Quasi quaranta milioni d’italiani si sono recati alle
urne per eleggere 945 deputati e senatori. Non è bastato per formare un
governo. Il presidente della repubblica, il quale riferendosi a se stesso si
autodefinisce “capo dello Stato”, ha ritenuto di nominare ben due commissioni,
a tempo indeterminato e delle quali solo alcuni membri sono parlamentari, per le
riforme istituzionali e per l’economia, ossia per trovare punti di convergenza
tra i partiti su quelle problematiche. Questa decisione è stata presa perché gli altri quasi mille parlamentari,
da soli, non sono riusciti a formare un governo. Non chiamatelo inciucio, non sta bene.
Il rappresentante del movimento per la rivoluzione,
quel tonno di Vito Crimi, ha dichiarato: “Il Presidente ci dà ragione, Parlamento subito
al lavoro”. Ci vorrà del tempo e forse poi anche Crimi e le altre intelligenze della tonnara grillista capiranno di essere caduti in un altro tranello. Fatale.
In quest’epoca, ormai troppo lunga, considerata quelle delle masse, bisognerebbe prendere l’abitudine di considerare la storia e l’evoluzione come delle forze che avanzano in modo implacabile, del tutto al di fuori del nostro controllo. Ognuno di noi risente profondamente della sua impotenza quando riesce a comprendere l’immensità e la complessità delle forze in campo. Una delle ragioni di questa impotenza sta nel concetto convenzionale del quale siamo prigionieri, ossia nella credenza dell’”immutabile natura umana”. Un'altra di tali ragioni sta nella nostra solitudine che crediamo superata quando stiamo davanti al monitor, laddove invece è confermata. Questi sono dei punti che meriterebbero un’approfondita discussione, vis-à-vis, si diceva un tempo. Ma non voglio divagare, vado al dunque positivo.
Senza un’organizzazione di un
certo tipo e un’elaborazione politica strutturati, l’azione efficace diventa
impossibile e l’energia non meno che l’entusiasmo degli individui e dei gruppi
si perde in una miriade di piccoli gesti di rivendicazione incoerente. I
movimenti di protesta, coagulati per mezzo di uno strumento di comunicazione
freddo come Internet, sono comunemente fondati sul presupposto che il
comportamento sociale, in generale, sia razionale, e, del pari, quello che si
stabilisce sui social network.
Se volete realmente il
cambiamento, bisogna che, in una maniera o nell’altra, coordiniate la vostra azione
su un piano diretto d’azione politico-sociale. E tale coordinamento richiede necessariamente
una presenza e un confronto che non può venire surrogato dalla comunicazione a
distanza e digitando “idee e proposte” sulla tastiera. Internet può essere solo un mezzo e non può surrogare il contatto e lo scambio diretto. Solo dei dementi possono
davvero credere di eleggere i loro rappresentati i quali solo dopo si
conosceranno personalmente in un albergo di Roma e l’unica cosa che li ha
accomunati fin lì siano state delle certezze inoppugnabili scambiate prevalentemente
per posta (sia pure elettronica) e l’obbedienza a un non-statuto elaborato da
altri. Ma per oggi basta. Buona pasqua.
Già. La elegante idea liquida che i cambiamenti rivoluzionari si facciano con i polpastrelli e non con le nocche. Ma penso che Giantonnarolo abbia ben chiara la faccenda e persegue la propria linea: rifiutando il confronto vis a vis, vuole spacciare per sforzo di cambiamento democratico il disimpegno digitale sulle barricate dei post del suo Beppe Giullare. Poi potrà dire: avete visto? Noi l'abbiamo espresso un tentativo democratico di cambiamento. Ma non è possibile. Che dite, passiamo alle nocche? Liberate i tonni mannari.
RispondiEliminaBuona giornata mondiale dell'orgoglio zombie anche a te.
già, infatti oggi è la giornata dello zombi risorto.
EliminaDesidererei tu "divagassi", con un post ad hoc, sul contenuto del terzo paragrafo. Buona Pasqua, Tiziana
RispondiEliminabuona pasqua a te Tiziana. terrò presente al richiesta. ciao.
EliminaPoteva anche intitolarsi "torni nella rete" a mo' di invito a ritornare (il m5s) a semplice bacheca on line su cui scrivere appunti, idee, critiche, proposte, invettive e mandate affanculo.
RispondiEliminaIo invece ci credo. Sono stati solo i tempi ad essere sbagliati. Un conto è proporre o scegliere on line il presidente della repubblica tra personaggi più o meno noti ed un altro è pescare (in rete) pseudo-rappresentanti del popolo (il tonno Crimi) tra illustri sconosciuti. Nel passaggio dalla rete al parlamento bisognava curare “perfettamente” la scelta dei candidati che, almeno in questo primo esperimento, avrebbero dovuto possedere, tra l’altro, spiccate doti dialettiche e comunicative.
Tutto invece è avvenuto in poco tempo e, a mio avviso, nessuno era adeguatamente preparato. La gatta per andar di fretta fece i figli ciechi.
Molti pensionati non hanno alcuna idea di come si possa prelevare il loro cud on line. Figurati cosa ne possono sapere della trasformazione del plusvalore in capitale, di banche e di banchieri, dell’Europa, del governo dei saggi etc.
Per molti italiani Napolitano è semplicemente il presidente della repubblica, il papa Francesco questa volta è davvero un papa buono e l’acqua è bagnata.
Quanto alla necessità di un’organizzazione di un certo tipo che concretizzi e coaguli l’energia e l’entusiasmo degli individui in un movimento di protesta …sono d’accordo. Ma senza internet ed il m5s, pur con tutte le sue contraddizioni, ci sarebbe stato il nulla siderale nel panorama politico ed avrebbero campato in eterno felici e contenti Berlusconi e Bersani alternandosi nella spartizione del bottino.
Io proporrò Silvano Agosti come presidente della repubblica.
Ciao cara.
ciao Gianni. perché vuoi rovinare la vita ad Agosti?
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