venerdì 26 aprile 2013

Non plausibile



Difficile fare pronostici con un così alto numero di variabili. Un dato è però certo: la situazione economica non migliorerà. Le entrate fiscali diminuiranno (altro che riduzione delle tasse), ci saranno gravi problemi per far fronte alle spese correnti (altro che abolizione dell’irap), non solo per pagare la cassa integrazione ordinaria ma soprattutto quella in deroga, i consumi interni continueranno a crollare e le aziende a chiudere.

Ciò è causa (fatta astrazione da considerazioni più generali e che riguardano la fase capitalistica a livello mondiale) da un lato dell’offensiva generale della borghesia imperialista e del suo piano demenziale di “risanamento”, e, all’altro, dalla volontà da parte della borghesia nazionale di far pagare il conto del “risanamento” e della crisi ai salariati, ai padroncini, ai colletti bianchi.


Chi punta sul fatto che questo sistema possa “riformarsi”, non comprende la reale natura di questo sistema. L’unanimismo dell’universo politico quando si tratta di metterlo in culo ai soliti noti, è provato palesemente nel momento in cui si ricompatta attorno alle “emergenze” (governo Monti), all’elezione del presidente della repubblica e nella formazione del governo Letta-Berlusconi.

In questo quadro, il movimento di Grillo, per certi aspetti, ha rappresentato una novità e un momento di rottura. Non è vero che la borghesia e i partiti l’abbiano sottovalutato. Essi hanno visto subito che non si trattava di un movimento di classe ben definito, organizzato e capace di sviluppare un’effettiva lotta politica contro il sistema, di rappresentare insomma un pericolo. Hanno capito fin da subito che si trattava di un movimento di mera e confusa protesta, una valvola di sfogo sociale come lo sono stati altri movimenti di questi anni in altri paesi.

Il fatto che il movimento di Grillo abbia ottenuto percentuali di consenso elettorale sopra le attese, oltre a rilevare la gravità del disagio sociale, ha creato indubbiamente dei problemi all’establishment, che però infine sono stati superati dopo aver messo in chiaro presso l’opinione pubblica che il movimento 5 Stelle non è capace di costruire alcuna proposta politica seria per la sua palese schizofrenia non meno che per la sua nullità d’iniziativa politica concreta.

Il Pd non si spaccherà, è destinato a vivacchiare. E se si dovesse dividere, troverà il modo di coagulare nelle sue nuove forme di rappresentanza le diverse anime sociali e soprattutto elettorali. Non è la fantasia che manca a questi signori.

Dal canto suo, Berlusconi potrà sempre sfilarsi al momento opportuno da questo governo in procinto di nascere, come già accaduto con Monti. Del resto a lui interessano determinati risultati di natura pratica, non altri e più generali.

Quanto alla riforma elettorale, posto che si faccia, non risolverà un bel nulla.

Dunque, molto dipenderà dalla rapidità con cui evolve la crisi-ristrutturazione a rendere la situazione sociale sempre più esplosiva, a far aumentare l’odio, ma non tanto da destare vere preoccupazioni nel palazzo. Al massimo potrà esserci qualche disordine di piazza, sicuramente altri suicidi e quisquilie di tal genere, men che meno azioni di altro tipo. Del resto, una forza politica che si proponesse di organizzare interi strati sociali sul terreno rivoluzionario, non sarebbe considerata dalle masse nemmeno plausibile dato il mutamento antropologico subito dalla società negli ultimi decenni. In questi anni il sistema ha lavorato bene, almeno su questo fronte.



3 commenti:

  1. In questi anni il sistema ha lavorato bene, almeno su questo fronte.

    esatto, purtroppo.
    ws

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  2. Salve Olympe.

    Potresti spiegarmi quale sarebbe "l'offensiva generale della borghesia imperialista" e in cosa consisterebbe il "suo piano demenziale di “risanamento”?

    Saluti con gratitudine da ...F.G

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    1. per restare sulle generali, vedi questo:

      http://temi.repubblica.it/micromega-online/la-nuova-lotta-di-classe-dei-ricchi-contro-i-poveri-intervista-a-luciano-gallino/

      ciao

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