L’India
è ormai un attore economico e politico di rilievo globale, tanto da diventare
nel 2011, secondo i dati del FMI, la terza economia mondiale in termini di
Parità di potere d’acquisto – dopo Usa e Cina – e la decima in termini
nominali. L’agricoltura ha gradualmente visto ridurre il proprio contributo al
PIL nazionale, attualmente pari a circa 16%, pur assorbendo ancora oltre il 60%
della forza lavoro. Il settore manifatturiero contribuisce al PIL per un 15%,
ma la parte della tigre la fanno i servizi, con il 60% del Pil. I tassi di
sviluppo sostenuti hanno tuttavia avuto un impatto diverso nelle diverse
regioni e strati sociali dell’India, aumentando le disuguaglianze tra ricchi e
poveri: secondo i dati della banca mondiale circa il 40% della popolazione
indiana vivrebbe al di sotto della soglia di povertà (1,25$ PPP al giorno).
Allo stesso tempo, secondo la rivista Forbes,
l’India vanta il numero più alto di miliardari in tutta l’Asia: 5 milioni di
super ricchi e circa 100 milioni di benestanti. Perciò l’India conta 1,2
miliardi di poveri.
Le
importazioni indiane sono aumentate di cinque volte in 10 anni, e attualmente
si viaggia con incrementi annui a due cifre che portano il valore dell'import
ben oltre circa il 30% del PIL e quello dell'export a circa il 25% del
PIL. La UE – con la Cina – è il primo partner commerciale
dell'India e nel periodo dal 1999 al 2010 ha triplicato il proprio export verso
il subcontinente (la Cina l’ha moltiplicato per venti!). Gli incrementi annui
della UE viaggiano sull’ordine del 25-30%!! Nell'anno 2011 l'Italia è stata il
quarto partner commerciale dell'India tra i Paesi UE, con una quota del 10,7%
sul totale dell'interscambio India-UE, preceduta da Germania (21,7%), Belgio
(16,55%) e Gran Bretagna (15,7%). Le statistiche del Belgio sono tuttavia
principalmente trainate dal commercio di diamanti e preziosi. Segue la Francia
con una quota dell'8,6%. Con una crescita
del 18,2% rispetto al 2010, l'interscambio Italia-India ha segnato un trend
lievemente superiore alla media UE (17,34%).
Bisogna
essere molto ingenui e non sapere nulla di come funzionano certe cose per
credere che l’iniziativa di trattenere in Italia i due marò sia stata presa in
solitudine dal ministro degli esteri, senza peraltro che ne fosse a conoscenza
il ministro della difesa. Invece una decisione del genere può essere divenuta
operativa solo con l’accordo di tutti i ministeri interessati e con l’autorizzazione
esplicita del presidente del consiglio e il placet del Quirinale. Siamo il
paese che siamo, ma le cose intorno a questa vicenda non possono aver seguito
strade diverse.
siamo alle solite:il governo Monti può vantare tra i suoi gioielli anche l'eccellentissimo Ministro degli Affari Esteri che ha mostrato competenza e senso di responsabilità . per quel che mi riguarda i due Marò (che già il nome mi dà ai nervi)hanno goduto di troppi onori ( tra l'altro a spese nostre che gli abbiamo pagato 2 viaggi in Italia per il Natale e per votare !!! ...e mi chiedo quando mai s'è vista una cosa del genere.... ). data la controversia tra italia e india sarebbe stato molto più saggio e opportuno affidare la questione direttamente ad un organo internazionale tipo l'ONU così avremmo anche evitato la solita figura degli Italiani "inaffidabili e spergiuri " .comunque è chiaro che per salvare gli accordi economici in atto gli darebbero pure la mamma.... ! ciao olympe.
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