Come facilmente prevedevo il 18 marzo: «Fukushima è già a fondo pagina, nei prossimi giorni sarà relegata in quelle interne e poi, un po’ alla volta sparirà come “notizia”. Da qui a giugno si spera che la “gente” dimentichi e poi il resto lo faranno le vacanze, il sole, il mare e fanculo il resto. Questo è chiaramente nei propositi di tutti, di tutti coloro (anche molti di coloro che si dicono contrari al nucleare) che stanno al potere o nei paraggi».
C’è la Libia, i bombardamenti e l’enfasi degli speaker televisivi che leggono le veline sulle immagini delle cabrate dei “nostri” Tornado. Ieri sera ho guardato Montalbano: ogni tanto bisogna tornare a una realtà decente, fosse pure quella della criminalità comune raccontataci da Camilleri.
Berlusconi sta già facendo marcia indietro: è “dispiaciuto per Gheddafi” e prende le distanze da Sarkozy. Badoglio a confronto era un uomo di grande coerenza e fedeltà. Il presidente del consiglio italiano è smentito anche dai suoi piloti in merito al ruolo degli aerei nostrani. Di più, l’Italia chiede puntigliosa che i bombardamenti ricadano sotto il comando Nato e non di Napoleone IV. Scrive Repubblica:
«Una posizione condivisa da Londra e Washington. "Col tempo vogliamo che il comando e il controllo dell'operazione passi alla Nato", ha detto il premier britannico David Cameron alla Camera dei Comuni. Più tardi le parole di Barack Obama, il quale ha spiegato che gli Stati Uniti passeranno il comando delle operazioni alla Nato e agli alleati tra qualche giorno, quando sarà completata la prima fase con la distruzione delle difese antiaeree libiche: "Riteniamo che questa transizione avrà luogo nel giro di giorni, non di settimane", ha detto Obama».
Giorni, dice Obama, il quale insiste sul fatto che questa vicenda durerà giorni. Ricordiamocele ‘ste parole, perché da sabato o domenica prossimi cominceremo a sentire parlare di “settimane”. Poi si vedrà in base al calendaro e al carnet d’impegni per la primavera.
E Fukushima? La situazione è grave, molto più tragica di quello che i media ci raccontano ormai da dieci giorni. Più di Chernobyl, se proprio vogliamo tirare in ballo un termine di paragone. Anche se, ci rassicurano esultanti le peripatetiche della televisione, “la centrale verrà chiusa”. Intanto ora è in “slow motion”. Gli italiani avranno senz’altro capito. Quindi, scrive sempre Repubblica, la situazione resta “instabile”. Cosa significa esattamente, prego?
« … rimane l'allarme per il reattore 2, da cui continua a uscire vapore non generato dalla vasca del combustibile e per il 3 dove, a causa di un aumento della pressione e della fuoriuscita di un fumo grigio di origine ancora poco chiara, il personale è stato evacuato». Fumo d’origine poco chiara? Vediamo se da 10.000 km di distanza riesco, come del resto fa la redazione di Repubblica, a schiarire l’oscurità dell’evento: può essere in atto un processo di fusione del materiale, da cui il fumo? Ma a parte le ipotesi sul “fumo”, che fine hanno fatto i dati sulle radiazioni?
Continua Repubblica: «E oggi si è appreso che Tepco, in un rapporto del 28 febbraio all'Agenzia per la sicurezza nucleare, aveva spiegato di aver omesso alcune verifiche alla centrale nucleare di Fukushima. Nel dettaglio, secondo quanto si legge sul sito della prima utility del Giappone [cioè dal sito della Tepco, ecco da dove prendono le informazioni quelli di Repubblica], ammontano a 33 i pezzi oggetto d'ispezione dei 6 reattori non controllati, tra cui un motore e un generatore di energia del reattore n.1 [robetta]. Lo scambio d'informazioni tra la Tepco e l'Agenzia sulla sicurezza nucleare è finita nel mirino a causa della tempistica (a meno di due settimane dal sisma) e delle indicazioni non impeccabili su come correggere i problemi».
Indicazioni non impeccabili. Quindi il maremoto ha solo una parte di responsabilità di quanto accaduto DOPO. E quali e quante responsabilità gravissime ha la società e il governo e le autorità di controllo per quanto accaduto PRIMA del cataclisma?
L’articolo di Repubblica, non firmato, con la semplice dizione “Tokio”, quindi “notizie” collazionate via internet (cioè quello che può fare qualsiasi blogger) ci descrive il fatto che alcuni pescatori di “Hachinohe, nella prefettura di Aomori”, hanno ripreso il mare. Provvede il blogger: Aomori è il distretto (mandamento) della prefettura di Miyagi (provincia), e Tohoku è la regione; il porto della città, colpito dal sisma, dista oltre 300 km dalla centrale di Fukushima.
The Guardian ha descritto la situazione in uno dei centri di evacuazione di Ishinomaki: nel quartiere di Minato, che è rimasto tagliato fuori dal centro a causa di un peschereccio rovesciato sul ponte, i 500 sfollati rifugiati in una scuola elementare non hanno ottenuto cibo caldo fino a sabato notte, quando "Un semplice pasto di riso e verdure è stato fornito da volontari di un'organizzazione di appassionati di camping e non dal il governo giapponese". In un altro rifugio nella città di Kesennuma, Kimio Onodera, 45 anni, ha parlato con il Los Angeles Times, ed elenca le carenze: carburante, acqua, servizi di telefonia, elettricità, petrolio, cibo. "La mia più grande rabbia è quando i funzionari del governo arrivano in giacca e cravatta", ha aggiunto. Masahiro Hamaguchi, un funzionario comunale di 48 anni, ora senza tetto e vestito con un leggero impermeabile ha detto al giornale: "ho bisogno di qualcosa, qualsiasi cosa per scaldare il mio corpo. Non ho abbigliamento invernale. È stato tutto distrutto".
Anche gli ospedali sono rimasti senza corrente e altri servizi essenziali, e questo stato di cose ha messo ulteriormente in pericolo le vite dei sopravvissuti. Un rapporto di Associated Press di due giorni fa ha attirato l'attenzione sulla situazione sul Senen General Hospital di Tagajo, prefettura di Miyagi, che non aveva avuto gas, elettricità e acqua corrente per una settimana e mezzo. L'ospedale aveva circa 200 pazienti quando il disastro ha colpito. Anziani e pazienti fragili erano i più vulnerabili alle temperature sotto zero; 11 pazienti sono morti per tali motivi nei successivi 10 giorni. Takahiro Suzuki, amministratore capo dell'ospedale, ha detto all’AP: “Capisco che il governo è travolto, ma si sta muovendo troppo lentamente”.
Un portavoce di Save the Children, Ian Woolverton, ha detto ai giornalisti: "Abbiamo trovato bambini in condizioni disperate, che si stringevano attorno a lampade a cherosene, avvolti in coperte. Mi hanno raccontato le loro ansie, soprattutto ... per le radiazioni. Diversi bambini hanno citato gli attacchi a Hiroshima e Nagasaki, che avevano imparato a scuola”.