A 88 anni Eugenio Scalfari conserva una lucidità
d’analisi non comune. Quando la necessità imporrà anche a lui di lasciare il
suo seggio di opinion leader, la borghesia perderà uno dei suoi servitori più
bravi e ascoltati, un tecnico della logica conseguenzialità. In realtà il
paladino dell’espressione più genuina degli interessi della classe sociale e
delle stesse forze che ci hanno invischiato nella crisi economica attuale e nel
delirio europeista della moneta unica.
Non si tratta di essere passatisti, di porre
resistenza all’ineluttabilità dei processi storici, i quali sono per molti
aspetti ineluttabili solo a volerli considerare nella logica conseguenzialità
di determinati interessi. Per dirne una: si vuol procedere ora all’unione
politica dell’Europa, ma solo dopo i disastri della moneta unica e come
richiamo stringente per tentare di salvare l’euro. Non è questo un processo storico all’inverso e
determinato dagli interessi più forti ma non equi e paritetici?
Scalfari è
il profeta del mondo rovesciato dell’economia, di quella stessa ideologia che ci sta portando nel baratro nella
medesima misura in cui sostiene di volercene allontanare. Chiedo: chi ha scavato
il baratro, se non la stessa borghesia transnazionale sostenuta dal ben noto
collante ideologico che chiamiamo liberismo? Chi ha impedito la riduzione del
debito se non la stessa classe politica espressione degli interessi
fondamentali del profitto e dell’evasione, della svendita del patrimonio
pubblico e del controllo dei flussi di spesa pubblica?
Ancora. Tale offensiva avrebbe avuto successo se non
avesse potuto controllare i parlamenti e gli organismi internazionali e quindi
appoggiarsi su leggi, decreti e normative appositamente approvati? Di che cosa
vaneggia, per esempio, uno come Tremonti quando egli stesso, sia pure come
figura di second’ordine, si è reso corresponsabile di questo stato delle cose, del fatto che la curva variabile dei mercati decide il nostro destino?
E così dicasi per tutti gli altri salvatori della patria.
Farnetico quando da tre anni scrivo che siamo in
presenza di un nuovo e attivo totalitarismo che si evince palesemente quando
Scalfari, a proposito di bilancio e finanza, propone un «organo
di controllo indipendente “in ambito parlamentare” che esamini quotidianamente
tutti i provvedimenti in corso e dia il suo parere vincolante»? Cosa s’intende per vincolante se non il fatto che il parlamento,
nel suo insieme, non avrà più potere (quello ormai assai residuo) di legiferare
su materie fondamentali?
E quando auspica «nuove "condizionalità", cioè
ulteriori "compiti da fare a casa" ottenendo l'okay del fondo
"salva Stati [… e] accettare ulteriori condizioni il cui adempimento sarà
controllato dalla "troika" composta da Bce, Fondo monetario
internazionale e Commissione di Bruxelles. Controlli trimestrali e risultati
certificati dall'Eurostat»? Di cosa si tratta se non del commissariamento della
sovranità nazionale e delle relative conseguenze? Come un tempo un despota poteva decidere del destino dei popoli con un ukase, allo stesso modo oggi un piano di risanamento può gettare milioni di persone nella disperazione.
Scalfari è stato fascista è sa bene cos’è
il totalitarismo e sa fin troppo bene che per il totalitarismo finanziario
attuale non c’è bisogno di stivali e pantaloni a sbuffo alto. Vuole imporcelo
come necessità, con logica stringente, per non finire dentro quel baratro nel
quale ci troviamo già e che non ci lascerà scampo se non dopo che li avremmo liquidati
tutti.
E requisito il grasso bottino!
RispondiEliminagrazie, ciao, gianni
:)
EliminaTi linko un cadeaux, visto che tu a Gegé non perdi occasione per esternargli amore.
RispondiEliminaTeledurruti - Che ci fa Eugenio Scalfari nella collana dei “Meridiani”?
moooolte grazie
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