Buongiorno. Un amico del blog mi scrive: se i nostri btp non li compra la Bce, chi li compra? Ho già chiarito, traducendo l’ideogramma in alfabeto, che non saranno i cinesi, i quali preferiscono le azioni delle società.
Vorrei comunque tranquillizzare: se qualcuno ha qualche soldino in obbligazioni statali a breve o medio termine non corre alcun pericolo. Si sa, poi, che del futuro non c’è certezza. Il rischio sulle obbligazioni statali (come sulle altre) è in relazione alla loro durata. Non per nulla il tasso d’interesse è in riferimento alla scadenza. Cosa succederà da qui a tre anni non lo so di preciso, ma da qui ad un anno o due l’Italia non fallirà di certo. I rendimenti (annualizzati) dei BoT a tre mesi sono allo 0.1% in Germania e all'1.9% in Italia. La differenza c’è ma solo un pazzo parlerebbe di rischio fallimento a breve. Viceversa il btp viene venduto con rendimento decennale a 5,66% contro l’1,78% del bund tedesco, ma anche qui siamo nell’ordine delle cose già viste tante volte.
Oggi i giornali diranno che lo spread è a 380 punti ma non diranno che nel passato il bund veniva comprato contro dollaro Usa mentre il btp se ne stava tranquillo (notato come i rendimenti Usa siano costantemente più alti di quelli tedeschi malgrado tasso Fed e inflazione Usa siano più bassi del tasso Bce e inflazione europea?). Come ho scritto l’altro ieri, da ultimo, la situazione governativa ci fa perdere credibilità ma la finanza internazionale sa che “noi non siamo la Grecia, qui c’è ancora molto da saccheggiare, non solo il Partenone. Ruberanno, ancora una volta, l’argenteria. Quella rimasta”. Perciò c’è ancora tanta roba per assicurare il rimborso delle scadenze a breve e poi l’Italia non ha ancora chiesto aiuti come Irlanda, Grecia e Portogallo. Solo allora cominceranno a staccarci la pelle, quella vera.
Andiamo sul dettaglio: secondo Morgan Stanley, sulla base di dati Bankitalia e della Bis, Bankitalia detiene 68 mld di euro di titoli di stato (4%); istituzioni monetarie finanziarie internazionali (banche) 231 mld (15%); altre istituzioni finanziarie detengono 265 mld (17%), di cui le compagnie assicurative 179 mld (11,3%) e i fondi di investimento 86 mld (5,4%).
Perciò i fondi speculativi, i famigerati hedge fund, detengono solo una minima percentuale del nostro debito, ed è evidente allora che gli attacchi massicci contro i nostri titoli partono soprattutto da altri. Segnalo qui un articolo che spiega bene cosa è successo, per esempio l’altro ieri, sui mercati a seguito di articoli di stampa molto interessati.
Come scriveva perfino Il Fatto del 12 settembre, “la bancarotta italiana a cinque anni resta ancora un evento improbabile”.
Io comunque mi permetto di sconsigliare titoli del debito oltre i due o tre anni.
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