Avevo preannunciato, com’era facile prevedere, che ci sarebbe stata grande euforia nel mercato borsistico sentiti gli annunci di grandi salvataggi. Dicevo: entro natale. E invece non s’è aspettato nemmeno che i bagnini si mettessero d’accordo sul tipo di ciambelle da lanciare ai naufraghi che sono iniziati i festeggiamenti.
I vecchi lupi non si fanno sfuggire nessuna occasione, sia essa al ribasso o al rialzo. Il guadagno è assicurato, a pagare è il solito parco buoi di sprovveduti che credono di potersi arricchire con la Borsa, senza considerare che essa è una roulette truccatissima.
Ma non voglio annoiare con simili e ripetute quisquiglie. Per sapere quanto siamo poveri è sufficiente conoscere quanto sono ricchi i più ricchi, quelli che gli esperti dal fluente inglese chiamano high net worth individuals (HNWI), cioè le persone con un alto (altissimo) patrimonio netto, vale a dire che il più pezzente deve avere almeno un milione di dollari. Cercando in Wikipedia ci sono solo dati vecchi, quindi consiglio di vedere qui, dove si può scaricare in Pdf la 15ª edizione del World Wealth Report, il rapporto annuale sulla ricchezza nel mondo, redatto da Merrill Lynch e Capgemini.
I ricchi nel mondo sono aumentati nel 2010, superando i livelli pre-crisi del 2007, in quasi tutte le regioni. Si dirà: se aumentano i ricchi vuol dire che diminuiscono i poveri. Sfortunatamente nella realtà questo rapporto non coincide quasi mai.
I ricchi nel 2010 non sono aumentati solo di numero (dell’8,3% a 10,9 milioni) ma anche in termini di portafoglio, in crescita del 9,7% a 42.700 miliardi di dollari USA. Il loro numero e la loro ricchezza però è aumentata meno che nel ruggente 2009 (rispettivamente al 17,1% e al 18,9%). Se l’aumento della ricchezza della popolazione mondiale nel suo complesso avesse queste stesse performance, la fame e la miseria sparirebbero in poco tempo creando un sacco di problemi ai ricchi veri: dove troverebbero chi lavora quasi gratis per loro?
Oltre ai ricchi ci sono, ovviamente, anche i ricchissimi, come quel giovanotto straccione che ho visto uscire dall’hotel Danieli di Venezia e che risulta essere il figlio di una delle più ricche famiglie di petrolieri degli Usa. Li chiamano gli Ultra-HNWI, con un patrimonio finanziario di oltre 30 milioni di dollari. Ebbene sono aumentati del 10,2% nel 2010 e la loro ricchezza è cresciuta dell’11,5%. Vuol dire che mediamente il più misero di loro ha messo da parte oltre tre milioni di dollari in un anno, dopo aver saldato la suite al Danieli.
La popolazione globale degli HNWI è rimasta altamente concentrata negli Stati Uniti, in Giappone e in Germania che insieme rappresentano il 53,0% degli HNWI di tutto il mondo. Gli Stati Uniti sono ancora il paese con il segmento singolo HNW più grande del mondo con i loro 3,1 milioni di HNWI, pari al 28,6% della popolazione globale degli HNWI.
E l’Italia? Alla fine del 2009 gli HNWI erano 178.800, dato che l’ufficio delle entrate ignora (sono solo 796 sulla base della dichiarazione redditi). Nel 2010, come dimostra il grafico, sono diventati 179.170 170.000.
Cara Olympe
RispondiEliminail grafico 2 in realtà dice che in Italia nel 2010 gli HNWI sono calati del 4,7 percento rispetto all'anno precedente.Tale diminuzione ci ha fatto inopinatamente perdere una posizione nel ranking mondiale dei riccastri.Siamo passati dal 9° al 10° posto superati dall'Australia ( che vergogna!!Perdere da quegli incivili buoni solo ad ammazzare canguri su larga scala)
Siamo comunque ancora un paese straordinario.Siamo riusciti a far calare il numero dei ricconi e nel contempo a far crescere di molto il numero dei poveracci. Magie del Belpaese.
Saluti
Non sono convito di quel che hai scritto. Dal grafico che esponi, mi pare di capire che i ricchi italiani sono scesi, e non aumentati.
RispondiEliminaFammi sapere, se vuoi, se puoi.
marco spiccio
medico & pianista
cavolo, fa piacere sbagliarsi quando si hanno lettori così attenti. bravi e grazie.
RispondiEliminal'errore ha però una sua spiegazione, invece di guardare il grafico ho dato retta ad un vecchio dato di Wikipedia