martedì 17 marzo 2020

La nuova anteprima cinese


Gli indici borsistici di Tokyo e Hong Kong sono praticamente piatti, Milano sembrava emettere un ruttino di soddisfazione e invece è in calo dopo la sberla di ieri e di quelle dei giorni precedenti.

Il Dow ieri ha perso quasi 3.000 punti, il suo più grande calo nella storia, lasciando quasi il 13%. L’indice S&P 500 è sceso del 12 per cento, segnando il 30 per cento in meno rispetto a un mese fa. Il Nasdaq del 12 per cento, che se non sbaglio è il più grande calo di un giorno nella storia dell’indice.

Il crollo di Wall Street ha fatto seguito a importanti svendite nella regione Asia-Pacifico e in Europa. Il mercato australiano è stato uno dei più colpiti, in calo di quasi il 10%. L’indice FTSE del Regno Unito è sceso di un ulteriore 4,7 percento, portando le perdite totali dell’anno al 30 per cento.
 
La Fed ha ripreso gli acquisti di attività finanziarie come titoli del Tesoro e titoli garantiti da ipoteca e la filiale di New York ha versato 500 miliardi nel mercato dei pronti contro termine durante la notte dopo che i tassi sono saliti al 2 per cento, segno che denaro fresco non c’è e del resto le azioni sono vendute in un mercato in forte calo nel tentativo di ottenere liquidità.

L’oro ha perso tutti i suoi aumenti di prezzo di quest’anno e quello del platino è diminuito di oltre un quarto, pur essendo generalmente considerati un rifugio sicuro durante le turbolenze del mercato.

Come se non bastasse è in atto la guerra dei prezzi nel settore petrolifero, e gli americani non possono reggere un prezzo sotto i 50 dollari al barile, e circa le obbligazioni spazzatura di quelle società ho detto più volte.

La crisi si approfondisce anche in altri settori dell’economia, sia in Europa che negli Usa, soprattutto colpita è l’industria aeronautica e i trasporti aerei. Ieri, l’agenzia di rating S&P ha abbassato il rating del debito del più grande produttore mondiale nel settore aeronautico, la Boeing, a BBB, una tacca sopra lo status di spazzatura.

Il declassamento è stato motivato dalla paura che Boeing avrebbe rapidamente bruciato il denaro disponibile attraverso la sua linea di credito di oltre 13 miliardi. E questo dice molto della situazione in atto.

È evidente che finora l’azione delle banche centrali non ha potuto nulla per fermare la spirale discendente, cioè le vendite da panico. Non siamo in presenza solo di una recessione ma di una depressione che si manifesterà nettamente nelle prossime settimane e mesi, confermata dai dati cinesi che ho ricordato ieri: -13,5 produzione, -20,5 consumi, -13 servizi, -24,5 investimenti, -13 per cento circa Pil nei primi due mesi in un paese che cresceva oltre il 5-6 per cento.

Come per quanto avvenuto con il virus, i dati dell’economia cinese vanno visti come un’anteprima di ciò che il resto del mondo può aspettarsi nelle prossime settimane e mesi.

5 commenti:

  1. Mi sa che smetteremo presto di cantare alle finestre.
    Pietro

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  2. Lei è troppo ottimista. Dico davvero. Tra una settimana la gente si lancerà dai balconi, finalmente un flash mob degno di attenzione.

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  3. aspetta Olympe, boeing era già nella merda per l'affare dei 747 che borlan giò. da 40 aerei al mese in gennaio ne hanno prodotto 1.

    ai produttori di shale ci pensa trumpone che comprerà miliardi di barili per incrementare le scorte strategiche. lo stesso farà la cina con i produttori del golfo. l'aria che tira.

    curioso che un mese fa, poco più, il dipartimento di stato americano voleva vendere le medesime scorte. capitalismo un pò nevrotico nei suoi vertici.

    quello che invece va detto e che le banche centrali si stanno muovendo più o meno allo stesso modo del post-lehman e invece questa è una crisi diversa e molto più corrosiva delle bronzee leggi capitalistiche. in più questi dodici anni di crisi più o meno manifesta hanno di molto cambiato il quadro internazionale. l' europa è in coma, uno zombie, la cina è diventata su tutti i fronti l' antagonista principale degli us ecc ecc. stavolta non ci potrà essere nessun grand bargrain come a shangai 2016

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