lunedì 16 marzo 2020

Il controllo dei comportamenti nella nuova Babilonia



Sulla Domenica del Sole 24 ore, in prima pagina, c’è un lungo articolo dal titolo Non sfregarti gli occhi mentre stai leggendo! L’occhiello è un condensato delle banalità insulse contenute nell’articolo: Cambiamenti comportamentali. Se c’è una lezione che arriva oggi dal coronavirus è che per fare le cose giuste o smettere di fare quelle sbagliate non basta deliberare la regola, bisogna mantenerla. Il pregio dell’articolo di Roberto Canali è farci conoscere l’esistenza di un “Gruppo di lavoro intergovernativo sul cambiamento comportamentale”. Non facciamoci sviare, come detto, dai puerili esempi contenuti nell’articolo, tipo l’esempio del bancomat che prima restituisce la card e poi dà il denaro altrimenti dimenticheremo di ritirare la card. L’obiettivo è rimodellare i comportamenti tout court, con un intenso bombardamento semiotico in una operazione che Canali chiama “nuovo design”. Una nuova “normalità” che non è altro che l’esecuzione ubbidiente e automatica di programmi di comportamento per ciascun rapporto sociale, per ciascun gruppo sociale, per tutti.

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La vita della gente non cambierà di senso, non in così poche settimane o mesi, non per l’oscura fatalità cavalcata da piccoli burocrati. Però qualcosa in profondità nella contingenza del momento sta già cambiando. È una fatalità esterna e imposta alla vita quotidiana, qualunque sia il motivo e l’etichetta sotto la quale viene veicolata e manipolata. Ci vorrà del tempo per comprenderlo, ma poi capiremo che l’unica vera nostra responsabilità nella faccenda del coronavirus è stata quella di lasciare tutte le decisioni in mano a dei soggetti incontrollati, supportati da un sistema mediatico pervasivo e schizoide, che orienta, nonostante le apparenze di pluralità di quella che chiamo nuova Babilonia e anzi in forza di esse, verso il massimo isolamento passivo degli individui, verso il loro controllo tramite un collegamento diretto e permanente, a senso unico, con dichiarazioni senza replica effettiva diffuse incessantemente e che ci accompagnano ovunque.



Soprattutto per quelli che, finiti i soldi di febbraio,
non hanno più nulla. E siamo solo all'inizio.


Mi fa piacere, vediamo se cominci a ragionare con la tua testa.

10 commenti:

  1. 28000 posti ti permettono di affrontare con calma e senza emergenza il problema... 5000 ( i nostri a metà febbraio, ora sono più del doppio) no!!
    Poi, oltre al numero di posti servirebbero anche i medici che davanti ad un ventilatore polmonare sapessero cosa fare: di questo chi ne parla? Chi mai ha fatto accenno al fatto che da tempo il numero di medici calava inesorabilmente anno per anno. Non solo: in mezzo a questa carenza che si andava palesando a mano a mano che il tempo passava, abbiamo continuato a dare borse di studio a specializzazioni inflazionate invece che proteggersi aumentando i medici dell’emergenza. Un esempio è il problema dell’ospedale alla fiera di Milano: chi li gestisce dal punto di vista medico 500 pazienti di rianimazione? Ecco allora le richieste alle ONG, ai medici cinesi e di altri Paesi, ai medici militari, a quelli in pensione, a quelli che ancora sono in formazione etc. etc. Al nord, nei reparti, si arriva ormai a fare 14 ore di media al giorno dal 25-26 febbraio. Mi dica lei se è umano. E soprattutto sostenibile.

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  2. esempio pratico di comea ttraverso la rivendicazione di una FALSA libertà, si ariesce a creare un iperedonismo acefalo, un’isterica solitudine collettiva:
    https://www.corriere.it/opinioni/20_marzo_15/alla-fine-dovremo-tornare-liberi-1a151a12-66de-11ea-a26c-9a66211caeee.shtml

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  3. Uno sguardo evoluzionista: https://www.facebook.com/universitapadova/videos/3399414493409090/UzpfSTEwMDAwMDcwNTU1NjY2NzozMTA5MTUzODk5MTE4MDk4/

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  4. La deprimente retorica patriottica degli “italiani brava gente”, della “solidarietà e unità nazionale”, dello “stringiamci a coorte, siam pronti alla morte”, del “tricolore e dell’inno nazionale”, del “made in Italy”, del “doniamo il sangue”, finirà presto per debordare nella più grande crisi sociale dal dopoguerra a oggi. In queste ore stanno andando in scadenza migliaia di contratti di lavoro a tempo determinato, contratti interinali e contratti atipici in generale, e la stragrande maggioranza di questi contratti di lavoro non sarà rinnovata. Sempre in queste ore stanno partendo migliaia di lettere di licenziamento per “giustificato motivo oggettivo” per lavoratori assunti a tempo indeterminato, soprattutto nel settore dell’indotto della grande industria, dei subappalti, dei servizi e dei trasporti locali. Inoltre “gli invisibili” sono già senza lavoro, ovvero quell’esercito di lavoratori irregolari dei settori del turismo, agricoltura, edilizia, ristorazione ed esercizi pubblici e commerciali, che campa alla giornata e non può “permettersi il lusso” di restare neanche una sola giornata a casa. Sono quelli che non potranno usufruire di alcun ammortizzatore sociale e alcun sostegno diretto per le proprie famiglie, e saranno i primi a pagare personalmente questa stramaledetta emergenza sanitaria.

    Gianni de Bellis

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    1. Gentile Gianni, questi irresponsabili hanno innescato qualcosa che ormai è fuori controllo.

      Un amico oggi mi ha segnalato questo articolo ormai vecchio di 20 giorni e che non avevo letto:
      https://ilmanifesto.it/lo-stato-deccezione-provocato-da-unemergenza-immotivata/

      ho tra i familiari due situazioni che lei ha ben descritte, perciò mi rendo conto.

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  5. Riprenderò un mio commento già postato da Malvino.
    Andiamo a cercare la definizione di “bullismo” nel dizionario. Per un anglicismo, nulla di meglio del Merriam–Webster disponibile in rete; ne ho tradotto la definizione. Bullismo è “abuso e maltrattamento di una persona vulnerabile da parte di qualcuno più forte, di maggior potere, etc.” Allora: Mantellini è mite, palliduccio, triste, provinciale, radiologo, piddino frustrato, sfibrato intellettualizzatore, porgitore di altre guance, aspirante londinese. In una parola: vulnerabile.
    Allora, poche balle: prenderlo per il culo è bullismo.

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    1. Apprezzo la tua ironia.
      ad ogni modo non ho abusato, maltrattato, non ho più potere di lui (tutt'altro). Metto in risalto le sue contraddizioni e come piddino, evangelico e aspirante londinese potrei compatirlo, ma non m'intrigo.

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    2. Dite tutti così, e intanto me lo brutalizzate.

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    3. mah, uno che si vede rispedite a casa moglie e figlia da un testina che interpreta a modo suo la cric. 15350/117(2)/Uff III-Prot.Civ. e non fa nulla, dev'essere proprio uno molto buono (mettiamola così)

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