sabato 1 settembre 2012

Gli esperti di Grillo


Ieri ho scritto un post chiedendo se l’autore dell’articolo comparso, sempre ieri, sul blog di Beppe Grillo, meriti credito. Una parte dell’articolo, quella relativa alla dichiarazioni della presidente dell’Argentina, è copiata uguale da un articolo di Mario Lettieri, già sottosegretario del governo Prodi. Naturalmente senza citare la fonte. Anzi, attribuendo alla Kirchner, con virgolette, anche le considerazioni di Lettieri. È forte il sospetto che l’autore dell’articolo apparso sul blog di Grillo non sappia manco copiare.

I rapporti tra la presidente argentina e il direttore del Fondo monetario internazionale, sono presto detti: il FMI chiedeva l’anno scorso all’Argentina di migliorare il suo sistema statistico, in modo da avere dati meno farlocchi sulla situazione del paese, facendo l’Argentina parte del G-20 e quindi la richiesta era in linea con lo statuto del Fmi. Il tempo concordato l’anno scorso tra la Kirchner e la Lagarde fu di 180 giorni (scaduti a gennaio 2012). Se non che l’Argentina ha fatto orecchie da mercante (intuibili i motivi, specie a riguardo all’inflazione), e il Fmi denuncia che i dati economici argentini sono farlocchi. Inoltre l’Argentina si era assunta un altro impegno, anch’esso disatteso, ossia quello di concludere un accordo – disatteso – per il default con il Club di Parigi.

Quello che sostiene l’articolista nel blog di Grillo, ossia che l’Argentina avrebbe saldato il suo debito, è una fola di proporzioni colossali e i creditori (compresi quelli italiani: 60.000 persone) stanno ancora inseguendo i loro soldi (per informazioni, chiedere al Centro internazionale per la risoluzione delle controversie relative agli investimenti, ICSID). Vero che l’Argentina ha rinegoziato il debito emettendo nuovi bond al posto di quelli vecchi (valorizzati tra il 20% e il 30% del valore nominale), ma per esempio solo un terzo dei creditori italiani ha aderito. Che poi l’Argentina sia vicina a un nuovo default non è una notizia di oggi (QUI).

Auguro sinceramente a Beppe Grillo di vincere le elezioni, di riuscire a formare un governo, ma in tale fantastico caso è evidente che dovrà cambiare collaboratori e fonti d’informazione.

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