I due becchini

Una legislatura che s’interrompe a Natale, proprio sul momento dei consuntivi, degli auguri e di sobri regali. Ma perché esecrare il povero Berlusconi? Lui, venale maschera dal sorriso irrigidito, dichiara che cerca solo di salvare il paese dalla crisi. Tutt’altro che platonico può tentare di salvare il proprio culo e le sue aziende solo candidandosi e riciclando gente che è a libro paga o gli deve qualcosa. Che anche Bersani – ponderatore infinitesimo – voglia riscuote il premio delle primarie andando al più presto alla cassa con l’attuale porcellum, mi pare non possano esserci dubbi. Perciò i becchini sono almeno due.

Un mese prima del preventivato, dunque, i parlamentari – che si odiano tra loro ma più di tutto mostrano di detestare il “popolo” – se ne andranno a casa continuando a ricevere spettanze, alcuni in attesa della liquidazione e dell’indennità d’inserimento. Poverelli, poi riceveranno anche il vitalizio, se non subito dopo qualche tempo. Loro – anime grandi – un modo per sbarcare il lunario a nostre spese e a loro insaputa l’escogiteranno sempre.

Con il cerino in mano sembra rimanere la combriccola di Casini, e anche Monti – esibendo autentica modestia – dovrà trovare un modo per non sparire dalla scena se non vuole già scrivere memorie per non dimenticare la gloria d’un anno che vale la vita intera. C’è chi lo vede ministro dell’economia del prossimo governo perché così vorrebbero i club atlantici. Può essere, ma personalmente – per dispetto intellettuale e non per preveggenza ­– non lo ce lo vedo. Del resto, di ciò che verrà da qui a due-tre mesi è difficile pronosticare qualsiasi dettaglio data la volubilità delle divinità romane.

Di sicuro sparirà dalla scena La Fornero, ma non il suo nome che correrà venerato per l’eternità. E non sparirà nemmeno il gregge che ordinatamente si recherà alle urne, convinto che se non voti poi “loro” fanno ciò che vogliono. È bello invece sapere che faranno le stesse cose in nome e per conto nostro.