sabato 6 aprile 2013

Divagazioni prefestive



I problemi europei, prima ancora che economici e monetari, sono di natura politica. E un pochino c’entrano anche le differenze marcate di mentalità e di temperamento tra i diversi popoli.

I tedeschi chiamano il nostro lago Sea-Garda. È il loro mare; le località lacustri più a nord sono raggiungibili da Monaco nello stesso tempo che impiego io che vi abito a una distanza, in linea d’aria, di pochi chilometri. E poi non bisogna dimenticare che quella zona del Trentino, fino al 1918, era territorio austriaco e che dal settembre 1943 fu sottoposta all’amministrazione diretta del Reich rientrando nelle Operationszone Alpenvorland.




Torbole è un posto incantevole, già descritto da Goethe nel suo famoso viaggio in Italia. Una targa, un po’ defilata, lo ricorda. È una colonia di campeggiatori e surfisti tedeschi. Nello specchio d’acqua antistante se ne possono vedere all’opera anche centinaia in una sola volta. Favoriti dal vento, non c’è posto migliore in tutto il lago. Anche il tratto pedonale e ciclabile che porta a Riva del Garda, completato circa un decennio or sono, soprattutto laddove costeggia il monte, rivela un panorama d’incantevole bellezza, un amplissimo scorcio che può competere tranquillamente con Sirmione. C’è anche, in qual tratto, un alto scoglio da dove i ragazzini si lanciano in audaci tuffi.

Se a Torbole si parla tedesco, a Riva c’è più cosmopolitismo ma saper sprecare qualche vocabolo in crucco può essere utile. Quando ancora potevo, da Riva mi spingevo in bici per strade interne fino ad Arco, fin su al castello. Arco fu in epoca absburgica una meta termale d’obbligo per i soggiorni l’élite e di personaggi illustri. Un paesaggio ancora interessante e abbastanza conservato.


La gioventù tedesca, in groppa alle bici, si spinge anche molto più in là negli itinerari. Partono al mattino, in grandi gruppi, in colonna, ordinatissimi. Quando li vedo passare, penso: ecco, il loro ideale di vita e non solo ricreativo è il reggimento. Noi mediterranei al massimo ci aggreghiamo in quattro o cinque, invece il loro cameratismo li raduna a decine. Educati, gentili, inconfondibilmente Deutsch! Possiedono un concetto di appartenenza e di disciplina che non è il nostro, e che noi manco ci sogniamo. Per comprendere il punto di vista tedesco, ci piaccia o no, dobbiamo capire come pensano i tedeschi. E loro pensano diversamente da noi.

* * *
Leggo analisi molto chiare, stringenti e puntuali sulla situazione economica e monetaria europea. Partono dalla premessa che con i prelievi forzosi proposti del capo dell’Eurogruppo, l’olandese (specializzato in allevamento di suini) Jeroen Dijsselbloem, vengono meno due pilastri fondanti dell’area-euro, ovvero il paradigma della libera mobilità dei capitali e quello della fiducia nell’inviolabilità del risparmio bancario.

Poi, però, in ambito propositivo, leggo di piani B con varianti e opzioni numerosissime  che si spingono fino a considerare indispensabile quelle che chiamano “forme di prestito forzoso a carico dei cittadini e delle banche per finanziare il rimborso ai creditori esterni all'area”. In cambio di pezzi di carta del debito pubblico. Chiedo: ma non è la stessa cosa che hanno fatto a Cipro e perché chiamarlo prestito quando si tratta di un prelievo, cioè di un esproprio? Come possano essere prese queste misure, e altre, senza provocare forti tensioni sociali e panico davanti agli sportelli bancari, proprio non riesco a immaginarlo. Lo stesso per “l’intervallo di oscillazione che consenta una svalutazione fino al 20-30%”. Quanto a salari e pensioni, manco un accenno. Ma si tratta evidentemente di un mio limite di comprensione del quale mi scuso anticipatamente.

Le immagini, di non eccelsa qualità, sono riprese da Google Maps.

4 commenti:

  1. Questo, a mio modestissimo parere, illustra ancora una volta come QUESTA europa (con la E intenzionalmente minuscola) sia, sostanzialmente, uno strumento di lotta di classe nelle mani del capitalismo. Altro che cooperazione.

    Stefano

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  2. Come fanno senza provocare forti tensioni sociali e panico davanti ai Bancomat? Diranno che lo vuole l'Europa, che se no finiamo nel baratro, e avremo gli Scalfari e i Panebianco a farci la morale tutti i giorni. Poi la gente pensa al weekend e al nuovo telefonino.

    In caso di disordini davanti alle filiali, riporto questo dato da Wikipedia:

    Nel 2005 il numero totale di forze di polizia attive in Italia era di 324.339 unità, il più alto in Europa, 74.000 in più rispetto al secondo, la Germania e più del doppio della Gran Bretagna. Tuttavia bisogna considerare che in tale numero è compreso l'organico dell'Arma dei Carabinieri (circa 115.000 unità), che essendo una forza armata (fino al 2001 faceva parte dell'Esercito Italiano) non ha esclusivi compiti di polizia.

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  3. Complimenti, solo questo. Seguo il suo blog fin dai primi post e solo oggi leggendo questo mi rendo conto probabilmente di essere un suo concittadino. Grazie
    Francesco

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