lunedì 9 marzo 2020

I dati della Protezione civile e le dichiarazioni del prof. Rezza



Bollettino della protezione civile, dati odierni (riferiti a ieri):

nuovi positivi: + 1.598, tot. 7.985;

guariti: 102, tot. 724;

decessi: 97, tot. 463, così suddivisi per fasce d’età:
1% tra 50-59 anni, 10%, tra 60-69,  31% tra 70-79, 44% tra 80-89, 14% tra gli ultranovantenni.

Pertanto l’89 per cento dei decessi avviene nelle fasce d’età superiori ai 70 anni; nessuno sotto i 50 anni.

“I decessi sono caratterizzati per la prevalenza in soggetti fragili e con pluri-patologie pregresse”.

Ricoverati: 4.316, dei quali circa il 10% in terapia intensiva o sub intensiva.

A domanda sul rapporto tra il numero dei decessi e i contagiati, il prof. Rezza ha risposto testualmente:

“Nel momento in cui si vanno a tamponare le persone sintomatiche è chiaro che si restringe il denominatore a persone che hanno sintomi o vengono ospedalizzate, e quindi automaticamente il tasso di letalità della malattia, della infezione in generale, sembra più alto.

I cinesi avevano un tasso di mortalità crudo del 2 - 2,5%, che già noi dicevamo guardate che è sovrastimato perché non calcoliamo una marea d’infetti che non arriva alla diagnosi, altrimenti il tasso di letalità sarebbe molto più basso. Noi effettivamente quando abbiamo deciso di fare tamponi solo ai sintomatici ci aspettavamo una crescita del tasso di letalità perché il denominatore si andava restringendo alle persone con sintomi o con sintomi più gravi come succede oggi. C’è anche il fatto che la popolazione cinese è molto più giovane di quella italiana, quindi se noi andiamo a stratificare questo dato per fasce di età vediamo che il tasso di letalità è in Italia più basso rispetto a quello della Cina, nonostante il loro tasso più crudo sembrerebbe essere più basso”.


23 commenti:

  1. Coronavirus, tutta Italia "zona protetta". Spostamenti vietati se non per comprovate necessità.
    Un'unica zona rossa.
    Saluti,
    Carlo.

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  2. È una pandemia di coglionavirus!

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  3. Il fatto che la letalità sia probabilmente inferiore all'attuale rapporto morti/contagi era contemplato sin dall'inizio e in particolare da quando, il 26 febbraio, hanno ristretto il campionamento solo ai soggetti con sintomi e a quelli che hanno avuto stretti contatti con casi accertati, perché è diventato sempre più evidente dai focolai a macchia di leopardo che il tentativo di contenere l'infezione è fallito e che il numero dei soggetti portatori del virus non intercettati è cresciuto nel tempo. Questo potrà forse tranquillizzare riguardo alla letalità, ma è molto preoccupante sotto l'aspetto della diffusione della malattia, si sta di fatto ammettendo che ormai è impossibile contenere l'infezione, con esiti imprevedibili nel lungo termine, ma con andamenti esponenziali nel breve. Quale sarebbe allora una stima più realistica della letalità? Un'idea può venire dalla Diamond Princess, in cui tra 3711 persone a bordo della nave, 705 sono risultate positive al test, di queste, 245 sono guarite, 444 sono ancora ammalate ma non in gravi condizioni, 32 sono tuttora in gravi condizioni e 7 sono morte. Presumo che tutti i 3711 a bordo siano stati testati, quindi porre come limite inferiore (per questo campione) per la letalità lo 0.99% esclude il problema dei mancati rilevamenti. Esiste tuttavia anche un limite superiore. Se si assume che tutti i casi gravi non riescano a sopravvivere, allora la letalità sarebbe del 5.5%. Questo scenario peggiore in una popolazione più ampia, come quella di un intero paese, non sarebbe irrealistico se si verificasse un rapido contagio che saturi le strutture sanitarie.

    Se, come sulla Diamond Princess, il 19% della popolazione contrarrà il virus, con una letalità dello 0.99% in Italia i morti sarebbero 112000, mentre nel caso di un collasso del sistema sanitario dovuto a un picco molto stretto dei contagi, i morti potrebbero essere oltre mezzo milione. Una stima dello stesso ordine di grandezza è data dal virologo tedesco Christian Drosten riguardo alla Germania, che con tipico tatto teutonico ha dichiarato a un giornale "up to a quarter million Germans would possibly die from the virus".

    P.S. ovvio che in caso di collasso delle strutture di terapia intensiva aumenterà la letalità di tutte le altre sindromi che ne necessitano l'intervento.

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    1. ho letto con attenzione e apprezzo il suo spirito di servizio (non scherzo). stime e percentuali in questi casi hanno un valore relativo, anche perché dei passeggeri della Diamond Princess e delle loro condizioni di salute, età, e di aggregazione sulla nave non conosciamo nulla.
      quanto ai virologi (che non sono infettivologi) tedeschi, proprio ieri Die Welt pubblicava dichiarazioni diverse.

      non sottovaluto questa forma virale d'influenza, contesto il panico che è stato creato. ai nostri anni, pur in assenza di un vaccino specifico, tale panico è immotivato.

      se i dati della P.C. sono veritieri, non più di 500 persone, a fronte di un'epidemia del genere, sono in in terapia intensiva o sub intensiva. sarebbe bene avere un dato più preciso su quella intensiva, dopo settimane d'immagini mediatiche d'intubati. un dato cmq tranquillizzante anche se dovesse decuplicare nelle prossime settimane. solo nel veneto (dato ufficiale) erano disponibili 700 posti per terapia intensiva. in poco tempo se ne possono predisporre molti altri. ripeto: un panico immotivato.

      lei però, se mi permette di ricordarglielo, non ha sottoposto all'interessato la questione di cui parlavamo ieri

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    2. preciso posti terapia intensiva nel Veneto: 686 ai quali ne sono stati aggiunti 534. totale attuale 1220.

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    3. il 9 marzo, dati della protezione civile, i ricoverati in terapia intensiva erano 733 e non "non più di 500". I giorni precedenti erano 650, 567 e 462. Quindi la sua affermazione era corretta se riferita ai dati di quattro giorni fa, ma già ieri sottostimava la realtà del 30% circa. (https://github.com/pcm-dpc/COVID-19/tree/master/schede-riepilogative/regioni)

      In Lombardia la sequenza dei ricoverati in terapia intensiva per il virus negli ultimi quattro giorni è stata 309/359/399/440, senza contare i posti occupati per le altre sindromi. Di base i posti in Lombardia sono 500, per la sanità pubblica, 160 per la privata e 470 recuperati da altri reparti(*). Questi sono numeri che non possono far fronte a una crescita esponenziale dei contagi, fenomeno attualmente in corso e che non sappiamo quando si arresterà, ma di sicuro dipende dal comportamento degli agenti in gioco. Panico? No, il panico non serve mai, ma evitare di crearsi una realtà fittizia nella mente per assecondare pregiudizi ideologici potrebbe essere utile.

      Inutile ricordare che la gente non smette di subire ictus, infarti e problematiche post-operatorie non rimandabili solo perché c'è il virus in giro.

      (*) https://www.ilsole24ore.com/art/settimana-cruciale-lombardia-sotto-controllo-posti-letto-ADaNWM

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    4. la mia affermazione è correttissima perché riporta i dati della P.C. di ieri riferiti all'altroieri. Se i dati non sono esatti la responsabilità è della P.C., non mia.

      non si tratta di dati riferiti solo alla terapia intesiva, ma anche a quella subintensiva. non è dato sapere quanti sono effettivamente gli intubati, né se nel conteggio figurano pazienti non affetti da virus influenzale.

      resta il fatto che dopo circa un mese dal propagarsi dell'infezione in lombardia, i positivi ufficiali siano circa 6.000, vale a dire lo 0,06 della popolazione. si tratta dunque di un'influenza ben contenuta (qui non parlo della gravità).

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    5. i dati della protezione civile di ieri, 9 marzo, riportano 733 ricoverati in terapia intensiva (https://github.com/pcm-dpc/COVID-19/blob/master/schede-riepilogative/regioni/dpc-covid19-ita-scheda-regioni-20200309.pdf) (questi sono dati della protezione civile, pubblicati su una repository linkata dal sito ufficiale).

      Dagli ultimi dati, i casi rilevati in Lombardia sono 5469 su un totale di 20135 testati. Ovviamente questo non è un campione rappresentativo della regione, bisognerà attendere che si facciano sampling casuali stratificati su tutta la popolazione per stimare il numero effettivo di casi positivi. Tuttavia è ovvio che allo stato attuale non avrebbero potuto identificare più di 20135 casi. Anche in quel caso sarebbe stato una frazione molto bassa della popolazione totale.

      Dire che dopo circa un mese i casi siano limitati a 6000 e che quindi l'infezione è contenuta non tiene conto dell'andamento esponenziale del contagio. Purtroppo in Lombardia non si sta riuscendo a testare più di 3000 casi al giorno, quindi diventa difficile rincorrere il dato reale con i campionamenti. Un dato preoccupante è la frazione di positivi rilevati in Lombardia negli ultimi quattro giorni:

      9/03: 80%
      8/03: 28%
      7/03: 36%
      6/03: 30%

      attendiamo il dato di oggi per capire se l'impennata di ieri significhi che ormai ci si sta concentrando sempre di più sui casi fortemente sospetti o se si tratta solo di un outlier.

      Non capisco perché continua a chiamarla influenza, malattia che non è neppure causata da un coronavirus.

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    6. il dato da me riferito è quello dichiarato dal capo della P.C. ieri sera in conferenza stampa. su questo punto cerchi di non essere petulante.

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    7. il capo della protezione civile è un pasticcione e le sue conferenze stampa sono un poco grottesche (ieri con lo special guest ministro per gli affari regionali che ha prodotto una gag di superfluo assoluto hanno toccato il picco), per i dati bisogna guardare i report, che seppur a volte contengono refusi, come è capitato il 6 marzo, quando i pazienti lombardi in isolamento domestico sono crollati a 77 (poi giustificati in modo confusionario come un ritardo di dati aggregati dalla provincia di Brescia, quando in realtà si trattava semplicemente di un errore e il dato vero era 477), sono più attendibili.

      Comunque ieri le sue parole sono state che il 10% dei casi attualmente positivi (ieri 7985) sono in terapia intensiva o sub-intensiva, quindi dato più coerente con quello riportato nel report (733) che non con "non più di 500".

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    8. no, non ha detto il 10% dei casi attualmente positivi, bensì il 10% dei RICOVERATI (4.316). Ho la registrazione. Basta così.
      Lei non ha risposto alla domanda che le ho fatto nella mia prima risposta.

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    9. "Per quanto riguarda il dato relativo alle persone attualmente positive al coronavirus, questo dato incrementa oggi di 1598 unità passa a 7985, di queste 4316 sono in ricovero in strutture ospedialiere, il 10% in terapia intensiva e subintensiva e circa 3000 sono in isolamento domiciliare".

      Il 10% era riferito a 7985. Prima ha detto il totale, cha ha poi ripartito in tre categorie: i ricoverati, quelli in terapia intensiva, e quelli in isolamento. Per il primo e il terzo ha espresso le quantità in numeri (4316 circa 54%, 3000 circa 37%), per il secondo ha riportato la percentuale.

      Ripeto, è un pasticcione e non è stato certo cristallino, come non lo è mai, per questo bisogna guardare i report.

      Ma quale domanda?

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  4. ma se tu dici non è che un'influenza e poi aggiungi "tranquilli, abbiamo predisposto 1000 lettini di terapia intesiva per voi" crei il panico.

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    1. perché non ha forse le caratteristiche di un'influenza? anche la spagnola era un'influenza.

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    2. sì certo lo è, ma qui parliamo del panico

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    3. Appunto, stemperare la tensione. Il primo provvedimento del governo era la quarantena per i media dove prevalgono degli irresponsabili

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    4. ho già detto, i nostri problemi vengono da più lontano e vanno al di là di un'influenza (di quelle brutte comunque)

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    5. Brutta e cattiva, ma non è la peste ai tempi del Boccaccio

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    6. Ovvietà cara Olympe, ovvietà.

      i media
      le merci
      conte
      la democrazia
      i numeri
      i pacchi di biscotti
      i carabinieri
      gli smartphone
      la malasanità
      il Veneto
      la Lombardia
      sapevamo già tutto.

      Invece ora pare che solo in carcere abbiamo letto correttamente la situazione...

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    7. "abbiano", scusa refuso, io sono fuori. (Oddio, nenache troppo ora)

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