martedì 15 marzo 2011

A cosa servono le centrali nucleari



La classe dirigente italiana, in generale, ha dimostrato di non essere in grado, non solo a casua di incapacità e sciatteria, di gestire nulla con efficienza e in sicurezza. Non il ciclo dei rifiuti urbani. I problemi, a vario livello, ci sono ovunque, non solo a Napoli, Roma e Palermo. Ogni giorno si aprono nuove discariche e si bruciano tonnellate di rifiuti. Si dice che l’incenerimento non produce danni alla salute. Quindi si sostiene anche che è la polenta e il pesto alla genovese a produrre il cancro. Invece i gamberi che importiamo, allevati con ormoni e antibiotici, aiutano la crescita e tengono lontane le malattie. Di tossico, sicuramente, c’è l’informazione di proprietà di qualcuno o controllata dalla politica, ricattabile con i finanziamenti pubblici o la pubblicità. Possiamo fidarci di questa gentaglia, lasciar decidere a loro cosa è meglio per noi e per tutti?
A cosa servono le centrali nucleari? A non bruciare petrolio. Non ce n’è più, dicono. Le centrali nucleari sono e saranno sempre più necessarie (ne sono previste decine in Italia, centinaia in Cina). Ma anche il combustibile per il nucleare sembra non essere abbondante, per non parlare poi dello stoccaggio dei rifiuti radioattivi. E dei problemi di sicurezza, a tutti i livelli. Se succede un incidente in una raffineria, i morti potranno essere decine, forse centinaia, l’inquinamento gravare su ampie superfici di territorio da bonificare. L’incidente in una centrale nucleare, la fuga radioattiva, può portare la morte a decine di migliaia di persone, anche a distanza di migliaia di chilometri e di molti anni, rendere inabitabili o insane intere regioni. Per millenni, cioè per sempre.
Tutto questo a che scopo? A guadagnarci nella costruzione e gestione delle centrali nucleari sono sicuramente gli appaltatori di ogni risma. E le clientele politiche. Da questo punto di vista, le centrali hanno di buono che sono costosissime. Antieconomiche, dicono altri.
Con quei soldi si potrebbero dotare abitazioni, ospedali, scuole, alberghi di pannelli solari e fotovoltaici e l’illuminazione pubblica e privata di tecnologie migliori e più recenti. Quindi razionalizzare i trasporti, di ogni tipo. Eliminare i contenitori in plastica. Un contenitore per l’ammorbidente (dannoso per le lavatrici, sostituibile egregiamente con il più economico aceto) pesa diversi etti di plastica. Quanto costa, in termini di bolletta petrolifera, produrre (e smaltire) miliardi di bottiglie di plastica per l’acqua, contenitori per lo yogurt, detersivi, ecc.? Far arrivare le ciliegie cilene a dicembre? Insomma tutta una serie di misure di buon senso, alcune semplici da adottare, che creerebbero peraltro molti posti di lavoro, che però non possono essere prese in considerazione, se non molto parzialmente, perché si tratta anzitutto di merci, interessi, business.
L’impiego del petrolio agli attuali livelli e per produrre merci inutili, quando non dannose, destinate al rapido consumo e inquinanti, è follia. La costruzione di centrali nucleari per illuminare le vetrine dei negozi di notte o per scaldare l’acqua della doccia in luglio, è follia. Tutto questo sistema di produzione e consumo, di distruzione e spreco delle risorse, dagli alimenti agli armamenti, è catastrofico e irrazionale.
Prima di affrontare l’argomento petrolio, nucleare, eolico, ecc. sarebbe necessario affrontare il tema che sta a monte: per produrre e consumare cosa, a beneficio di chi? Allora la questione da porsi è anzitutto in termini di scelta, cioè di politica. Ed è altrimenti evidente che noi, in questo stato di cose, non contiamo un cazzo. Chi comanda l'economia e la politica (e controlla i mezzi d’informazione) se ne frega dei referendum, un modo per fotterci lo trova sempre, per fare soldi e comprarsi il SUV, la "barca" e il jet privato.
Oggigiorno la paura è dappertutto e non ne usciremo se non rompendo la gabbia che ci imprigiona.  "Rivoluzione" non è più lo slogan poetico di una coscienza in rivolta, ma è l'ultima parola del pensiero scientifico della nostra epoca.

2 commenti:

  1. se fossino tutti come te vivremmo in un mondo migliore ....

    RispondiElimina
  2. senz'altro in un mondo più tranquillo, sarebbe quello nostro

    RispondiElimina