Quattro
o cinque segretari o padroni dei partiti e una ventina di capi bastone delle
varie correnti scelgono i candidati al parlamento. Al così detto “popolo
sovrano” non resta che ratificare, secondo dove tira il vento in quel momento,
questa caricatura della democrazia.
Gli
stessi quattro o cinque segretari o padroni dei partiti e una ventina di capi
bastone delle varie correnti si mettono più o meno d’accordo per eleggere il
presidente della repubblica.
Il
quale, in generale, sceglie il presidente del consiglio dei ministri tra due o
tre segretari o padroni dei partiti che hanno determinato in modo decisivo la
sua elezione e sono riusciti ad avere una maggioranza molto relativa alle
elezioni. A sua volta il leader o padrone della coalizione che è riuscita ad
avere una maggioranza molto relativa alle elezioni, grazie a un premio di
maggioranza scandaloso, sceglie i ministri tra una ventina di capi e sottocapi delle
varie correnti della coalizione che ha ottenuto in tal modo la maggioranza.
I grand commis di Stato sono scelti dagli
stessi di cui sopra tra la solita élite responsabile del disastro economico,
dell’impasse e della svendita del paese, della corruzione e malversazione di
ogni tipo, di modo che nelle aziende e società di Stato, delle partecipate, ai vertici
delle fondazioni bancarie, e in tutti gli altri posti del potere politico,
economico, militare-poliziesco e amministrativo, a comandare e decidere siano a
tutti gli effetti membri fidati e sicuri che rappresentano gli interessi delle
varie frazioni della borghesia.
Questo
modo di scegliere e designare il personale politico e dirigenziale attraverso
procedimenti del tutto privati e sottratti a ogni controllo istituzionale, crea
una classe inguaribilmente parassitaria e autoreferenziale. La laboriosa e produttiva
piccola e media imprenditorialità privata, sulla quale si abbatte il dominio
cupido e sfrenato di questa casta insaziabile che sottrae risorse a funzioni e
scopi produttivi, vede aggravarsi la crisi economica e rallentato qualsiasi processo di
riforma sistemica.
L’imprenditoria
privata medio-piccola tutto ciò l’ha ben capito, almeno la sua parte più
accorta e intelligente, perciò ha accolto con favore l’entrata del Movimento di
Grillo. Non sono mancate peraltro anche alcune adesioni di cani sciolti della grande
borghesia industriale e finanziaria. Il Movimento però non ha dimostrato di
avere alcuna competenza necessaria per smuovere effettivamente qualcosa in
direzione degli interessi “generali” del paese, e si ritrova come leader un personaggio
politicamente modesto (per sua stessa franca ammissione) che ha fatto del
rifiuto di ogni collaborazione con il partito di maggioranza relativa, atteggiamento
giusto solo in linea di principio, la sua strategia e non solo la sua tattica.
Pertanto,
è quanto mai probabile, nel maturare dei processi di crisi e di sfaldamento
della struttura produttiva italiana, che le varie frazioni della borghesia si
mettano d’accordo e puntino a realizzare le condizioni per un’altra via
d’uscita. Quale magistrale opzione uscirà dal cilindro della storia non è dato ancora intravvedere, ma è, come
solito, solo questione di tempo.
grande delusione , grande illusione , grande incoerenza e falsità .grande tristezza . adesso si leveranno un coro di -io lo sapevo -. una cosa è certa ; quando torneremo a votare rivincerà il nano malefico.
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