domenica 9 settembre 2012

Il profeta del mondo rovesciato



A 88 anni Eugenio Scalfari conserva una lucidità d’analisi non comune. Quando la necessità imporrà anche a lui di lasciare il suo seggio di opinion leader, la borghesia perderà uno dei suoi servitori più bravi e ascoltati, un tecnico della logica conseguenzialità. In realtà il paladino dell’espressione più genuina degli interessi della classe sociale e delle stesse forze che ci hanno invischiato nella crisi economica attuale e nel delirio europeista della moneta unica.

Non si tratta di essere passatisti, di porre resistenza all’ineluttabilità dei processi storici, i quali sono per molti aspetti ineluttabili solo a volerli considerare nella logica conseguenzialità di determinati interessi. Per dirne una: si vuol procedere ora all’unione politica dell’Europa, ma solo dopo i disastri della moneta unica e come richiamo stringente per tentare di salvare l’euro. Non è questo un processo storico all’inverso e determinato dagli interessi più forti ma non equi e paritetici?

Scalfari è il profeta del mondo rovesciato dell’economia, di quella stessa ideologia che ci sta portando nel baratro nella medesima misura in cui sostiene di volercene allontanare. Chiedo: chi ha scavato il baratro, se non la stessa borghesia transnazionale sostenuta dal ben noto collante ideologico che chiamiamo liberismo? Chi ha impedito la riduzione del debito se non la stessa classe politica espressione degli interessi fondamentali del profitto e dell’evasione, della svendita del patrimonio pubblico e del controllo dei flussi di spesa pubblica?

Ancora. Tale offensiva avrebbe avuto successo se non avesse potuto controllare i parlamenti e gli organismi internazionali e quindi appoggiarsi su leggi, decreti e normative appositamente approvati? Di che cosa vaneggia, per esempio, uno come Tremonti quando egli stesso, sia pure come figura di second’ordine, si è reso corresponsabile di questo stato delle cose, del fatto che la curva variabile dei mercati decide il nostro destino? E così dicasi per tutti gli altri salvatori della patria.

Farnetico quando da tre anni scrivo che siamo in presenza di un nuovo e attivo totalitarismo che si evince palesemente quando Scalfari, a proposito di bilancio e finanza, propone un «organo di controllo indipendente “in ambito parlamentare” che esamini quotidianamente tutti i provvedimenti in corso e dia il suo parere vincolante»? Cosa s’intende per vincolante se non il fatto che il parlamento, nel suo insieme, non avrà più potere (quello ormai assai residuo) di legiferare su materie fondamentali?

E quando auspica «nuove "condizionalità", cioè ulteriori "compiti da fare a casa" ottenendo l'okay del fondo "salva Stati [… e] accettare ulteriori condizioni il cui adempimento sarà controllato dalla "troika" composta da Bce, Fondo monetario internazionale e Commissione di Bruxelles. Controlli trimestrali e risultati certificati dall'Eurostat»? Di cosa si tratta se non del commissariamento della sovranità nazionale e delle relative conseguenze? Come un tempo un despota poteva decidere del destino dei popoli con un ukase, allo stesso modo oggi un piano di risanamento può gettare milioni di persone nella disperazione.

Scalfari è stato fascista è sa bene cos’è il totalitarismo e sa fin troppo bene che per il totalitarismo finanziario attuale non c’è bisogno di stivali e pantaloni a sbuffo alto. Vuole imporcelo come necessità, con logica stringente, per non finire dentro quel baratro nel quale ci troviamo già e che non ci lascerà scampo se non dopo che li avremmo liquidati tutti.

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