I padroni del mondo ci permettono, attraverso la tecnologia, di vivere nel tempo che si vuole, ma non nel nostro. È paradossale ma è un fatto che la più banale quotidianità e perfino le più grandi e tragiche catastrofi non trovino una dimensione se non come allucinazione collettiva. Ripetiamo quello che ci viene raccontato e vediamo solo quello che ci trasmettono “in diretta” da contesti virtuali senza incontrare mai, se non accidentalmente, la vita reale e il pensiero che non sia quello padronale.
È così che il liberalismo, celebrando le nozze dell’affarismo, è mutato in aperta tirannia. È così che la sinistra, sostenendosi con il bastone dell’ideologia padronale, è diventata l’orizzonte spento della politica. Un po’ per volta, padroni ed ex stalinisti, approfittando della nostra cecità mentale, hanno potuto ridurre a una sola la somma delle loro bugie: Il libero mercato è il peggiore fra tutti i sistemi fatta eccezione per tutti gli altri.
Sono vent’anni che questa entità, il mercato, sinonimo di capitale, è brandita ogni giorno per condizionarci e impaurirci. Allo stesso modo sono dieci anni che ci terrorizzano con l’uomo più ricercato del mondo, il quale, prima di essere assassinato, viveva come un’apparente innocuo pensionato in un caseggiato con mogli e figli, andando al mercato ad acquistare pistacchi. Ed è in nome e per conto della democrazia che se sei un disperato puoi rivolgerti alla Caritas, ma non possiamo far mancare nulla ai “nostri” generali in missione di pace.
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