martedì 31 marzo 2020

Letterine e altri errori



La lettera al Frankfurter Allgemeine Zeitung di alcuni sindaci e altre attricette della politica che rinfaccia ai tedeschi i debiti condonati nel dopoguerra, si rivelerà un boomerang. Oltretutto se il blocco produttivo sarà revocato da subito dopo pasqua fino alla completa revoca ai primi di maggio, le misure economiche e finanziarie in atto si riveleranno sufficienti, soprattutto se i soldi destinati a disoccupati e famiglie verranno celermente assegnati e saranno destinati ai consumi. È la voglia irresistibile di mettere le mani su un bel mucchio di soldi (nuovo debito) da distribuire secondo convenienze politico-elettorali, che sollecita questa letterina inutile, puerile e rancorosa.

Errore a mio avviso anche per i criteri di ripartizione del fondo di emergenza alimentare, laddove le risorse “sono ripartite ai comuni secondo i seguenti criteri: 80 per cento del totale in proporzione alla popolazione residente e il restante 20 per cento in base alla distanza tra il valore del reddito pro capite di ciascun comune e il valore medio nazionale, ponderata per la rispettiva popolazione”. Pertanto, più un comune è popoloso e più presenta un reddito basso, più risorse percepisce. L’obiettivo non dovrebbe essere quello di aiutare chi nella normalità ha un reddito basso (tant’è che spesso è già assegnatario di un sostegno pubblico) ma chi si trova senza reddito in questa emergenza.

E invece vedremo che, in tal modo assegnati i fondi, succederà proprio questo, nel senso che i comuni popolosi e a basso reddito medio (ma con più “nero”) avranno più risorse di città capoluogo con un reddito medio più alto ma che in questo momento contano giovani, partite Iva, commercianti e titolari di attività con il culo per terra.

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