giovedì 19 marzo 2020

Déjà-vu ? Solo in parte


Coraggio, che da qui a pasqua forse ce la farete.

Infatti.

*
Quando nel 1347-’48 la famosa peste nera, partita quasi un decennio prima dalla Cina, giunse in Europa, gli effetti che produsse sull’economia furono rilevanti. Tuttavia bisogna tener conto che la pandemia non fece che aggravare e rendere evidente in modo drammatico il profondo malessere che già permeava la società europea.

La decrescita demografica era cominciata già alla fine del Duecento (secolo d’oro), quando diminuirono i matrimoni e le nascite, invertendo la tendenza registrata negli ultimi secoli; ed è sempre in quel torno di tempo che cominciarono a fallire le banche, si smise di costruire e si manifestarono importanti carestie.

Come quella che, tra il 1315 e il 1317, colpì il Nord Europa; nel 1322-23 Lucca, Pisa, Pistoia e la Puglia, probabilmente estendendosi in tutta Italia; nel 1326 Parma, Modena e Bologna; nel 1228-’29 la Lombardia e ancora Bologna e la Toscana, Roma e Napoli, dove fu gravissima; nel 1333 sferzò la penisola iberica, nel 1343 Venezia e l’anno dopo Asti; nel 1347 fu micidiale in tutta Italia.


La peste colpiva ferocemente, soprattutto gli organismi debilitati dalla grande fame. All’origine di queste carestie ci fu spesso il maltempo e i cattivi raccolti, un prolungato cambiamento climatico che portava piogge e freddo, un avanzamento dei ghiacciai a valle, invasioni d’insetti, come quella di locuste che colpì il bolognese nel 1339.

Insomma, le disgrazie non vengono mai sole. Ci volle del tempo per riprendersi da quella crisi, ma uno degli effetti positivi della falcidia fu l’aumento dei salari dei lavoratori, soprattutto degli artigiani ma anche degli operai, ciò che diede nuovo impulso alla formazione di un ceto di lavoratori salariati.

Fino a epoca recente la maggioranza della popolazione, nata ed educata nella rozza semplicità, viveva di poco e spesso di quasi nulla. Il pane era ottenuto da impasti scadenti, un po’ di grasso animale, erbe e frutta dell’orto o del campo, e poco altro ancora. Quale fosse il livello d’urgenza di cibo nelle campagne ancora all’inizio del XX secolo si può leggere nella cronaca dell’assassinio della contessa Onigo.

Non c’era abbastanza cibo per tutti e le disuguaglianze sociali erano molto marcate, solo pochi avevano accesso ad una alimentazione varia e regolare, così come erano pochi quelli che potevano permettersi di viaggiare (a cavallo) prima che la ferrovia si affermasse nella seconda metà dell’Ottocento.

Per quanto fosse importante l’impatto delle pandemie su economie di sussistenza, ma anche agli albori del capitalismo, quelle società avevano poco in comune con l’epoca odierna in cui il flusso imponente di scambi di ogni genere riverbera nella vita di ognuno e ne condiziona i più minuti aspetti.

A differenza del passato, quale impatto potrà avere, infine, l’attuale pandemia virale nell’economia, nella società e quindi nella vita di ciascuno? Nessuno al momento può prefigurarlo con molto dettaglio, men che meno le previsioni econometriche, esatte quanto le lancette del famoso orologio rotto (*).

Già dopo poche settimane dalla manifestazione dell’infezione, mentre non è ancora valutabile la sua persistenza e il decorso, possiamo cogliere i segni di una crisi che non sarà circoscritta a pochi paesi e che a cascata coinvolge ogni settore di attività, sociale ed economica, con nuova disoccupazione, chiusura d’imprese, calo dei consumi, crisi finanziaria e incremento del debito pubblico.

È bene ricordare che ciò avviene in un momento in cui già si profilavano inequivocabili segnali di stagnazione e di probabile recessione, anche se nelle Borse si continuava a folleggiare grazie ai generosi e continui interventi delle banche centrali per mantenere in piedi la baracca. Fino a quando potranno continuare questi interventi di denaro facile permettendo agli speculatori di guadagnare sullaffondamento delle Borse e delleconomia?

Anche in assenza della pandemia, l’esempio del petrolio è eloquente sul cambio di fase. Le più importanti economie del pianeta stanno transitando, in accelerazione, verso fonti di approvvigionamento energetico alternative al fossile, a fronte di un’offerta abbondante e di una domanda che si farà sempre più debole. Questo fatto avrà effetti importanti in un futuro non remoto per i paesi esportatori, e l’attuale guerra dei prezzi è solo la lente d’ingrandimento di questa tendenza.

Questa non è una delle consuete crisi di ciclo, più o meno gravi; si tratta di una crisi di sistema, che investe l’economia e tutta la società, in cui esplodono le contraddizioni dell’economia capitalistica e della società borghese che ne è l’espressione. Siamo all’interno di una lunga fase di transizione che non sappiamo ancora dove ci condurrà e a quale prezzo.

(*) Questa pandemia, che per dimensioni non ha eguali negli ultimi centanni, ci pone ancora una volta di fronte agli sconquassi provocati dal neoliberismo duro e puro, e però già cè chi, pur riconoscendo la necessità di radicali riforme, denuncia come ideologica la contrapposizione tra pubblico e privato nella sanità. Che è un modo di lasciare le cose come stanno andando, cioè verso una sostenuta privatizzazione.

19 commenti:

  1. È sempre rinvigorente passare di qui e leggerla, fa bene allo spirito. Lei è davvero una persona solare e positiva (non nel senso del virus), mi piacerebbe conoscerla nella vita reale e fare lunghe passeggiate nei cimiteri magari tenendoci per mano e discutendo del meno e dell'ancora meno.

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    1. piacerebbe anche a me passeggiare, pure nei cimiteri, soffermarmi davanti alle lapidi, leggere le date e scrutare i volti impressi nelle foto, quasi mai ben riuscite.
      quanto alla mano è vietato dal decreto dell'8 marzo, e comunque è già strettamente impegnata. cmq apprezzo l'intenzione. con amicizia.

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  2. La BCE acquista 750 miliardi di titoli. Ci hanno messo una notte a decidere.
    Una montagna di soldi che verrà utilizzata - si legge in una nota - "finché la Bce non giudicherà che la crisi del Covid-19 è finita, ma in ogni caso non terminerà prima di fine anno".
    Che ne pensa? Basterà per non mettersi in fila con il cappello in mano dai Cinesi? Io ne dubito.

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    1. che altro dovevano fare?
      sta di fatto, invece, che la Germania ha un terzo dei contagiati dell'Italia con 31 decessi, noi 3.000. Questi sono numeri assoluti. Come si spiega? non certo con la popolazione più anziana in Itlaia (ciò potrebbe valere per la Cina). E dunque?
      La Germania, per chi non lo sapesse, ha ancora i ristoranti aperti. Non so per quanto.

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    2. Non potevano fare altro anche perchè gli stava franando davanti il sistema dell'Euro. Con buona pace della Lagarde e di altri paraculi dello stesso stampo (sovranisti compresi). Son curioso di vedere la reazione dei Mercati (non quelli rionali che ormai sono chiusi e chissà quando riapriranno). Perchè la FED ha fatto più o meno la stessa cosa della BCE e Wall Street ha risposto picche.

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  3. il neoliberismo è nudo: dePILiamolo!

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    1. la risposta più semplice sarebbe: la Rivoluzione. ma, per dirla con Guicciardini, il materiale umano non lo consente. l'alternativa potrebbe essere la Rivoluzione Permanente attraverso l'emancipazione; ma i tempi sono troppo lunghi e il disastro ambientale, causato dal neoliberismo, incombe. non resta che attendere il suicidio del sistema e l'inizio di un nuovo mondo senza gli umani.

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    2. penso che l'attesa sarà molto lunga, ma, come diceva quel tizio, la lunga marcia comincia con un primo passo
      anche noi 40 e più anni fa facemmo quel primo passo e anche qualche altro, poi ci siamo girati indietro e non erravamo abbastanza per un compito così arduo

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  4. Il fatto che tutti vogliano vendere titoli come se non ci fosse un domani indica forse che nessuno crede che la crisi sia tmporanea? Leggevo non ricordo dove il solito economista fiducioso nella crescita eterna il quale sosteneva che a breve le borse crescerebbero del 60%. Magari solo se la finanza fosse slegata dall'economia reale...
    Pietro

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    1. Pietro, non correre dietro alle cicale :)
      come spiega ancor meglio di me M.S.,che magari non sarà a tutti simpatica, ma sa il fatto suo:
      Le quotazioni sui mercati finanziari [sono] stravolte da liquidazioni di emergenza per far fronte al disperato bisogno di liquidità.

      soggiungo, sono stravolte anche da quelli che presi dal panico (giustificato dato l'allarme mediatico) vogliono mettersi liquidi per evitare tracolli. vorrei tanto sentire le telefonate dei clienti ai loro brokers, ma mi basta sentire la mia amica farmacista a proposito di quelli che vogliono psicofarmaci a go-go
      tranquilli, ne usciremo con le ossa rotte, ma ne usciremo, magari solo perché arriverà il caldo (speriamo)

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  5. "Eravamo convinti che covid- 19, sarebbe arrivato anche qui - allarga le braccia Luigi Atripaldi coordinatore dei medici del Cotugno di Napoli - ed è altamente probabile che ce ne saranno altri. Noi continuiamo a lavorare. ma non facciamo allarmismi: questa è una superinfluenza che, nella quasi totalità dei casi, guarisce senza problemi".

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    1. in tre province della lombardia abbiamo il 70 per cento dei decessi, in numeri assoluti 80 volte la germania. consideriamo pure che questa sia indietro di 7-8 gg nella diffusione dell'epidemia, la motivazione sull'età dei deceduti non regge come nel raffronto con la cina, e allora perché?
      la dott.ssa Capua ipotizza problemi coi condizionatori d'aria degli ospedali. sul tipo, immagino, della legionella. difficile, comunque qualcosa non torna.

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    2. C'è una spiegazione più semplice. La Germania computa i morti per, non con coronavirus.

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    3. Era a conoscenza di quest'intevista?


      «Coronavirus: i contagiati a Brescia? Colpa dei padroni delle industrie»

      Sindaco, perché Brescia è in questa situazione? Bisognava fare prima la zona rossa?
      Se fossimo partiti tutti prima, il contagio quanto meno sarebbe stato più diluito. Qui è arrivato da Lodi, da Cremona. Come a Bergamo. Si tratta di una zona molto industriale, molto commerciale, dove la gente si sposta rapidamente. Noi, come dodici sindaci dei capoluoghi lombardi, il 7 marzo avevamo chiesto sia alla Regione che al governo di chiudere le attività produttive, tenendo aperte solo la filiera di igiene per la casa e quella alimentare. Oltre alla manutenzione dei servizi pubblici essenziali. Il numero dei lavoratori nelle fabbriche è molto elevato.

      https://www.nextquotidiano.it/coronavirus-contagiati-a-brescia-colpa-dei-padroni-delle-industrie/?fbclid=IwAR0J0Cg1J3NKiTN9INuCnPOFRPedv0dy5jezI1FEuVZzJq7cpK0Oik43u_M

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    4. non conoscevo, grazie
      una causa prevalente deve pur esserci

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    5. Anche questa mi sembra una concausa dell'alto numero di morti al nord Italia.
      Segnalo: https://fabristol.wordpress.com/2020/03/11/perche-la-mortalita-italiana-per-coronavirus-e-cosi-alta-questo-potrebbe-essere-il-motivo/?fbclid=IwAR1gr4iBRw2-YW1utz37si3lm1WLl6V7GpfGfdKXweVpzc5Punr5MpUNA0k

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  6. Dicono che abbiamo l'emergenza tamponi per i test.
    Intanto un'azienda sita in Lombardia nella provincia di Brescia, la Copan Diagnostics, ha venduto mezzo milione di tamponi agli Stati Uniti.
    Erano tamponi troppo cari per le tasche dello Stato italiano?
    Saluti,
    Carlo.

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