venerdì 16 settembre 2011

Bisogna che tutto cambi ...



Vi ricordate chi si astenne in blocco in fase di voto di un disegno di legge affossando così la legge di riforma proposta dall'Idv che prevedeva di abolire le province? Non due secoli or sono, ma nel luglio scorso la Camera ha respinto innanzitutto il mantenimento del primo articolo del testo, quello che cancellava le parole «le province» dal Titolo V della Costituzione (225 i voti contrari, 83 quelli a favore, 240 gli astenuti) e poi è stata bocciata l'intera proposta di legge dell'Idv.

Veniamo all’oggi. In commissione affari costituzionali del senato si sta brigando da parecchie sedute alla riforma del numero dei parlamentari, che è una delle richieste anti-casta che vengono da fasce sempre più ampie di elettorato convinto che questo sia uno dei problemi fondamentali e della crisi politica e anche un po’ del debito pubblico. L'aspetto politicamente rilevante è che il presidente della commissione (il senatore Carlo Vizzini, del PDL) in aperto contrasto con la sua maggioranza, ha deciso di calendarizzare questa specie di rivoluzione della politica, mettendo all'ordine del giorno appunto i progetti di taglio del numero dei parlamentari. E chi è che si è intromesso?

Gli ex democristiani e gli ex stalinisti del Pd hanno presentato una mozione che molto presto verrà calendarizzata, nella quale si chiede la costituzione di una commissione speciale monocamerale per le riforme (un'altra commissione!), cioè quelle sulla diminuzione del numero dei parlamentari, l'abolizione delle province, il pareggio di bilancio in Costituzione, ecc. cc.. Qui il documento integrale.

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