Anche
quest’anno, dal 24 al 27 gennaio, si terrà l’annuale riunione del World economic forum a Davos, una cittadina
della svizzera posta a metà strada tra Saint Moritz, località turistica molto
esclusiva, e Vaduz, paradiso fiscale. Le strutture alberghiere e ricettive di
Davos sono state costruite negli anni Sessanta soprattutto con manodopera
italiana, turca, ecc.. Parteciperanno i maggiori responsabili politici ed
economici del pianeta, circa 2500 in tutto.
Ieri
sono atterrati all’aeroporto di Zurigo un centinaio di jet-privati. Lo scalo
zurighese prevede un movimento aereo supplementare di circa mille velivoli in
occasione del forum. Tra questi anche aerei Boeing 767 e 757. Anche l’aereo di
Stato che trasporterà Monti Mario, il quale terrà il discorso inaugurale. A
seguire l’evento il solito stuolo di domestici della comunicazione pubblica. Solo
per il servizio di sicurezza elvetico il costo si aggira in 23 milioni di euro,
per 3.300 uomini impiegati. Meno dei 4.400 degli anni precedenti. Evidentemente
oggi si sentono più sicuri.
Il Wef dichiara di
essere un’organizzazione indipendente impegnata a migliorare lo stato del
mondo. Il suo compito consiste nel redigere agende d’indirizzo economico
globali e regionali. Ogni hanno pubblica il Global Competitiveness Report, ossia un rapporto contenente degli
indici molto strutturati di “competitività” per paese basati soprattutto sui fattori
di sfruttamento e controllo della manodopera. Per l’Italia, hanno contribuito a redigere il
rapporto Secchi Carlo, Saviozzi Francesco e Dubini Paola della Bocconi. Tale
università rappresenta uno dei centri di elaborazione del pensiero neoliberista e parascientifico
operante in Europa, quindi uno dei serbatoi di personale tecnico utili al
bisogno per la gestione commissaria degli Stati.
Il Wef è in
definitiva una riunione di elementi tecnico-politici transnazionali, con il
coordinamento di un certo numero di accademici, in cui si mette a fuoco la
strategia dei grandi gruppi economici e finanziari aventi anzitutto lo scopo
d’indebolire qualsiasi iniziativa di difesa del modello sociale europeo avvalendosi
di personale politico infiltrato negli apparati statali e sovrannazionali della
dittatura borghese. Perciò, da un lato sono messi a disposizione cospicui
finanziamenti a sostegno dei propri candidati alle elezioni – con ciò
trasferendo in politica il proprio personale in modo che legiferi secondo gli
interessi del capitale industriale e finanziario – , e, dall’altro, opera a
sostegno della diffusione della produzione ideologica su larga scala a mezzo
dei media e dei centri accademici.
Senza l’utilizzo di questo personale tecnico in chiave
politica, per il sistema non sarebbe stato possibile salvare – con denaro
pubblico e quindi a carico del debito statale – banche ed enti finanziari che
hanno creato e diffuso titoli compositi complicatissimi. Non sarebbe stato
così agevole far pagare i costi della crisi alle classi salariate (compatibilità,
flessibilità e moderazione salariale) senza l’utilizzo della canaglia
intellettuale, ossia degli specialisti della persuasione, che agendo su
meccanismi psichici selezionati possono far passare per razionale il sistema vigente, stabilendo anzi come
esso rappresenti – pur
soggetto a crisi definite temporanee – il miglior sistema di produzione e
distribuzione della ricchezza.
I soggetti presenti al forum di Davos vanno valutati e
giudicati per ciò che sono e rappresentano, ossia i veri responsabili diretti
e indiretti – secondo i ruoli – dell’economia di rapina e sfruttamento che devasta
il pianeta e mantiene nella schiavitù l’umanità in nome e per conto dell’estrazione
del profitto. E tuttavia su un punto non s’insisterà mai abbastanza, ossia sull’importanza
della lotta ideologica e quindi dell’azione sul piano della comunicazione che però
non può essere disgiunta dell’organizzazione di classe basata su un programma politico
che vada oltre il riformismo e il tatticismo.
Scusami, ma non cogli la novità che si sta prefigurando per i lavoratori, una cosa che ha già risolto(sic) o risolverà i problemi dei lavoratori di tutto il mondo, il mix dei modelli di USA e Germania, a sentire il nuovo che avanza.
RispondiEliminaLe "stock options" ai lavoratori, tipo i Marchionne, così questi "lavativi", soprattutto quelli sindacalizzati chiaramente, si interesseranno di più alle problematiche aziendali, si impegneranno quindi di più, aumenteranno la produttività, i cui risultati splendidamente andranno tutti ai lavoratori, certo, perché "le aziende saranno di chi lavora", opps, loro precisano, solo in parte chiaramente, non è che facciamo incazzare il padrone. Quindi, come risultato tra gli altri, il sindacato è inutile, anzi dannoso.
Io gli dico che è la resa totale alla controparte, gli adepti del nuovo che avanza dicono che non ho capito un caxxo delle loro proposte (scusa il francesismo), dato che sarei un trinariciuto ancorato nel passato morto e sepolto, che sono cambiati i "paradigmi", l'economia, i ruoli e altre frivolezze del genere.
Guarda, mi hanno convinto, nel cesso quel vecchiaccio di Marx, tutti a seguire Alesina, Giavazzi, Zingales e gli altri peones del capitale. Consiglierei anche la chiusura di questo blog, o al limite la riconversione alla scuola economica austriaca. E vai... :-))
Dalle mie parti si dice: " Cos' è pazz! " (roba da matti).
Saluti,
Carlo.
Per sorridere un po, a denti stretti però: http://www.adnkronos.com/IGN/Mediacenter/Video_News/Bersani-omaggia-Vasco-Suo-ritorno-bellissima-notizia-VIDEO_314106031766.html
RispondiEliminaLa lotta per l'egemonia continua, solo che questi la stanno stravincendo, al punto che a un occhio distratto (particolarmente diffuso) essa stessa appare invisibile. Come se in luogo del conflitto ci fosse spazio solo per una modulazione continua e graduale. Già solo demistificare tutto ciò è cosa dura.
RispondiEliminaci proviamo
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