Barack Hussein Obama ha detto che il popolo libico va protetto. Per questo motivo le navi da guerra americane hanno lanciato subito 110 missili Tomahawk (versione TLAM-C) sulla Libia. E questo è il premio Nobel per la pace.
Secondo l’agenzia France Press è stata attaccata anche Tripoli e i suoi sobborghi. La notizia è stata confermata dalle autorità libiche le quali hanno dichiarato che è stato danneggiato anche un ospedale a Tripoli e colpiti impianti di stoccaggio presso Misurata. Secondo agenzie di stampa russe Obama sta programmando l’invasione terrestre (naturalmente mascherata da aiuti umanitari), anche in tal caso in aperto contrasto con la risoluzione Onu 1973. Ma tali risoluzioni, si è ben visto nel caso dell’Iraq e dell’Afghanistan, sono solo un pretesto.
Non si può essere che attoniti per quello che sta succedendo, per gli attacchi proditori di questi banditi internazionali. Ora c’è la conferma che dietro l’organizzazione delle rivolte in Libia ci sono le compagnie petrolifere. Non avendo raggiunto lo scopo con la rivolta interna, l’imperialismo interviene direttamente, non senza contrasti al proprio interno, come dimostra la dissociazione della Germania che ci tiene a fare il proprio gioco, infastidita dall’intraprendenza francese, aspetta cioè di vedere come va a finire con Gheddafi. Degli interessi dell’imperialismo tedesco avevo già scritto in questo post.
non c'ho capito un cazzo. ma non s'era detto che in africa si stava facendo la storia? facci sapere qual e' la prossima rivoluzione di popolo approvata dalla tua insindacabile autorita', cosi' ci regoliamo. magari mandagli un promemoria, visto che sei l'esperto mondiale, dopo tutte le rivoluzioni che hai studiato su topolino.
RispondiEliminale compagnie petrolifere... come se non ci fossero gia' da prima, e non fossero plurigarantite... cosi' non va, devi impegnarti di piu'.
mario
caro mario, anche gli studiosi di vaglia come lei ci sono da sempre, quelli che per esempio leggono la quarta di copertina (o l'ultimo post) e poi dicono di aver letto un libro. e pazienza se poi, come lei confessa, capiscono quello che vogliono.
RispondiEliminail 23 febbraio scrivevo: Le cause della rivolta in Libia possono essere diverse, ma noi non ne sappiamo nulla, per il semplice motivo che in questi e molti altri casi le notizie che contano veramente non ci vengono date.
il 22 avevo scritto questo post:
http://diciottobrumaio.blogspot.com/2011/02/le-grand-jeu.html
il 27 scrivevo:
Se la Libia fosse solo uno scatolone di sabbia, nessuno se ne occuperebbe più di tanto. È invece anche un mare di petrolio e gas, con sei milioni di abitanti (il reddito procapite più alto del continente, fatto salvo quello dei bianchi sudafricani) a cui vendere ogni sorta di merce. E poi armi.
mai parlato di rivoluzione, tutt'altro. pertanto lei, se non ci sono altri problemi, per capire non deve impegnarsi, ma solo leggere