questa domanda è come il versamento di una caparra per l’aldilà. L’educazione cattolica impregna le coscienze a tal punto che molti – dopo una vita passata nella soddisfazione compulsiva dei desideri di natura – nei loro ultimi anni si preoccupano di manovrare gli scambi verso l’inferno e il paradiso, insomma di tenersi buono il “dio cristiano”. Si sa mai.


C’è da dire che le religioni hanno trasformato il loro dio in giudice e ciò autorizza i preti a presentarsi come suoi pubblici ministeri. Perciò Scalfari si appella in cassazione, sperando di non imbattersi in un giudice comunista o, quasi peggio, napoletano.