sabato 21 marzo 2020

Voglia di bonapartismo


È solo l’inizio dell'impazzimento.

Nella seconda metà degli anni 1970 la questione del terrorismo venne affrontata con leggi speciali, sui reati associativi, il pentitismo, eccetera. Secondo Angelo Panebianco, «È falso che quelle leggi fossero ineccepibili dal punto di vista costituzionale» (Corriere della Sera, 19 marzo 2020). Bella forza scrivere queste cose dopo più di quarant’anni.

Prosegue Panebianco: «Se in costituzione sono contemplati i poteri di emergenza, [questi] potrebbero essere usati non per fronteggiare un’autentica emergenza ma per soffocare la democrazia. L’esempio più citato è quello della Repubblica di Weimar e del famigerato articolo 48 della costituzione sui poteri presidenziali di emergenza».

Sull’efficacia di tali poteri, Panebianco sostiene che «i poteri emergenziali costituzionalmente previsti possono essere efficaci solo se la democrazia in questione è presidenziale o comunque concentra, anche in condizioni normali, ampi poteri nelle mani del capo dello Stato o del Primo Ministro. L’efficacia è dubbia nel caso di una democrazia “acefala” nella quale chi governa ha poteri ridotti e che vanno contrattati con un’ampia élite».

La costituzione italiana non prevede poteri di emergenza. «L’interpretazione dominante – scrive Panebianco – è che il Consiglio dei Ministri possa deliberare senza autorizzazione parlamentare ai fini della Protezione civile. È quanto ha fatto il governo Conte per contrastare l’epidemia in atto. Tacito presupposto, però, è che non ci sia emergenza che non possa essere affrontata nel pieno rispetto delle regole costituzionali valide per i tempi normali. È un’illusione».

Cita a tale proposito i casi del supposto attacco libico del 1986 con i due missili contro l’Italia (che mai avrebbero potuto colpire Pantelleria, come sapeva bene Gheddafi) oppure il caso che riguarda la “stagione del terrorismo” nella seconda metà degli anni Settanta.

«Costituzionalizzati o meno che siano, i poteri di emergenza s’impongono in caso di necessità (disastri naturali, pandemie, terrorismo minacce di guerra). Ma non esistono garanzie assolute contro il loro “cattivo uso”».

Riassumendo il singolare sillogismo di Panebianco, i poteri emergenziali sono efficaci solo se la democrazia (?) in questione è presidenziale o comunque concentra, anche in condizioni normali, ampi poteri nelle mani del capo dello Stato o del Primo Ministro. Per contro, non sono efficaci in una democrazia parlamentare. Tuttavia, mette le mani avanti Panebianco, costituzionalizzati o meno che siano tali poteri, non esistono garanzie assolute contro il loro “cattivo uso”.

Conclusione: poiché in ogni caso nessuno può assicurare il loro “buon uso”, è meglio affidare direttamente “ampi poteri” a un presidente o primo ministro, che se non altro garantisce loro efficacia. Poi basterà un fallito attentato o l’incendio del Reichstag e il gioco è fatto.

*

Basta ascoltare per Radio Swiss Classic gli appelli del Consiglio federale su come stanno affrontando lepidemia, per scoprire la differenza di tono e misura tra noi e loro. 

11 commenti:

  1. Quante di queste misure emergenziali temporanee rimarranno lì anche dopo l'emergenza? Camuffati magari in qualche decreto sicur4ezza.
    Pietro

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  2. Panebianco...e zone grigie: per soffocare la democrazia o salvarla?

    "Quando è in gioco la sopravvivenza della comunità, si deve accettare per forza un compromesso e deve essere ammessa l'esistenza di una 'zona grigia', a cavallo tra legalità e illegalità, dove gli operatori della sicurezza possano agire per sventare le minacce più gravi. I neofiti della legalità non lo capiranno mai ma questo compromesso è anche l'unica cosa che, in condizioni di emergenza, possa salvare lo stato di diritto e la stessa democrazia".
    (Angelo Panebianco, Corriere della Sera, 13 agosto 2006, Il compromesso necessario)

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    1. infatti
      e chi decide quali siano le minacce e in base a quali interessi, se esse siano solo supposte o reali, quale sia il limite tra una zona e l'altra, quale l'intensità del grigio e la sua durata?

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  3. non mi preoccupa l' esercito per le strade, un pò c'è sempre un pò costa tanto tenercelo

    mi preoccupa il trojan statale nello smartphone,mi preoccupa la geolocalizzazione generalizzata tramite celle telefoniche

    il social credit system una volta introdotto non lo levano più

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    1. siamo in un film, di quelli brutti
      in ciò che sta succedendo in italia c'è qualcosa (o molto) di poco chiaro
      se questi chiudono le fabbriche entriamo in un vortice dal quale non usciremo più
      la prima cosa da fare, lo ripeto da un mese, sarebbe vietare a certa gente isterica di presentarsi in tv, mettere in quarantena certi giornalisti (la lista è lunga). la svizzera confina con la lombardia e ha meno abitanti, con 8000 positivi. i toni sono pacati, nessun isterismo.

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    2. Lascia perdere i numeri, non fanno per te. Al momento la Svizzera ha meno di 7000 contagi, quindi 780 contagi per milione di abitanti, la Lombardia ha invece 2500 contagi per milione di abitanti.

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    3. infatti è quello che vado dicendo, la Lombardia è un caso unico a livello mondiale. perciò non sto sottovalutando l'impatto.

      i contagi in lombardia sono concentrati in alcune province, quindi ha un rapporto ancora più alto.
      da gg scrivo che la causa è un "mistero" ancora, ma sicuramente c'è una causa primaria per questo fenomeno:

      quello che voglio dire è che si tratta di qualcosa di indipendente dal virus, qualcosa che lo favorisce a livello locale.
      se così non è chiaro non so cosa farci

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    4. Quando la tua ipotesi, chiamiamola così, verrà smentita dai fatti e cioè da situazioni simili in diverse parti del mondo in c'è un'elevata densità di popolazione distribuita in modo multipolare, tu ti inventerai qualche altra balla per compire la tua incompetenza e il tuo sproloquio autocompiacente, non ho dubbi, continuerà.

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    5. Cara Miriam, cerca di essere più garbata e tranquilla. Quindi procedi alla lettura dei quotidiani di questa mattina i quali cominciano a rilevare l'impressionante serie di errori commessi in generale e segnatamente anche negli ospedali di quelle province.

      Come vado segnalando nel mio modesto angolo di mondo da un mese, non possiamo imputare "in tutto e per tutto" ciò che accade (ed è accaduto) al virsu. Come ho scritto fino alla noia, vi è stata e continua ad esserci una lunga serie di problemi di strutture, di organizzazione, di personale qualificato, di dotazioni. Se avrai l'interesse e la pazienza di leggere i miei post troverai sempre questo tipo di osservazioni. Cordialmente.

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  4. olympe autocritica mai?

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