Propongo una domanda per verificare il QI dei lettori di questo blog. Il quiz è anonimo e il risultato resterà riservato. La domanda è semplice: se doveste spiare il territorio di un’altra nazione, quale tipo di aeromobile usereste? Chi rispondesse: “un pallone aerostatico gigantesco”, dimostrerebbe una spiccata attitudine all’ironia, e nel caso specifico, illustrato dai media in questi giorni, di non essere un deficiente disposto a farsi prendere per il culo.
Tutta la copertura mediatica ha accettato l’affermazione infondata secondo cui l’aeromobile era un “pallone spia” cinese mirato specificamente alle installazioni militari statunitensi. I soliti palloni gonfiati dei media si sono gettati sulla “notizia” per giorni e giorni. Negli Stati Uniti è stata montata una campagna per fomentare l’isteria collettiva.
Il pallone è stato abbattuto da un missile lanciato da un caccia statunitense. Dove? Quando era già sull’Atlantico, a spiare i banchi di merluzzi. La verità è probabilmente questa: qualche meteorologo cinese potrebbe fare le valigie per essere riassegnato alla Mongolia Interna.
Che il globo bianco fosse un “pallone spia” è considerato un dato di fatto, e nessun media statunitense ha nemmeno suggerito la possibilità della spiegazione più ordinaria e ragionevole: che si trattasse di un pallone fuori rotta di una missione di ricerca pacifica proprio come la NASA ha condotto dozzine di volte.
Quanti palloni aerostatici della NASA o di enti scientifici pubblici e società private statunitensi si sono avventurati nei cieli di tutto il mondo, spesso scambiati per degli ufo? Purtroppo la questione seria riguarda il confronto tra Cina e Stati Uniti, che, date le premesse, non potrà risolversi pacificamente.
Lo scopo di questa campagna mediatica a tutto campo è quello di condizionare il pubblico mostrando i cinesi come degli aggressori, giustificando l’accerchiamento della Cina con missili a poche miglia dalle sue coste, quindi veicolare il concetto di una potenziale guerra con la Cina come un bene positivo, per il quale gli Stati Uniti devono prepararsi. E infatti si stanno preparando ufficialmente dal 2018, quando hanno adottato una strategia di sicurezza nazionale che esortava il Pentagono a dare la massima priorità alla preparazione di una guerra con la Cina.
Questo stesso tipo di reazione isterica è stato utilizzato per giustificare la Guerra del Golfo del 1991, il bombardamento della Jugoslavia del 1998, l’invasione dell’Afghanistan del 2001, l’invasione dell’Iraq del 2003 e i bombardamenti del 2011 in Siria e Libia. Questa volta, l’obiettivo non è un’ex colonia impoverita, ma la seconda economia più grande con il secondo budget militare del mondo. In possesso di armi nucleari, di satelliti e di vettori intercontinentali.
Tutto ciò accade mentre gli Stati Uniti e le loro colonie sono impegnati nella guerra non dichiarata con la Russia, vista come una precondizione necessaria per sferrare l’attacco contro la Cina.
Personalmente, per ciò che conta il mio parere, non mi garbano né le politiche di stampo egemonico di Mosca e Pechino, né tantomeno quelle statunitensi, né quelle di altri attori geopolitici. Tuttavia la realtà non possiamo ignorarla o esorcizzarla. Anche nel caso si voglia difendere “a prescindere” gli interessi del democratico e libero occidente, del migliore dei sistemi sociali possibile, ecc. ecc. ecc., però cerchiamo almeno, con uno straccio di dignità, di smarcarci un poco dalle idiozie più palesi di stampo americano (e non).