giovedì 12 marzo 2020

La morte ai tempi del benessere




Dopo più di venti giorni di terrorismo mediatico
cosa s'aspettavano? Zitti e pedalare?
È solo l'inizio.
L'informazione, specie in questi casi,
è faccenda da maneggiarsi con cautela
estrema e con parsimonia.

*
Volgendoci alle epoche passate possiamo rilevare come il cannibalismo fosse moderatamente eccezionale; la fame no. Le carestie che seguirono la caduta dell’impero romano erano terribili, una circa ogni decennio, ma la fame era tuttavia la condizione abituale di vita. Non che le cose andassero molto meglio fino a mezzo secolo fa.

I più anziani si ricordano ancora quando tutta la vita si svolgeva nella cucina di casa, generalmente l’unica stanza riscaldata d’inverno. Qui si mangiava, si cuciva e rammendava, si giocava e si studiava, mentre la mamma sorvegliava i tegami sopra un piccolo fornello a gas e i panni stesi ad asciugare attorno alla stufa.

Non c’era masterchef, e neanche la tivù. Costrette a nutrire famiglie numerose con risorse scarse e variate sulle stagioni, si diventava cuoche esperte in economia domestica. Non si buttava via nulla e gli avanzi rientravano in una concezione della vita che ti rimaneva dentro per sempre.

La stanza da bagno non esisteva ma solo un gabinetto, ci si lavava nel mastello mentre la mamma ti versava l’acqua scaldata sul fuoco. Non esistevano elettrodomestici e le cose usurate non si buttavano via, perché “la roba de canton non perde mai de stajon”. Non si andava in vacanza e gli sport sul tipo dello sci o del tennis erano cose di élite di cui neanche si sapeva.

Si moriva esausti dopo una vita magra consumata in pochi chilometri quadrati, oppure si fuggiva la miseria emigrando, non di rado per finire in un’altra miseria e condizione di sfruttamento.

Oggi, per la Madonna, è tutto diverso. Tuttavia si muore ancora più per cause economiche che non per malattie. Nel senso che spesso le patologie che ci affliggono e portano alla morte o a situazioni invalidanti, trovano la loro causa principale nella matrice economica. Non si muore più di fame, ma di “benessere”, ossia a causa di certi stili di vita solo in parte eludibili in un dato contesto storico-sociale e di classe (*).

Infatti, la morte è rimasta la cosa più classista che ci riguardi direttamente. È nota la differenza, a riguardo della cosiddetta speranza di vita, tra un lavoratore manuale e un intellectual worker, anche se non così marcata come un tempo. Pensiamo alla disparità di morti sui luoghi di lavoro tra imprenditori e salariati, per tacere delle malattie professionali. E via dicendo.

(*) Circa 40.000 morti l’anno solo per l’abuso di alcolici. Eppure mai una maratona, mai una carta bianca su questo argomento, anzi, bere ancora di più che lo sponsor paga. Ma non solo alcol, cè anche il fumo. La prima causa di tumore è quella al polmone. Sapevatelo.

3 commenti:

  1. Dal sito Ansa: Coronavirus, in un mese calato lo smog sul Nord Italia
    Lo mostrano le immagini catturate dai satelliti.
    Dopo quasi un mese di restrizioni, zone rosse e chiusure di scuole e attività imposte dal coronavirus, l'inquinamento nel nord Italia è decisamente calato. I livelli di biossido di azoto, un marcatore dell'inquinamento, si sono ridotti chiaramente come mostrano le immagini del satellite Sentinel 5 del programma europeo Copernicus, gestito da Commissione Europea e Agenzia Spaziale Europea (Esa). Le foto sono state pubblicate su Twitter da Santiago Gassò, dell'Università di Washington e della Nasa.

    I sensori Tropomi (Tropospheric Monitoring Instrument) a bordo del satellite hanno rilevato il progressivo ridursi della nube rossa di biossido di azoto, il gas nocivo emesso dai combustibili fossili, quindi in particolare dai veicoli a motore e dalle strutture industriali.

    Un effetto simile è stato fotografato dai satelliti all'inizio di marzo in Cina, dove i livelli di biossido di azoto sono calati del 30%, attraverso le immagini raccolte dalla Nasa e dai satelliti di monitoraggio dell'inquinamento dell'Esa

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  2. non è semplice. ci sono fabbriche che producono abiti ed è un conto, altre che producono apparecchiature elettromedicali o fanno parte della filiera dell'alimentare. poi tu dici della mortalità nel lavoro manuale, ma quanta gente - anche cosiddetti colletti bianchi - muore ogni anno perchè si sposta per lavoro in auto. magari avrà anche una bella auto, ma alla fine non va in giro per vacanza

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  3. cara Olympe, speriamo non leggano questa richiesta degli amali da macello, che sennò gli verrà voglia di dislocare le produzioni in burkina faso

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