Ritorno
sulle farneticazioni che Grillo&C. (qui) ci regalano a piena pagina a
proposito di pensioni, stipendi, reddito di cittadinanza.
Non
serve essere degli esperti per comprendere che Beppe Grillo e Massimo Fini non
sono esperti in nulla di quello che propongono e sostengono nelle più diverse
materie, e tuttavia nelle loro proposte non c’è improvvisazione, pressapochismo e confusione come potrebbe apparire a prima vista. Non serve essere degli esperti
per comprendere che Grillo e Fini non sono semplicemente degli autodidatti che le sparano grosse, ma agenti consapevoli di una strategia ben meditata da altri.
Non serve essere degli esperti per dirsi preoccupati del potere che Grillo&C. ha
acquisito con le ultime elezioni, ma serve invece un po' di buon senso per concludere
che per tutti questi e altri motivi egli e i suoi compari causeranno soprattutto
dei danni gravi.
Anzitutto
bisogna rilevare come questa premiata ditta produttrice di cazzate a raffica
(che purtroppo trovano udienza in un paese largamente analfabeta) sposti la
problematica della disoccupazione dalle cause
economiche che la generano a un presunto scontro generazionale. In tal modo le cause oggettive diventano soggettive, la disoccupazione e le
lacerazioni sociali indotte dalla
crisi e dalla nuova gerarchia della divisione internazionale del lavoro, cui è seguita
una demenziale politica economica di austerità, sono fatte diventare
responsabilità di quei salariati ancora garantiti da un lavoro e da una
pensione. Con ciò si tende ad allontanare la protesta sociale dalle sue reali cause e dai loro effettivi
responsabili, per alimentare un conflitto
anzitutto tra soggetti di una stessa classe sociale.
I
banditi dell’ideologia sfruttano queste contraddizioni per mettere gli uni
contro gli altri i proletari garantiti da un reddito di lavoro o previdenziale e
chi invece a causa del proprio stato di disoccupato o di lavoratore assai
precario è sprovvisto di mezzi di sussistenza sufficienti. Già da questo punto
di vista, completamente soggettivo e complementare a quello padronale, non ci
si può aspettare nulla che non conduca a posizioni arbitrarie e reazionarie,
diciamo pure fasciste.
Per
quanto riguarda il cosiddetto reddito di cittadinanza, partiamo da una
considerazione lessicale: si tratta più propriamente di un sussidio cui il titolo assai ambiguo di reddito di cittadinanza
tende in qualche modo di nobilitarlo. Soprattutto non può essere equiparato a
un reddito da lavoro o previdenziale poiché questi hanno una natura economica e
sociale del tutto diversa. Se mischio queste categorie, se equiparo
retribuzioni, presenti o differite, con un sussidio, creo una gran confusione,
origino delle contraddizioni che portano inevitabilmente a degli errori gravi.
Anzitutto,
se equiparo uno stipendio o una pensione a un sussidio, comunque denominato,
metto sullo stesso piano sia le retribuzioni o i pagamenti
effettuati dallo Stato in cambio di una prestazione lavorativa e sia il sussidio in cambio del quale non è richiesta
alcuna prestazione sociale. In tal modo si considera la
distribuzione quale indipendente dalle prestazioni e più in generale dal modo
di produzione, tendendo a fare di un diritto diseguale un diritto uguale,
dimenticando che il diritto, nell'attuale ordine economico e per il suo
contenuto, piaccia o no, può essere solo un diritto alla disuguaglianza, come del resto ogni
diritto borghese, checché ne posano dire i legulei.
Quello
che non può entrare nella zucca di un Grillo e dei suoi accoliti, per quanto
riguarda la ripartizione della ricchezza sociale, ossia del prodotto sociale complessivo, è che essa
viene a essere dominata dallo stesso principio che vige nello scambio di
equivalenti di merci: si scambia una prestazione, una quantità di lavoro,
presente o passato, contro una determinata quantità di denaro, cioè di equivalente. Nel momento che equiparo
quantitativamente e qualitativamente prestazione di lavoro, presente o già
erogato, con un sussidio che non chiede alcuna contropartita, svaluto il
lavoro. Un chirurgo o un infermiere, un’insegnante o un bidello, un tecnico di
laboratorio e un commesso, non avranno più alcun vantaggio a lavorare per lo
stesso livello di retribuzione del sussidiato; un operaio specializzato e un
manovale, non possono aver diritto a una prestazione previdenziale che non
tenga conto dei contributi versati e accontentarsi di una pensione che è pari a
un sussidio.
La
ripartizione della ricchezza non avviene peraltro entro quelle categorie
sociali indicate dall'articolo del blog di Grillo. Non esiste solo il gruppo A e il gruppo B. Anzi,
nella realtà, cioè al di fuori delle fantasie, esistono anzitutto le classi
sociali. Non le vogliamo chiamare così? Bene, allora esistono quantomeno anche
i gruppi C e D. Al gruppo C appartengono i salariati impiegati nelle attività
private, al gruppo D appartengono i proprietari dei mezzi di produzione. A
questo gruppo sociale appartengono anche dei sottogruppi, per esempio i
rentier. Resta da stabilire a quale categoria sociale appartengano invece Beppe
Grillo e Massimo Fini, ma non ho più voglia e interesse di occuparmi di simili
sciocchezze in una domenica che promette un bel sole.
Una domanda per dopo che ti sarai goduta il bel sole.
RispondiEliminaGrillo dice che entro 6 mesi un anno lo stato non avrà più i soldi per pagare stipendi e pensioni.
Capisco che sia difficile avere proiezioni affidabili in una situazione così fluida del debito, dei tassi di interesse, dell'euro, del calo produzione e entrate fiscali, dell'aumento cassa integrazione e sussidi, dei tagli futuri di spesa, ma tu hai sottomano qualche analisi abbastanza seria su cui ragionare?
Anche solo una proiezione a bocce ferme, escluse le mille variabili - e, purtroppo, lo sappiamo bene, tutte negative - che il prossimo futuro ci riserva inevitabilmente?
ciao, gianni
è semplicemente una balla, stiamo rinnovando bot e btp alla grande. se non avesse avuto successo il movimento di grillo lo spread non solo non sarebbe salito ma probabilmente sarebbe sceso ancora. poi però bisognava cominciare a tagliare gli sprechi per davvero. gli italiani si sono voluti far male. come solito
Elimina"stiamo rinnovando bot e btp alla grande"
Eliminaalzando i tassi di interesse di circa 60 punti, e sono quelli che ti fanno saltare per aria. Rinnovare i bot è solo metà del lavoro...
Il sussidio di disoccupazione diventa oggettivamente un'arma per la lotta di classe verso il basso - anziché una tutela per la persona licenziata e/o in cerca di lavoro - quando viene erogato alla condizione-capestro di dovere accettare qualsiasi impiego fornito dalle premiate e pregiate aziende pena la perdita del sussidio stesso (come pare sia l'idea del M5S in proposito). A quel punto diventa finalmente possibile spedire chiunque, laureato in astrofisica od operaio specializzato, a svuotare cessi in Birmania, il sogno dei Marchionne grandi e piccoli.
RispondiEliminaben detto!!!
Elimina"A quel punto diventa finalmente possibile spedire chiunque, laureato in astrofisica od operaio specializzato, a svuotare cessi in Birmania, il sogno dei Marchionne grandi e piccoli."
Eliminaperchè, senza sussidio il laureato in astrofisica OGGI può permettersi di non pulire cessi?
In ogni caso la divisione del proletariato in tutelati e non ( di per sè già discutibile, vista la chiusura di aziende, ecc.), riedizione di ben più nobili astruserie (operaio massa e sociale contro gli organizzati, garantiti contro non garantiti) mira nel M5S ad un blocco sociale con piccola e media industria. Blocco sociale nel quale si attira anche strati di sottoproletariato e di lumpenborghesia (cfr. Marx Le lotte di classe in Francia). Questa potrebbe diventare la testa d'ariete, con tanto di programma anticapitalista reazionario, contro quel che rimane del movimento operaio organizzato,CGIL/FIOM. Gli esiti, nell'assenza perdurante anche di un embrionale partito che rappresenti il lavoro salariato nella sua interezza, non potranno che essere regressivi ed autoritari.
RispondiEliminaMordecaj
c'è un po' di tutto nella scientology grillina
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