giovedì 10 gennaio 2013

Da Marte



Segnalo un post raro, eccellente, un po’ lungo ma se si legge 140 battute per volta e poi si tira il fiato, si arriva fino in fondo. C’è, nel leggerlo, perfino il rischio d’imparare qualcosa, perciò alcuni dovranno fare ben attenzione o astenersi. Se ne potrebbe fare anche una sintesi, ma sarebbe come mangiare una spigola dopo che ci ha pranzato il gatto.

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Viene il sospetto, almeno da quello che traspare, che Giorgio Napolitano ed Eugenio Scalfari (prossimo al laticlavio?) non abbiano letto bene il curriculum di Monti Mario prima di farlo sedere a tavola.

Bersani sembra far la parte del tacchino alla vigilia di natale, del resto nemmeno lui ha letto il curriculum di Penati, pardon, di Monti. Proporgli un’alleanza programmatica, dopo le elezioni, con chi non vuole il Tav e gli inceneritori, è cosa improponibile se si vuole tirare a campare. Meglio, molto meglio, quindi allearsi con quei progressisti e galantuomini di Monti & Casini. I quali non hanno l’abitudine di mandarti affanculo, te lo mettono in culo di soppiatto.

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Sta passando quasi sotto silenzio, come sempre succede per le cose di un certo rilievo. A scrivere nero su bianco nella sua relazione è il presidente della commissione anti-mafia, il quale afferma solenne: “più che di una trattativa sul 41bis, [si è trattato] di una tacita e parziale intesa tra parti in conflitto”. Che tradotto significa: c’era un conflitto tra le parti, ma come si usa tra galantuomini, ci si è messi d’accordo. Eh sì, perché la Mafia è una delle “parti” di questo sistema, l’altra metà.

Sentite questa: “ci fu almeno una trattativa tra uomini dello Stato privi di un mandato politico e uomini di Cosa nostra divisi tra loro e quindi privi anche loro di un mandato univoco e sovrano”. Eh, già, agli ambasciatori mancavano i timbri sulle credenziali. E anche chi aveva trattato per conto della Mafia, potere sovrano, non aveva tutti i pizzini a posto. Da notare che il presidente della commissione anti-mafia afferma testuale che ci fu “almeno” una trattativa e poi magari chissà che altro.

Dice ancora: “Se Cosa nostra accettò una specie di trattativa a scalare, scendendo dal papello al più tenue contropapello e da questo al solo ridimensionamento del 41bis, mantenendo però alta la minaccia terrificante delle stragi, c'è da chiedersi se il suo reale obiettivo non fosse ben altro”. Basterebbe questo genere di linguaggio per dire di cosa si tratta. Tra l’altro non dice “criminali” e “mafiosi”, ma “uomini”. Sia mai dovessero offendersi e far cessare “quel regime di convivenza tra mafia e Stato che si era interrotto negli anni ottanta. Ecco, l’unica certezza di questo guaglione che presiede la commissione è: la convivenza tra Mafia e Stato si è interrotta. Che si tratti di separazione consensuale con pagamento degli alimenti?

A Capaci fu necessaria – dice il presidente – una “speciale competenza tecnica per realizzare un innesco che evitasse l'uscita laterale dell'onda d'urto dell'esplosione e la concentrasse invece sotto la macchina di Falcone. Mi chiedo: Cosa nostra ebbe consulenze tecnologiche dall'esterno?

Una domanda del genere, se la sono posta in molti, quindi anch’io. Scrissi in un post:

Metter insieme alcuni chili di esplosivo, tritolo, e farli brillare, non è cosa tecnicamente facile, così come non è semplicissimo procurarseli. Se poi si vuole far saltare un manufatto, bisogna avere anche altre competenze, non è questione di miccia corta e miccia lunga. Concediamo invece che premere il pulsantino del timer può farlo chiunque, anche un bambino, un analfabeta, un picciotto che fuma e lascia le cicche sul posto.

Procurarsi seicento chili di tritolo, senza lasciare tracce, non è cosa semplice nemmeno per un’organizzazione criminale di alto profilo. Non bastano le cartucce d’innesco e l’occorrente per farli esplodere nello stesso istante, servono degli specialisti, di quelli molto bravi. Per collocare l’esplosivo non è sufficiente “metterlo” dentro un tunnel, bisogna posizionarlo a dovere, stimare il quantitativo necessario secondo certi calcoli non elementari. Anche qui serve gente con esperienza, che sa cosa fare e che non può sbagliare. Per sapere quando passa “chiddu” sopra quel tratto di autostrada, non basta aspettare la luna piena.

La differenza tra un blogger – pur con esperienze diverse e atipiche – e il presidente della commissione anti-mafia, sta nel fatto che quest’ultimo non può porsi solo delle ovvie domande, ma deve cercarne le risposte laddove esse si trovino. Di poi, è ovvio che le “consulenze tecnologiche” e tecniche siano "giunte" dall'esterno, ma non vanno cercate tra il personale della Rinascente o nei ferramenta.

Dice ancora il comico presidente dell’inutile commissione anti-mafia: “Sulle scene degli attentati e delle stragi, abbiamo visto comparire, qua e là, figure rimaste sconosciute, presenze esterne: da dove venivano?”

Chieda a Borghezio, lui è il massimo esperto europeo (poi ce ne sono anche altri, sempre pagati profumatamente da chi le tasse non le versa direttamente perché gli vengono –particolare non irrilevante – trattenute alla fonte). 

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