mercoledì 14 settembre 2011

Il tasso di povertà negli Usa



Il tasso di povertà negli Usa è al 15,1 per cento nel 2010, il livello più alto dal 1993, secondo un rapporto del Census Bureau (il Report in pdf si può scaricare qui). Nel 2007, il tasso di povertà era del 12,5 per cento. In soli tre anni è dunque aumentato di 2,6 punti percentuali, il più alto numero di poveri da quando esiste questo tipo di statistica, cioè 52 anni (*)! Il bilancio delle famiglie ha continuato a ridursi drasticamente a causa della peggiore crisi occupazionale dai tempi della Grande Depressione del 1930, ed è in aumento anche il numero di persone senza assicurazione sanitaria, stimato in 49,9 milioni nel 2010, con un incremento di quasi un milione rispetto al 2009.

Il rapporto del Bureau documenta il declino del tenore di vita di milioni di persone, un atto d’accusa devastante per le politiche dell'amministrazione Obama e l'intero establishment politico. La percentuale del tasso di povertà è aumentata di quasi un intero punto, dal 14,3 per cento del 2009. Lo scorso anno erano 46.2 milioni le persone che vivevano in povertà (**), con un livello assurdamente basso, non solo per gli Usa, di circa 22mila dollari all'anno per una famiglia di quattro persone e 11mila per un singolo.

La percentuale della popolazione sotto i 18 anni che vive in povertà è aumentata dal 20,7 per cento a 22,0 per cento (***). Un totale di 16,4 milioni di bambini e adolescenti vivono in povertà, pari alla popolazione di New York City, Los Angeles, Chicago e Houston insieme. Il numero totale delle persone in povertà è equivalente alla popolazione complessiva delle 50 maggiori città degli Stati Uniti.

Il numero di persone che guadagnano meno di due volte il tasso di povertà (circa 44mila dollari per una famiglia di quattro persone) si attesta nel 2010 a 103 milioni, circa 34 per cento della popolazione. Continua anche la diminuzione media del reddito delle famiglie dei salariati, con 49,445 dollari, in calo del 2,3 per cento rispetto al 2009. Per i salariati maschi che lavorano a tempo pieno il reddito reale medio è circa lo stesso del 1973.

Tuttavia queste medie mascherano disuguaglianze molto marcate, con un venti per cento delle famiglie americane che sopravvivono con un reddito al massimo di 20mila dollari a causa della disoccupazione di massa (25 milioni). Il livello di disoccupazione di lunga durata è al massimo storico. Inoltre il reddito, come evidenzia il rapporto, varia a seconda delle “razze”. Il tasso di povertà per gli afro-americani è aumentato a un ritmo particolarmente rapido in un solo anno, dal 25,8 per cento nel 2009 al 27,4 nel 2010.

Quindi bisogna anche tener conto dei diversi livelli di povertà, infatti ci sono milioni di persone che vivono in quella che è conosciuta come la povertà profonda, con un reddito inferiore al 50 per cento della media del tasso di povertà (cioè con meno di 11mila dollari per una famiglia di quattro persone). Il tasso di povertà profonda è passato dal 6,3 per cento del 2009 al 6,7 per cento nel 2010, con un incremento di 1,5 milioni per un totale di 20,5 milioni di persone.

L'aumento della povertà è un prodotto del declino del capitalismo americano combinato con la feroce guerra di classe in atto da parte della aristocrazia monopolistica e finanziaria, cioè con una deliberata politica di trasferimento di migliaia di miliardi di dollari alle banche e con il mantenimento del taglio delle tasse per i ricchi.

Nonostante l’evidenza della depressione economica mondiale, la risposta delle classi dirigenti è quella di spingere per l'austerità di massa con tagli alla spesa sociale sempre più massicci. Del resto l'attuazione di misure economiche alternative e di sostegno della domanda è impossibile al di fuori di un attacco diretto contro gli interessi dei ricchi e comunque senza una risposta da parte delle classi sfruttate e ridotte in povertà.

(*) The official poverty rate in 2010 was 15.1 percent—up from 14.3 percent in 2009. This was the third consecutive annual increase in the poverty rate. Since 2007, the poverty rate has increased by 2.6 percentage points, from 12.5 per­cent to 15.1 percent. The number of people in poverty in 2010 (46.2 million) is the largest number in the 52 years for which poverty estimates have been pub­lished.

(**) In 2010, 46.2 million people were in poverty, up from 43.6 million in 2009—the fourth consecutive annual increase in the number of people in poverty.

(***) Between 2009 and 2010, the poverty rate increased for children under age 18 (from 20.7 percent to 22.0 percent) and people aged 18.

2 commenti:

  1. un'osservazione:
    pare proprio che i porci della BCE ci prestino soldi con l'intento di renderci sempre più dipendenti dal debito e portare a temine così la loro strategia di sfruttamento sistematico del ricco sul povero. OK, ci stò,tutto cristallino.
    Mettiamo ( ed è solo un caso di scuola)che ora smettano di comprare i nostri btp. Quando scadono a chi li rivendiamo? in queste condizioni chi se li piglia? Invogliamo qualcuno con un bel 10 percento?
    Se ci chiedessero " vuoi morire oggi o dopodomani?" penso risponderemmo tutti dopodomani.
    cordialmente

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  2. Questi dati sono talmente inquietanti (ma non arrivano certo in maniera inattesa o sbalorditiva) da chiedersi come sia possibile che questo incantesimo chiamato capitalismo liberista sia stato accettato da milioni (forse è meglio dire miliardi) di individui senza battere ciglio.
    Ci sveglieremo mai?

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