Tra i pochi a non essere domiciliati coattivamente c’è sicuramente il noto virus influenzale, patogeno soprattutto dopo le 18.00, e i lavoratori, potenzialmente patogeni loro malgrado e veri privilegiati della società di mercato. Quanto durerà questa storia? Non lo so, perché l’unica cosa programmata in questo paese, anche in assenza di virus, è l’incertezza accompagnata da un surplus di falsa coscienza.
Secondo logica, disciplina illusoria in un sistema dominato dalla spettacolarizzazione, il tutto dovrebbe durare almeno due settimane dopo che si sarà conclamato l’ultimo caso di contagio, altrimenti, seguendo lo stesso principio trasmissivo, ricomincerebbe tutto daccapo. Molti mesi, dunque? Non credo, per i seguenti motivi.
Virus e batteri di propria sponte dopo un po’ si mettono latenti. Almeno come auspicio. Loro fanno parte della nostra vita, anzi senza di loro non ci saremo.
Poi bisogna mettere in conto che il popolo ubbidiente e responsabile alla lunga si rompe le balle. È la stessa plebe presunta innocente che poi vota. Anche Churchill, leader nell’ora più buia (prima tragedia e poi farsa, disse quello), fu subito dopo mandato a casa.
E le ragioni economiche, alle quali siamo tutti legati ma non con medesima reciprocità, e sulle quali non mi dilungo perché siamo tutti bocconiani almeno idealmente, ancorché beceri e vittime del presente.
Un altro fatto apparentemente secondario fa sperare, e cioè che l’uomo con il microfono sempre aperto, indefesso e vanitoso spalatore di merda, bisognevole di cure specifiche e complesse (ogni epoca ha il suo Emilio Fede), prima o poi troverà fatti nuovissimi e intriganti ai quali correre dietro. Un peccato non fosse stato alla testa della tv ai tempi del leader maximo (quello cubano!).
Avrei voluto ragguagliare sulla situazione finanziaria, ma la cosa interessa troppa gente e gli affollamenti sono vietati, perciò mi tengo la cosa in casa.
Il giorno dopo la “scoperta” del focolaio lodigiano, l’estro banale mi suggerì un post dove riportavo un paio di stralci tratti da un romanzetto scritto da un pied-noir. A leggerli (attenzione allo sforzo e dunque alle difese immunitarie) non si può non convenire sul fatto che l’Autore avesse previsto la nostra situazione anche nel dettaglio.
Curioso che in tutto questo gran parlare non si faccia mai troppa menzione di come è stata trattata la sanità pubblica in questi anni. Di come quella privata si appoggi ormai continuamente su quella statale facendo ricadere sulla seconda i costi e le responsabilità che dovrebbe sobbarcarsi la prima. E su come l'emergenza che si vive è anche figlia di questo sovraccarico che le strutture sanitarie corrono il rischio di non reggere per il taglio continuo di medici e infermieri. Con tutto quello che si può dire sulla Cina, in 10 giorni hanno tirato su un ospedale nuovo di zecca.
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