Fin quando i disperati s’impiccano per i cazzi loro,
se ne fregano. Quando invece si comincia a sparare in Piazza Montecitorio,
allora gridano al lupo e si scagliano contro quelli che li chiamano con gli
epiteti che meritano. Questi ineffabili personaggi che vivono di “omissioni e di guasti, di chiusure e d’irresponsabilità”, accusano
altri di fomentare la violenza e non ravvedono invece nelle “contrapposizioni,
lentezze, esitazioni” proprie, nonché nei loro “calcoli di convenienza,
tatticismi e strumentalismi”, le radici del disagio sociale e dell’insofferenza
di tanta parte del paese, quindi le cause di certi gesti privati e anche
pubblici.
Questa casta politica che ha “facilmente ignorato o svalutato
quel tanto di correttivo e innovativo che si riusciva a fare nel senso della
riduzione dei costi della politica, della trasparenza e della moralità nella
vita pubblica”, quali reazioni può aspettarsi dalla società? Come possono tali
ipocriti non considerare plausibile che infine tra i tanti disperati non ve ne
sia anche qualcuno tentato da gesti estremi e clamorosi come quello di ieri?
Bisognerebbe invece stupirsi del contrario laddove ciò non succedesse.
Questa “autoindulgenza” da parte “non dico solo dei
corresponsabili del diffondersi della corruzione nelle diverse sfere della
politica e dell'amministrazione, ma [anche dei] responsabili di tanti nulla di
fatto nel campo delle riforme, è davvero sconcertante”.
E vieppiù resta “imperdonabile”, per andare sulle generali, “la
mancata riforma della legge elettorale del 2005”. Tanto è vero che “Ancora
pochi giorni fa, il Presidente Gallo ha dovuto ricordare come sia rimasta
ignorata la raccomandazione della Corte Costituzionale a rivedere in
particolare la norma relativa all'attribuzione di un premio di maggioranza
senza che sia raggiunta una soglia minima di voti o di seggi”.
E per dirne un’altra, “Non meno imperdonabile resta il nulla
di fatto in materia di sia pur limitate e mirate riforme della seconda parte
della Costituzione, faticosamente concordate e poi affossate, e peraltro mai
giunte a infrangere il tabù del bicameralismo paritario”.
E “molto si potrebbe aggiungere” ancora, “ma mi fermo qui”,
perché “tutti i possibili sforzi di persuasione”, sono “vanificati dalla
sordità di forze politiche” divise in fazioni ma unite nel predare il bottino
infischiandosene del tanto peggio.
PS: chiaro che i passi virgolettati e in grassetto sono tratti da un recente discorso di chi quelle forze politiche sorde e irresponsabili conosce assai
bene da lunga pezza.
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