Ho calcolato la media dell’età dei ministri che
contano, cioè quelli con portafoglio, compreso il presidente e il vice; ebbene
siamo al di sopra dei 56 anni. Definirlo un governo di giovani è possibile solo
in un paese di vecchi. Una delle più giovani è la ministra Carrozza, quella
dell’istruzione, la quale sostiene che nel suo ateneo, non avendo potuto
assumere insegnanti, ha però “reclutato
molti ricercatori”, ossia dei precari, a vita quando va bene. È il nuovo che
avanza, e dopo tre giorni puzzerà. O come quell’altro ministro, senza
portafoglio, che dice che senza sviluppare il Meridione … ecc.. Evidentemente
pensa di rivolgersi a san Gennaro.
* * *
Questa volta
però la crisi è ancora più grave perché non è soltanto il nostro paese ad
esser malato, è malata l'Europa, è malato il Giappone, sono malati gli Stati
Uniti d'America, è malata l'Africa e il Vicino Oriente. Insomma è malato il
mondo.
Che cosa dedurre da questa considerazione? Posto che
sappiamo chi è il malato, per predisporre la cura sarà ben necessario sapere di
che malattia si tratta, qual è il morbo.
Ma spesso ce lo
dimentichiamo ed è un errore perché ci toglie la prospettiva, ci fa scambiare
gli effetti per cause e prescrive le terapie che sono soltanto
"placebo" e non medicine efficaci.
Eccolo,
come i troppi magliari in camice bianco, anche Scalfari predica bene, vuole
prescrivere la terapia giusta ma non vuole chiamare la malattia col suo vero
nome. In tal modo la vuole esorcizzare.
La malattia
cominciò nel 2008 con la crisi del mercato immobiliare americano che culminò
col fallimento della Lehman Brothers. Poi, nei mesi e negli anni successivi, si
allargò all'Europa, coinvolse in varia misura il resto del mondo e infine
diventò, in Europa, recessione e crisi sociale. Durerà fino all'anno prossimo e
questo è lo stato dei fatti.
Eccolo qui
il luminare, descrive i sintomi della patologia, ne stima anche il decorso, ma
non sa dire di che malattia si tratti, e perciò dice che cominciò nel 2008 quando gli effetti si resero palesi
col fallimento della solita banca, ieri la Lehman, ieri l’altro il fallimento della banca Danat e della Dresdner Bank, unitamente a quello
dell’austriaco Kredit Anstalt che destabilizzano l’intera Europa centrale e ci
regalarono la crisetta degli anni Trenta. Ma le crisi finanziarie sono solo
l’epifenomeno delle crisi.
E tuttavia,
Scalfari non può e non vuole dire di cosa esattamente si tratti. Altrimenti il
paziente capisce che la cura è sbagliata e lui, il luminare, un ciarlatano che
ciula nel manico.
La politica ha
ceduto al passo all'economia e deve riprendere la sua supremazia e puntare
sull'espansione.
Dunque la
causa sta nella politica, nell’eccessivo ruolo lasciato all’economia? E di che
tipo di economia si tratta, perché non funziona quando invece per trent’anni ci
avete rotto le scatole e anche qualcos’altro con la faccenda che bastava
privatizzare, liberalizzare, abolire barriere, eccetera?
Lo sostengono in
molti [che la politica ha ceduto al
passo all'economia] e Krugman lo
teorizza, ma gli sfugge un elemento fondamentale: nel mondo globale la
ricchezza tende a ridistribuirsi tra i paesi che emergono dalla povertà e gli
altri che riposano passivamente su un'antica opulenza.
Quella che Scalfari
chiama ricchezza è capitale, il quale punta a valorizzarsi là dove la
forza-lavoro costa di meno. Ad aver permesso e favorito queste cose è stata
proprio la politica, la quale è sempre stata al servizio delle forze del
capitalismo. Non è un fatto casuale, il capriccio di una politica cattiva, ma
una necessità storica del capitalismo nella sua fase imperialistica. E fino a
qua ci arriva anche Scalfari che dalle parti del marxismo ha pure orecchiato
qualcosa:
Questo movimento
ha una forza e una ineluttabilità che non possono essere arginate; possono
essere tutt'al più contenute entro limiti sopportabili attraverso un confronto
tra le potenze continentali.
[ …] Probabilmente
la causa dell'errore sta nel fatto che l'analisi della situazione e la terapia
capace di guarirne la malattia sono soverchiate dagli interessi, dalle
ambizioni, dalle vanità delle lobbies e degli individui.
Eccola qui la visione strategica dell’equilibrista
Scalfari, il quale stabilisce che non possiamo far niente contro le forze
cieche dell’economia, le quali agiscono con la forza delle leggi di natura.
Bravo, e noi siamo colonie di topi in balia di tali leggi. Non possiamo far
nulla contro le leggi del profitto e il ciclo di accumulazione capitalistico.
Il nostro è dunque un destino ineluttabile e ci vuole rassegnazione.
Gli esseri umani, come gli altri animali, dovranno
dunque riprodurre la loro vita sulla base esclusiva delle leggi di natura,
ossia di leggi sociali che funzionano come leggi di natura, senza potersi
opporre, senza poter determinare altrimenti il loro destino, come se l’attività
dell’uomo fosse determinata esclusivamente dall’ambiente.
Noi uomini dunque non possiamo produrre, regolare e
controllare il nostro ricambio organico con la natura, non possiamo
contrapporre noi stessi quale una fra le potenze della natura, assoggettare il
gioco delle forze della natura al nostro potere. Lo possiamo fare – secondo
Scalfari e quelli che la pensano come lui – nell’ambito scientifico e in altre
cose, ma non nell’ambito della produzione della nostra vita, cioè nella sfera dell’economia.
È lo stesso fatalismo del quale era fatta convinta la forza-lavoro che
costruiva le antiche piramidi, così come oggi è fatta convinta dall’ideologia
borghese la forza-lavoro che costruisce i moderni grattacieli.
La malattia, Scalfari lo sa bene, è il modo di produzione
capitalistico, la sua anarchia; la “ricchezza” non è altro che il profitto di
cui questo sistema si nutre per sopravvivere; le crisi la manifestazione della contraddizione
principale di questo sistema produttivo; le ambizioni, le vanità, e gli
interessi, sono gli strumenti propri, soggettivi e oggettivi, di una classe di
parassiti che sfrutta il mondo intero. La borghesia ha dimostrato di essere
maestra nel negare da un lato la lotta di classe e dell’altro nel svilupparla
in ogni sua determinazione contro il proletariato.
Link: http://www.liberi-pensieri.info/2013/04/litalia-e-disfatta-adesso-disfaciamo-gli-italiani/
RispondiEliminasono MOLTO preoccupata
ciao Lalla,
Eliminagrazie per la segnalazione, ma di Sergio Di Cori Modigliani, te lo dico con franchezza, non ho un giudizio positivo, a prescindere
Cara Olimpia,
RispondiEliminagrazie por la critica a Scalfari che se uno gioca in Borsa è un punto di riferimento perchè bisogna fare sempre il contrario di quello che lui dice.
Il problema è che anche la tua ricetta, cambiare il modo di produzione capitalistico, non spiega i passi da fare.
E' come dire: bisogna fare la torta paradiso ma dai solo gli ingrdienti senza dire le quantità e soprattutto il procedimento. C'è il rischio, anzi la certezza che venga una frittata.
Non aspettarti nessuna risposta oltre la tua
EliminaBertolt Brecht
Terrorismo di Stato? False flag? Perché me l'aspettavo?
RispondiEliminaOlympe aiutami a rispondere...
Stefano
rifletti: ciò che avviene per caso, avviene anche secondo le leggi della necessità
EliminaCriptocomunista... ;-D
RispondiEliminaIo oramai aspetto gli editoriali di Scalfari solo per leggere i tuoi di replica.
RispondiEliminaci sono passatempi letterari migliori?
EliminaNon ci si deve mai stancare di evidenziare la magagna d'interpretazione "fatalistica" di determinati accadimenti. Soltanto perché più complesso e impegnativo concentrarsi a individuare parametri di valutazione, si preferisce reputarli non misurabili, quindi non maneggiabili, non manovrabili, non indirizzabili. Altrimenti si scoprirebbe che ogni costruzione dell'uomo, in quanto tale, è un immanente macchinario con meccanismi fatti da uomini e dagli stessi uomini modificabili; a patto che si voglia (prima ancora "che si sappia") mettervi mano. La piaga intellettuale è appunto quell'atteggiamento fideistico che ristagna nel "dato per immutabile". Prima ancora del discutere se le piramidi, le chiese, i grattacieli, il Palazzo, siano cosa buona e giusta oppure cosa grama e ingiusta, il dubbio viene affogato ancora pargoletto nella tinozza dell'"intanto non può essere altrimenti che così".
RispondiEliminaAl che, faraoni, stregoni e sacerdoti, hanno già vinto in partenza, assegnando agli scribi la narrazione della loro inalterabile gloria.
Eppure, citando Hitchens, non bisognerebbe mai dimenticare che ogni essere umano va di corpo tutti i giorni, compresi Draghi e Faraoni. Quindi, qualsiasi catafalco sociale, non è calato dalle nuvole, ma elevato sopra le nuvole da quei mortali che possono trarne convenienza.
per quel che valgono, le mie "divagazioni" non sono casuali:
Eliminahttp://diciottobrumaio.blogspot.it/2013/04/divagazioni-del-lunedi-ideologi-tempo.html
in particolare vorrei sottolineare quanto scrive Marx nei Grundrisse:
“Soltanto col capitale la natura diventa un puro oggetto per l'uomo, un puro oggetto di utilità, e cessa di essere riconosciuta come forza per sé; e la stessa conoscenza teoretica delle sue leggi autonome si presenta semplicemente come astuzia capace di subordinarla ai bisogni umani sia come oggetto di consumo sia come mezzo di produzione”.