Di cosa volete che scriva, dato che non si sa più cosa pensare di una situazione in cui al mattino conti quanti mesi ti mancano alla pensione e poi alla sera il Tg ti dice che non è vero, che in realtà s’è deciso di farti fare quatto o cinque anni di lavoro in più e gratis. Personalmente non è il mio caso, ma è quello di migliaia di persone, non tutti figli di papà per il semplice fatto di aver fatto un corso regolare di studi. Poi il mattino dopo leggi che s’è scherzato, che una manica d’imbecilli (come definirli diversamente?) non ha tenuto conto di fatti elementari.
Queste vicende inesauste, i continui dietro-front, gli stop and go, denunciano al paese intero, al di là di divisioni politiche e di classe, tutte le contraddizioni di un governo di affaristi e ruffiani, così come l’inconsistenza di un’opposizione parlamentare nei fatti allineata alla stessa politica economica dei grandi interessi, nostrani e soprattutto europei, che giudica Berlusconi per quel nulla che egli è ma non vuole andare fino in fondo (sostenuta in questo dal Quirinale), poiché si tratta di una casta nel suo insieme solidale e costituita da grassatori della fiducia altrui (e al cui interno agiscono indisturbati molti ladri e farabutti in proprio) e che dalla confusione e dal disordine divenuti sistema trae indubbi vantaggi pur dividendosi formalmente in fazioni nominalmente diverse.
Non ci viene risparmiato nulla di questo scandalo alla luce del sole, di questa volontà comune di far pagare la crisi economica ai soliti noti e soprattutto alle classi sociali più deboli e indifese. Una crisi appesantita anche per creare divisioni interne (per esempio nel sindacato, tra anziani e giovani, tra compagni di lavoro) e situazioni di bisogno dove sguazzano in molti, non ultimo il clero (il richiamo di Bersani all’opera della Caritas, a proposito dell’esenzione Ici sugli immobili ecclesiastici, ne è solo un esempio). Tuttavia non bisogna farsi illusioni, questa classe politica villana e fellona, non si esaurirà con il ciclo berlusconiano, durerà ancora a lungo e saprà dimostrare ogni giorno di più la sua inutilità, il suo radicamento in un sistema economico di rapina, che nella filiera del potere, soprattutto locale, premia il furbo, l’idiota scaltro, l’impunità, il privilegio ostentato. Non se ne verrà a capo se non si rimetterà in discussione tutto, a cominciare dai rapporti sociali.
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