mercoledì 28 settembre 2011

Un uomo senza idee e privo di autorità morale


Barack Hussein Obama è premio Nobel per la pace, lo stesso uomo che ha fornito pieno appoggio alle oltre 20mila incursioni aeree sulla Libia, all’invasione della stessa, ed è responsabile della morte, assieme ai suoi degni compari europei, di decine di migliaia di persone. È a capo, almeno formalmente, di una potenza imperialista che ha basi militari in tutte le parti del mondo, possiede centinaia di satelliti spia, è il maggior esportatore di armi e investe più di un mille miliardi di dollari annuali in spese militari.

Eppure quest’uomo di paglia ha il coraggio di affermare, in un suo discorso all’Onu, che “Quest’anno è stato un momento di grandi trasformazioni, più nazioni hanno fatto passi avanti per mantenere la pace e la sicurezza e più individui stanno reclamando il loro diritto a vivere in pace e in libertà”.

Questo burattino di Wall Street che ha dato l’assalto alle riserve petrolifere del Sud Sudan, della Costa d’Avorio e della Libia, ha la faccia tosta di dire che “Un giorno dopo l’altro, di fronte alle pallottole e alle armi, il popolo della Libia non ha rinunciato alla sua libertà e quando sono stati minacciati con questa atrocità che abbiamo visto spesso negli ultimi secoli, la ONU ha rispettato la sua Carta e il Consiglio di Sicurezza ha autorizzato le misure necessarie per evitare un massacro in Libia”.
“Gli Stati Uniti continueranno ad appoggiare le nazioni che vanno verso la democrazia, con un maggior commercio e con investimenti, perché la libertà sia seguita dall’opportunità. Continueremo con il nostro impegno con i governi, ma anche con la società civile, gli studenti, gli uomini d’affari, i partiti politici, la stampa e i media”.

Commercio e investimenti? Parliamo degli stessi Stati Uniti che attraverso le loro banche controllano il racket finanziario mondiale, che sono il primo paese consumatore di droghe e i primi produttori di marijuana nel mondo? Libertà? Chi ha promosso i colpi militari e i genocidi in Cile, Argentina, Uruguay e in altri paesi, che costarono decine di migliaia di morti e di scomparsi? Chi appoggia Israele e vieta qualsiasi risoluzione a favore del riconoscimento della Palestina come Stato indipendente e membro delle Nazioni Unite?

Non deve stupire che un individuo orfano d’idee e carente di autorità morale e di senso come Obama possa trattare questi temi con tali parole, visto come ha gestito la vicenda dell’esecuzione di Bin Laden, vecchio alleato Usa, giustiziato con uno sparo al viso davanti alla moglie e ai figli, e lanciato in mare da una portaerei, ignorando i principi giuridici  più elementari stabiliti  da tutti i sistemi penali. Tali metodi sono quelli dei gangster.

E ancora: Le azioni in materia di cambio climatico: dobbiamo utilizzare le risorse scarse e continuare il lavoro di costruire in base a quello che si è fatto a Copenaghen e a Cancún, per far sì che le grandi economie continuino con il loro impegno. Insieme dobbiamo lavorare per trasformare l’energia, che è il motore delle economie, e appoggiare gli altri che avanzano nelle loro economie”.

Vuoto fanfarone, tutto il mondo sa che gli Stati Uniti non hanno firmato il protocollo di Kioto e hanno sabotato tutti gli sforzi per preservare l’umanità dalle terribili conseguenze del cambio climatico, pur essendo il paese che consuma una parte considerevole e sproporzionata di combustibili e di risorse mondiali.

Di tutt’altro tenore le parole pronunciate nello stesso consesso da Evo Morales Ayma, presidente della Bolivia:

[…] c’è una chiara differenza sulla cultura della vita di fronte alla cultura della morte; c’è una chiara differenza su una verità di fronte a una falsità; una profonda differenza tra la pace e la guerra”.
[…] sento che sarà difficile comprenderci nel campo delle politiche economiche che il capitale concentra in poche mani. I dati dimostrano che l’1% della popolazione nel mondo concentra il 50% delle ricchezze.  Se esiste questa profonda differenza, come si potrà risolvere la povertà? E se non elimina la miseria, come si potrà garantire una pace duratura? […] A che servono queste Nazioni Unite, se qui un gruppo di paesi decide interventi e massacri?”

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