martedì 19 marzo 2013

L'ultimo leninista mancato



Scrivevo il 12 dicembre: “Grillo ha ragione. In un partito come il suo non c’è spazio per i rompiscatole. In questo senso il genovese è un leninista coerente”.

Paradossalmente, ora, Bersani gli rimprovera di essere leninista in un’occasione in cui Grillo e il suo Movimento non hanno agito da leninisti. Grillo rimprovera chi ha votato per Grasso di essere caduto nella trappola tesa dai partiti. E invece nella trappola c’è caduto proprio lui stesso. Dopo le prime tre votazioni nelle quali il Movimento si era espresso per i propri candidati, Grillo doveva dire ai suoi – vista l’impossibilità di far eleggere personalità che non fossero espressione degli apparati – di non partecipare in parlamento alle votazioni successive, lasciando così ai vecchi partiti di eleggere i loro candidati che – come si è visto – sono solo dei carrieristi, facce forse meno compromesse della medesima borghesia morente.




Dove sbaglia poi Grillo, avendo candidato il proprio movimento alle elezioni, è nel non cogliere l’occasione per imporre a un nuovo governo, in cambio dei propri voti, alcune scelte decisive in senso riformista. Grillo avrebbe l’occasione, se la sapesse sfruttare, di modificare alcuni assetti istituzionali, di apportare alcuni cambiamenti ai vertici degli apparati, nella gestione economica del sistema bancario e delle partecipazioni statali. Tuttavia dubito che possano lasciargli la possibilità – semmai queste fossero le sue intenzioni – d’incidere effettivamente sul potere di quei clan che sono l’ossatura stessa del potere in questo paese.

Se invece Grillo volesse – come dichiara – imprimere una svolta epocale, un reset sull’attuale sistema, ebbene ha commesso un errore gigantesco: un sistema così può essere cambiato per taluni aspetti, ma non è suscettibile di poter subire una trasformazione radicale per vie pacifiche. Finché si tratta di picconare i partiti dei quali nemmeno la borghesia si fida più, a Grillo vengono concesse autostrade a quattro corsie, ma si tratta di questioni in definitiva assai superficiali e alle quali i padroni del vapore guardano con un certo favore.

Ben presto Grillo dovrà fare i conti con questa contraddizione, che è poi la stessa contraddizione di ogni movimento politico che voglia allo stesso tempo dichiararsi rivoluzionario e aspirare al governo borghese. Il PCI-PDS-DS-PD ne sa qualcosa. E anche Mussolini la stessa contraddizione la risolse nel modo in cui sappiamo, ma egli veniva da una storia e scuola politica diversa, possedeva un intuito e una caratura politica non paragonabili all’ex comico genovese. Pure la situazione storica – per fortuna – era diversa. Almeno finora.

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