Difficile
fare pronostici con un così alto numero di variabili. Un dato è però certo: la
situazione economica non migliorerà. Le entrate fiscali diminuiranno (altro che
riduzione delle tasse), ci saranno gravi problemi per far fronte alle spese
correnti (altro che abolizione dell’irap), non solo per pagare la cassa
integrazione ordinaria ma soprattutto quella in deroga, i consumi interni
continueranno a crollare e le aziende a chiudere.
Ciò
è causa (fatta astrazione da considerazioni più generali e che riguardano la
fase capitalistica a livello mondiale) da un lato dell’offensiva generale della
borghesia imperialista e del suo piano demenziale di “risanamento”, e, all’altro, dalla volontà
da parte della borghesia nazionale di far pagare il conto del “risanamento” e della crisi
ai salariati, ai padroncini, ai colletti bianchi.
Chi
punta sul fatto che questo sistema possa “riformarsi”, non comprende la reale
natura di questo sistema. L’unanimismo dell’universo politico quando si tratta
di metterlo in culo ai soliti noti, è provato palesemente nel momento in cui si
ricompatta attorno alle “emergenze” (governo Monti), all’elezione del
presidente della repubblica e nella formazione del governo Letta-Berlusconi.
In
questo quadro, il movimento di Grillo, per certi aspetti, ha rappresentato una
novità e un momento di rottura. Non è vero che la borghesia e i partiti l’abbiano sottovalutato. Essi hanno visto subito che non si trattava di un movimento di
classe ben definito, organizzato e capace di sviluppare un’effettiva lotta
politica contro il sistema, di rappresentare insomma un pericolo. Hanno capito
fin da subito che si trattava di un movimento di mera e confusa protesta, una
valvola di sfogo sociale come lo sono stati altri movimenti di questi anni in
altri paesi.
Il
fatto che il movimento di Grillo abbia ottenuto percentuali di consenso
elettorale sopra le attese, oltre a rilevare la gravità del disagio sociale, ha
creato indubbiamente dei problemi all’establishment, che però infine sono stati
superati dopo aver messo in chiaro presso l’opinione pubblica che il movimento 5
Stelle non è capace di costruire alcuna proposta politica seria per la sua palese schizofrenia non meno che per la sua nullità d’iniziativa politica
concreta.
Il
Pd non si spaccherà, è destinato a vivacchiare. E se si dovesse dividere,
troverà il modo di coagulare nelle sue nuove forme di rappresentanza le diverse
anime sociali e soprattutto elettorali. Non è la fantasia che manca a questi
signori.
Dal
canto suo, Berlusconi potrà sempre sfilarsi al momento opportuno da questo
governo in procinto di nascere, come già accaduto con Monti. Del resto a lui
interessano determinati risultati di natura pratica, non altri e più generali.
Quanto
alla riforma elettorale, posto che si faccia, non risolverà un bel nulla.
Dunque,
molto dipenderà dalla rapidità con cui evolve la crisi-ristrutturazione a
rendere la situazione sociale sempre più esplosiva, a far aumentare l’odio, ma
non tanto da destare vere preoccupazioni nel palazzo. Al massimo potrà esserci qualche
disordine di piazza, sicuramente altri suicidi e quisquilie di tal genere, men
che meno azioni di altro tipo. Del resto, una forza politica che si proponesse
di organizzare interi strati sociali sul terreno rivoluzionario, non sarebbe considerata
dalle masse nemmeno plausibile dato il mutamento antropologico subito dalla
società negli ultimi decenni. In questi anni il sistema ha lavorato bene,
almeno su questo fronte.
In questi anni il sistema ha lavorato bene, almeno su questo fronte.
RispondiEliminaesatto, purtroppo.
ws
Salve Olympe.
RispondiEliminaPotresti spiegarmi quale sarebbe "l'offensiva generale della borghesia imperialista" e in cosa consisterebbe il "suo piano demenziale di “risanamento”?
Saluti con gratitudine da ...F.G
per restare sulle generali, vedi questo:
Eliminahttp://temi.repubblica.it/micromega-online/la-nuova-lotta-di-classe-dei-ricchi-contro-i-poveri-intervista-a-luciano-gallino/
ciao