domenica 6 ottobre 2024

I palestinesi hanno un futuro (*)

 

Le dinamiche demografiche sono molto complesse e l’unica cosa certa è che se morissero molti più bambini ovvero si riducesse di molto l’aspettativa di vita, tornando al passato, la fertilità tornerebbe a crescere. (Gilberto Corbellini, articolo nell’inserto del Sole 24ore di domenica 6 ottobre 2024 pagina VII).

(*) Anche gli ucraini, i russi, i siriani, gli yemeniti, i curdi, eccetera.

venerdì 4 ottobre 2024

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Giusto celebrare i sessant’anni dell’inaugurazione dell’autostrada del Sole, magari ricordando che vi furono almeno 160 operai morti per la sua costruzione.


giovedì 3 ottobre 2024

Risparmi

 

Quando pendolavo in su e in giù per il Veneto sui treni, questi immancabilmente arrivavano con qualche minuto di ritardo. Ce n’era qualcuno che arrivava con un ritardo cronico, non c’era modo di arrivare in orario e prendere una coincidenza. Vi furono molte proteste per anni, quando finalmente fu varato il nuovo orario ferroviario. Beh, non ci crederete, ma da allora i treni cominciarono ad arrivare quasi sempre in orario. Qual era stato il miracolo? Molto semplice: erano stati aumentati di pochi minuti i tempi di percorrenza dei treni. È un fatto vero, una soluzione tipicamente italiana. Propongo al ministro dei trasporti attuale: si annuncino i treni solo quando sono in orario. Ciò comporterà fino all’80% di annunci in meno, con un notevole risparmio di tempo da parte del personale ferroviario.


martedì 1 ottobre 2024

E tutti quanti a fare il tifo

 

Chi ha ragione, chi ha torto? La questione, messa così, non trova soluzione. L’esercito israeliano, dopo settimane di bombardamenti sul Libano, ha deciso di invadere. Che altro doveva fare, posto che da mesi dal Libano partono razzi che vanno a colpire le zone residenziali israeliane?

E però tutto nasce, in origine e poi si complica nel tempo, dalla politica di occupazione e di segregazione attuata dal sionismo nei confronti della popolazione palestinese. La soluzione stava nel compromesso, che sia da una parte e sia dall’altra non si è voluta trovare. Soprattutto i sionisti non hanno alcuna intenzione di tenersi i palestinesi tra i piedi se non come utile manodopera.

Il piano post bellico di Netanyahu (il pano Gaza 2035) prevede di ricostruire da zero la Striscia, collegarla alla penisola arabica con nuove infrastrutture, trasformarla in una zona di libero scambio detassata e offrirla ai “Paesi arabi moderati”. Ecco perché è molto sospetto che l’attacco del 7 ottobre scorso abbia trovato davvero impreparata l’intelligence israeliana.

Smantellare Hamas era e rimane il principale obiettivo. Non è da escludere che anche l’autorità palestinese fosse coinvolta in questo piano e per quanto riguarda l’attacco del 7 ottobre 2023 fosse al corrente e abbia lasciato fare.

Una Gaza prospera, facente parte di un’architettura regionale abramitica. Ciò era incompatibile con Gaza avamposto iraniano che stava sconvolgendo l’architettura regionale moderata e le catene di approvvigionamento emergenti dall’India attraverso la Striscia di Gaza fino all’Europa.

Tutto il resto, smentendo anche il pano Gaza 2035, che così com’è non vedrà mai realizzazione, dovrà far parte della Grande Israele. I palestinesi, la loro storia e loro legittimi diritti saranno cancellati per sempre.

L’Europa in tutto questo ha delle responsabilità storiche enormi. La maggiore di queste responsabilità è stata quella di avere consentito e anzi favorito il progetto sionista di immigrazione e occupazione della Palestina. Questa è acqua passata, il domani non appartiene ai palestinesi, ma a un accordo tra Israele e Arabia Saudita, Emirati, Egitto, Bahrein, Giordania, Marocco. Le decine di migliaia di morti assassinati, sono solo danni collaterali nel grande gioco geopolitico ed economico. E tutti quanti a fare il tifo.

sabato 28 settembre 2024

La realtà dissanguata

 

In questi tempi, in cui la realtà sembra ovunque sotto attacco, la concezione ipocrita della verità sembra essere condivisa da molti. I difensori della realtà che cercano di arginare il torrente di disinformazione che si riversa su tutti noi spesso commettono l’errore di desiderare un’età dell’oro in cui la verità fosse indiscussa e universalmente accettata. Affermano che questo è ciò di cui abbiamo bisogno, tornare ai bei tempi. La verità è che la verità è sempre stata un’idea controversa.

Il passato è costantemente rivisitato secondo gli atteggiamenti del presente. Lo sarà anche il nostro presente quando diventerà storia. C’è, tuttavia, del vero nell’idea che nel XX secolo esistesse un consenso diffuso sulla natura della realtà. In generale, condividevamo la stessa concezione della natura della realtà, e il racconto storico, di ciò che era stato, era costruito su questa base. Questo consenso si basava anche su una serie di esclusioni, ma non è questo il punto.

Verso la fine del secolo scorso, sotto la pressione di enormi cambiamenti geopolitici e sociali, la concezione della realtà ha cominciato ad apparire falsificata. Si è creata così un nuovo tipo di realtà. Credo che l’influenza nel discorso pubblico di voci sempre più diverse sia stata una buona cosa, che abbia arricchito e aperto la nostra comprensione del mondo a una maggiore complessità, a una moltitudine di realtà. E però in questa nuova realtà, diventata multidimensionale, fratturata e frammentata, coesistono informazioni importanti e le più palesi sciocchezze, apparentemente con lo stesso grado di autorità.

Il bombardamento di uno Stato sovrano con centinaia di morti civili; a fianco la notizia che ci rivela che il Papa ha preso un caffè a Bruxelles. Una vertigine epistemologica: intorno alla manipolazione dei fatti c’è battaglia, e se diventiamo increduli per prudenza, si corre il rischio di una sordità infame. L’eccesso di menzogna ha reso incredibile l’eccesso di verità, banalizzando il nostro rapporto con la realtà. Quaranta o cinquanta mila morti, un milione, per ora, sono solo numeri. La nostra epoca ha deciso che la realtà di cui ha bisogno per i propri affari deve essere dissanguata.