martedì 1 marzo 2011

L'onore dei Prizzi



Il ritmo del cambiamento è straordinario. Gli Stati Uniti e le potenze europee si stanno muovendo verso un intervento militare diretto in Libia e per installare un burattino in stile coloniale al posto della dittatura screditata. Dopo quello che è successo in Egitto e Tunisia, con l’Algeria e il Marocco in bilico, l’ombra libica del “cane pazzo” non poteva essere tollerata. Quindi, più i giorni passano e più si dirada la fitta coltre che ancora avvolge la vicenda: non è solo questione di petrolio e dei tanti dispetti fatti ultimamente alle compagnie dal National Oil Corporation (NOC). C’è di mezzo anche la questione strategica.
Nessuno, nemmeno i libici, possono credere alle affermazioni di preoccupazione umanitaria addotti per giustificare l'ingerenza di americani, inglesi, francesi, tedeschi, italiani e di altre forze militari. Quando Zine El Abidine Ben Ali e Hosni Mubarak massacravano i manifestanti che chiedevano lavoro e i diritti minimi e la fine del saccheggio effettuato da una classe dirigente corrotta, dov’erano i politici e diplomatici occidentali se non ad offrire assistenza militare ai dittatori? Una sfilata di pretendenti occidentali, da Condoleezza Rice, Tony Blair, Chirac, Berlusconi, Zapatero a Tripoli per lucrosi contratti non hanno prestato fino ad un paio di settimane fa alcuna attenzione alle grida provenienti dalle camere di tortura.
È in corso un blitz di propaganda su larga scala soprattutto indirizzato verso le metropoli imperialiste, sul modello delle campagne che hanno spianato la strada per l'intervento USA e NATO in Bosnia e in Kosovo, in Irak, in Afghanistan, ovunque ci fosse bisogno di stabilire chi comanda e per spartirsi il bottino.
I fantoccio italiano, Berlusconi, fino a ieri il primo cliente e il più grande amico del dittatore ha ufficialmente ripudiato il suo “patto di non aggressione” con il regime di Gheddafi. Questa è la preparazione giuridica necessaria sia per un’eventuale intervento diretto italiano, ma soprattutto mira a lasciare campo libero (ecco la telefonata di Obama) agli aerei da guerra Usa e NATO in Italia, ancora una volta usata come portaerei.
Si potrebbe rivolgere una domanda e un invito a certi inviati dei nostri grandi media: ma non hai vergogna, perché non provi a fare un lavoro onesto? Ma questo presuppone farsi delle illusioni sul loro grado di consapevolezza del ruolo che svolgono.

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