martedì 4 settembre 2012

La settimana lunga


La Grecia registra la più alta disoccupazione della sua storia moderna, eppure la cosiddetta (dal russo) troika (Commissione europea, Fondo monetario internazionale e la Banca centrale europea) vuole imporgli l’allungamento della settimana lavorativa, da 5 a 6 giorni. Chiaro che poi toccherà anche alla Spagna e ad altri. Il pretesto è quello di aumentare la produttività del lavoro.

Come sappiamo, il processo lavorativo nel modo di produzione capitalistico, è essenzialmente processo di produzione di plusvalore (non di “beni”, come pretendono i premi Nobel e altri asini al seguito). Pertanto, la richiesta della troika vuole riportare le lancette della storia dello sfruttamento capitalistico al bel tempo antico.

L’aumento dell'estrazione di plusvalore dalla forza-lavoro, si ottiene in due modi: aumentando le ore di lavoro lasciando invariati i salari, e riducendo questi ultimi, come sta già avvenendo. Questo fatto non è privo d’implicazioni che solo a prima vista possono essere considerate meramente teoriche, ma si tratta invece di una delle principali contraddizioni del modo di produzione capitalistico, tra processo lavorativo e processo di valorizzazione.

Nel primo caso, l’aumento delle ore di lavoro lasciando invariati i salari, cioè l’estrazione del plusvalore assoluto, comporta di fatto un aumento proporzionale sia dei valori d’uso che del valore del prodotto (questo si dovrebbe intuire); nel secondo caso, si tratta del plusvalore relativo, essendo basato sulla diminuzione del lavoro necessario a produrre il salario del lavoratore, per cui si tende a produrre sempre una maggiore quota di valori d’uso (produttività) ma si ottiene (sembra un paradosso ma non lo è) un minor valore (di scambio).

Bisogna tener conto che per il capitalista che produce la merce, il valore assoluto di questa è, in sé e per sé, indifferente: gli interessa solo il plusvalore insito nella merce e realizzabile nella vendita. Per aver chiare altre determinazioni di questa faccenda, rinvio al 10° capitolo del Il Capitale, dove peraltro si scoprirà perché al capitalista interessa, anche in questo caso paradossalmente, cercare di far calare costantemente il valore di scambio delle merci.

Ciò che invece mi preme mettere in luce è l’aspetto sociale della cosa e cioè che nel modo di produzione capitalistico – contrariamente a quanto credono in molti – lo sviluppo della forza produttiva del lavoro non ha per nulla lo scopo di abbreviare la giornata lavorativa, di liberare tempo “libero”. Ha solo lo scopo di abbreviare il tempo di lavoro necessario per la produzione di una determinata quantità di merci.

Come ci ricorda Marx, “lo stesso processo lavorativo appare soltanto come mezzo al processo di valorizzazione, esattamente come il valore d’uso del prodotto appare solo come supporto del suo valore di scambio. L’autovalorizzazione del capitale – la creazione di plusvalore – è quindi lo scopo animatore, dominante ed ossessivo del capitalista, il pungolo e il contenuto assoluto del suo operare”.

Che per l’aumento della forza produttiva del suo lavoro, l’operaio produca in un’ora per esempio il decuplo di merce di prima e consumi quindi per ogni pezzo il decimo di tempo di lavoro, non impedisce affatto di farlo lavorare otto ore come prima, e che gli si facciano produrre in queste otto ore milleduecento pezzi invece dei centoventi di prima. Anzi, la sua giornata lavorativa può essere contemporaneamente prolungata, cosicché egli adesso produca millequattrocento pezzi in dieci ore, oppure in sei giorni alla settimana invece di cinque.

Te capì il capitale che scherzo di fa? E fortuna che il padreterno al settimo giorno si riposò, pure lui!

7 commenti:

  1. Grazie, perfetto come sempre.

    Ricette umanitarie, lo fanno per il nostro bene.

    Si spremono il cervello in continuazione per noi.

    Pensa a quella ba..cia della fornero che per far ripartire l'economia (la loro neanche a dirlo) vuole ridurre lo stipendio a chi ha più di 50 anni, con la scusa della presunta minor produttività.

    Ricordo il tuo bellissimo post sul concetto di anziani al lavoro nella Serenissima, ma il capitalismo è modernità e progresso...mortacci loro.

    A proposito, o sproposito, consiglio a molti amici il tuo blog come bussola preziosa nella tempesta attuale, ma non so come orientarli nei tuoi post passati.

    E' un gran peccato che non siano accessibili con una qualche tipo di indice tematico.

    Sarebbe anche un gran peccato farti perdere energie, e quindi farci perdere dei nuovi post, dietro ad un problema così tecnico, ma forse qualcuno dei tuoi lettori con capacità informatiche e bibliotecarie/archivistiche potrebbe risolvere il problema e darci la gioia di scorrazzare fra i tuoi scritti secondo la bisogna.

    Inserire un AAA cercasi a fianco dei post?

    Ciao,gianni

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    1. caro Gianni, non sopravvaluterei l'interesse per i miei post. in generale, chi arriva nei blog dà un'occhiata, leggiucchia, non commenta e vai. più volte ho la tentazione di lasciar perdere ma in realtà scrivo perché mi piace. GRAZIE

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    2. Certamente questo blog, come tanti altri, non è patrimonio delle masse. Se lo fosse, se fosse popolare, vorrebbe dire che ci troveremmo in circostanze sociali, culturali e storiche assai diverse dalle attuali. Per me, e penso anche per alcuni altri lettori, questo blog è una zattera di raziocinio analitico e umanista sull'oceano di vacuità e violenza senza limiti che ci circonda. Spero che non venga "lasciato perdere".
      mauro

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  2. Beh, poichè penso che tu ti stia totalmente sottovalutando e soprattutto sottovalutando il valore prezioso del tuo lavoro, ti dico che attualmente il tuo blog ha problemi di visibiltà, ma prima o poi esploderà nelle visite.

    Prima, se ci fossero chiavi d'accesso che diano contezza della sua ricchezza.

    Sai quel fenomeno che fa disperare i commessi dei negozi? O completamente vuoti o troppo pieni?

    Poi - so di mischiare il sacro al profano, ma per la strada ci sono i santi e i ruffiani, e la scelta aristocratica del Manifesto di rimanere prevalentemente cartaceo non è stata per niente lungimirante - se tu semplicemente fossi su tze tze quanti cervelli in più avrebbero la possibilità di connettersi?

    Spero che altri tuoi lettori - che non vanno a loro volta sottovalutati - condividano qualcuna di queste esigenze, o portino altre idee, e lo scrivano per spronarti e rinfrancarti.

    Un fortissimo abbraccio,gianni

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  3. Non diciamo cazzate per favore, Olympe. Il suo post è la prima cosa che cerco al mattino, perchè c'è anche un pizzico di arte...E sa anche lei che non siamo in pochi.... Piuttosto pensi a degna successione, a naso dierei che c'ha la sua bella età! Baci.

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  4. Sono d'accordo con Gianni.
    Bisognerebbe pensare a come far pervenire questo tipo di informazione e di critica politica ad una larga fascia di persone.
    Sulla qualità del blog, non si discute.
    Io nel mio piccolo, non solo tra conoscenti diretti, ma anche in giro per la rete copincollando in parte o per intero i post di Olympe (e segnalandone sempre la provenienza), cerco di diffondere e quindi di stimolare alla lettura di questo blog.

    Saluti da Franco (vecchio lettore che ringrazia per la cassa di vini a Natale).

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