Anche la Germania ebbe un’Accademia della crusca, si
chiamava Società dei Carpofori, una congrega culturale e letteraria nata nel
XVII secolo su impulso di numerosi aristocratici di prima fascia. Ne fecero
parte anche alcuni membri della famiglia Veltheim. Perciò i baroni von Veltheim
esistettero realmente, ma non è tra questi il presunto barone von Veltheim che uccise nel 1898, a Johannesburg,
Wolf Joel, figlio di Salomone Joel
detto Solly, attivo nelle miniere d’oro, il quale Salomone era nipote ed erede di
Barnaby Barnato, alias Barnett
Isaacs (*), magnate dei diamanti, parlamentare, morto un anno prima
misteriosamente, si dice per suicidio, all’età di 46 anni.
Le miniere Barnato erano in concorrenza con quelle di Cecil Rhodes, il quale pagò ai fratelli Barnato una cifra considerevole, pari a oltre due miliardi di euro attuali, per avere il monopolio dei diamanti. Tale operazione di fusione è stata fondamentale per il futuro della De Beers (c’entrano anche gli immancabili Rothschild), compagnia fondata per l’appunto da Rhodes, ex venditore di pompe idrauliche ai minatori. Nel 1889, Rhodes era riuscito, questione centrale questa, a trovare un accordo con il Sindacato dei diamanti con sede a Londra, il quale accettava di acquistare un quota fissa di diamanti annua a un prezzo concordato. Questo accordo regolava in tal modo la quantità di diamanti immessa sul mercato e il loro prezzo. Ciò è utile tra l’altro nei momenti di crisi, poiché basta ridurre le immissioni di pietre per tenere costante il prezzo. Si chiama monopolio. Il rischio è la scoperta di nuovi giacimenti da parte di altri proprietari, come s’è visto in un post precedente.
Quando Rhodes morì nel 1902, la De Beers controllava il 90% della produzione mondiale di
diamanti. Ma le cose non filarono sempre lisce, poiché proprio alla morte
di Rhodes fu scoperta da un ex muratore la miniera Cullinan (da cui il nome del
più grande diamante conosciuto e poi dell’omonima città) e il suo proprietario
si rifiutò di aderire al cartello De
Beers, vendendo a due altri operatori rappresentanti della Dunkelsbuhler & Company in Sud
Africa, Bernhard ed Ernest
Oppenheimer, tedeschi di origini
ebraiche. Quest’ultimo, Ernest, nel 1927, assunse la
presidenza della De Beers, e fondò
poi l’Anglo American Corporatin del
Sud Africa, una multinazionale che è il più grande produttore mondiale di
platino, con circa il 40%, e un importante produttore di diamanti, rame,
nichel, minerale di ferro e carbone metallurgico e termico. Negli ultimi anni
sono intervenuti alcuni cambiamenti per quanto riguarda le quote azionarie
detenute della famiglia Oppenheimer.
Dunque, Wolf Joel, fu ucciso dal barone Ludwig von Veltheim,
ossia da
Karl Frederic Moritz Kurtze (1864-1954), che contrariamente al suo nome era
alto più di un metro e ottanta, nato ad Hahausen, nella Selva Ercinia (un tempo
molto estesa e dove fu sconfitto Varo). Gli avi paterni erano boscaioli e
cacciatori e sua madre figlia di un pastore protestante. I genitori morirono
presto e la parentela non si curò del loro figlio che finì in orfanatrofio.
Giornate di
squallore che egli passa sognando una vita avventurosa come quella del nonno,
che aveva preso parte alla conquista del Canada da parte degli inglesi e il sui
diario di guerra costituiva per il nipote una lettura molto interessante ed
emozionante. Divenne mozzo su una nave tedesca, poi sui piroscafi inglesi e
americani. Lavora come spaccalegna in una fattoria finché parte per la pesca
delle perle nelle isole del Pacifico. Poi si reca a Londra, gli amici lo
introducono al Travellers Club, dove conosce Stanley, Kipling e altri illustri
suoi contemporanei.
Queste e
molte altre avventure sono descritte nella sua biografia (Fahrten und Frauen, Paul Wiegler ed., Berlino 1934) pubblicata 10
anni dopo la sua morte con la prefazione del poeta e scrittore Hanns Heinz Ewers
e la postfazione del giornalista Walther Kiaulehn.
Truffatore,
ricattatore, ladro, bigamo e disertore, nel
1886 si trasferì a Perth in Australia, assumendo da quel momento il nome von Veltheim. Kurtze – si dice – l’adottò da un
ufficiale tedesco che aveva conosciuto quando prestava servizio militare in
Germania. Kurtze fu accusato di avergli rubato l’orologio d’oro con lo stemma
di famiglia. Rientra presto in Europa, in Inghilterra, per poi ripartire quasi
subito per il Sud Africa. Nel luglio del 1897 entra a far parte della polizia
della Città del Capo, a Kimberley. Combatte gli inglesi nella guerra boera, aiuta
Tjark Krüger, figlio del presidente Paul, a far sparire un carico d’oro prima
che cada in mano degli inglesi. Nella sua autobiografia non svela i
particolari: “Tuttavia – scrive – è una realtà storica che alla presa di
Johannesburg e Pretoria gl’inglesi trovarono soltanto casseforti vuote, che il
famoso tesoro di guerra dei boeri non è stato trovato”.
Kurtze avrebbe
ucciso Wolf Joel per non
essere stato adeguatamente compensato per aver fatto parte di un complotto che
mirava a rapire il capo dei boeri Paul Ktugher e presidente del Transvaal. Fu
assolto dall’omicidio da un tribunale boero, ma poi condannato a 20 anni da un
tribunale inglese per una successiva accusa di estorsione.
(*) La madre di Salomone Joel, Catherine, nata Isaacs,
era sorella di Barnett Isaac più tardi noto come Barnaby Barnato. I Joel furono
una famiglia di rendlords conosciuta anche come proprietaria di famosi
purosangue vincitori dei più prestigiosi premi ippici in Sud Africa e in
Europa.
Grillo è evidentemente prezzolato da Berlusconi, ma voglio concedergli la possibilità che sia inconscio del suo compito.
RispondiEliminaprima ha sottratto voti a rivoluzione civile e SEL e PD che ha ottenuto il premio per un pelo.
Poi ha messo in ridicolo quel sempliciotto di Bersani distruggendolo per sempre, poi come una verginella ha fatto balenare un possibile accordo ma all'offerta di Prodi ha risposto come un bambino capriccioso, il pallone è mio e se volete giocare decido io le squadre.
Infina ha congelato nel loro ruolo di impotenza 160 poveracci che adesso vanno in giro a sbraitare su come sono cattivi tutti gli altri.
Illusi, ingenui, scellerati, avevate in mano il pallino e lo avete buttato via. La storia vi condannerà per la più grande occasione politica degli ultimi cento anni buttata nel cesso.
E intanto grillo e berlusconi ridono.
interessantissimo ... Occorre sempre seguire il danaro per capire i fatti .
RispondiEliminae queste non sono storie facili da reperire. Complimenti
vedo che l'intelligenza, seppur rara, non è sparita da questo pianeta. hai colto il senso di questi post, ma non dirlo in giro, ti prenderebbero per stravagante.
Eliminase pensi di commentare ancora, per favore, scegli un nick. grazie